LA
'LEGGERA' ROBUSTEZZA
Gli ottimisti
muoiono prima, Susin Nielsen (trad. Claudia Valentini)
Il Castoro 2017
NARRATIVA PER GRANDI
(dai 13 anni)
"'Non sono
fatalista. Sono pessimista. È diverso.'
'E perché sei
pessimista?'
'È solo buon senso.
Mai sentito parlare della teoria darwiniana dell'evoluzione? Quella
della sopravvivenza degli esseri più adatti? Ecco, i pessimisti sono
i più adatti. Sono quelli che si tengono alla larga dalle tribù
vicine e dagli adorabili cuccioli di leone.'"
Al contrario, gli
ottimisti davanti a un cucciolo di leone, ignari del fatto che la
madre può essere nei dintorni pronta a sbranarli vanno a fargli
ghiri ghiri sotto il collo. E muoiono per essersi fidati, per essere
stati ottimisti e incapaci di prevedere il peggio.
In tal modo Jacob,
ottimista nonostante tutto, verifica la grande distanza che c'è tra
lui e Petula, detta Tula, pessimista di calibro.
Qualcosa però li tiene
insieme: entrambi sulle spalle hanno un macigno da portare. Petula,
la morte della sorellina soffocata da un bottone che lei stessa aveva
cucito sul suo costume da Max (nel paese dei mostri selvaggi), Jacob,
la morte di un suo caro amico in un incidente di macchina: un ubriaco
alla guida...
Il loro incontro
avviene al corso di arteterapia che accoglie ragazzi e ragazze 'che
faticano' a trovare una loro pace interiore. Con situazioni familiari
anche molto diverse, e in evoluzione, i ragazzi del gruppo lentamente
cominciano ad aprirsi l'uno con l'altra, cominciano a trovare forme
insolite di comunicazione, mettono in condivisione alcune passioni
che hanno: Jacob, per primo, l'amore per il cinema.
In questo modo anche le
tante fobie di Tula sembrano andare in ombra. Complice l'amore per
Jacob. Una pessimista si sta convertendo all'ottimismo e sta
allentando lo stato di allerta. Ma attenzione...mai abbassare la
guardia.
Potrebbe essere
manicheo il ragionamento, ma davvero il mondo si può dividere in
pessimisti e ottimisti ed è altrettanto vero che la loro lettura
della realtà dà risultati molto distanti tra loro.
Petula ha scelto di
trovare un po' di sollievo al complesso di colpa che la tortura ogni
giorno, collezionando fobie e paranoie e trafiletti di giornale con
disgrazie altrui. Sempre a mille è il suo bisogno di controllo e
protezione nei confronti dei suoi cari e anche di se stessa (non per
autodifendersi, ma per proteggere i genitori dalla perdita di una
seconda figlia...). Una sorta di pena del contrappasso dantesca.
Al contrario Jacob opta
per la rimozione, la cancellazione dello Jacob colpevole. Tenta,
goffamente, di ripartire da zero. Per questo si affeziona e si spende
per il gruppo, per questo si innamora di Tula: sono la sua nuova
occasione ed essendo un ottimista pensa di potercela fare.
In mezzo a loro c'è la
vita che scorre.
Una sorta di affresco
corale, che fa da sfondo ai due poli opposti - quello positivo e
quello negativo - che si attraggono e respingono come la fisica ci
insegna, a seconda delle condizioni in cui si trovano.
Nielsen, molto
convincente, non rinuncia alla sua vena ironica e costruisce con la consueta 'leggera robustezza' un
terreno di incontro per i suoi lettori, chiamandoli a confrontarsi e
a ragionare in totale scioltezza su problemi e questioni molto autentiche. Primo fra
tutti il non poter fare 'macchina indietro' nella vita e di
conseguenza la ricerca di una soluzione adattativa che permetta di
sopravvivere a chi si sente responsabile del male procurato ad altri.
Organizza un intreccio
complesso che le consente di mettere a fuoco e sotto gli occhi dei
suoi lettori e lettrici una serie di variabili di comportamento, di
seguirne le evoluzioni fino al momento di coglierne la maturazione
completa.
E tutto accade in una
sospensione di giudizio davvero meritevole.
Per chi legge è
interessante e coinvolgente poter vedere i punti di partenza e i
traguardi di quel gruppo di ragazzi e di quel pugno di adulti che li
circondano.
Proprio grazie a questa
narrazione senza pietismi o condanne, quasi asettica eppure
emotivamente partecipata, è prevedibile che si creino tra chi legge
schieramenti e prese di posizione, così come avviene per tutto il
romanzo tra gli stessi personaggi.
Con tutto questo che
costituisce evidentemente il nocciolo di senso dell'intero romanzo,
si intreccia, come potrebbe essere in una stoffa che si voglia
impreziosire, un filo d'oro, rappresentato dalla sequenza di
citazioni cinematografiche, letterarie e musicali (le tre passioni
principali che danno nerbo alla storia) di cui il libro è farcito.
Carla
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