L'ORO LIQUIDO
I doni degli dei, Giusi Norcia, Marcella Brancaforte
VerbaVolant 2017
ILLUSTRATI
" 'Padre mi fai
un regalo?' disse un giorno la dea Atena al saggio Zeus.
'Un regalo?'
'Proprio così.'
'E cosa vorresti,
ragazza mia?'
'Voglio una città'
fece lei.
'Una città tutta
per me.' "
Tutto
quello che passa per il mito è spesso frutto di ghiribizzi tanto
umani quanto divini nella convinzione di ottenerli.
Atena,
figlia di Zeus, vuole una città che sia sua e che porti per
l'eternità il suo nome. Zeus, alla sua 'ragazza', vuole offrire ogni
opportunità di felicità. Quindi anche una città.
Purtroppo
però Atena ha scelto il posto sbagliato dove scavarne le fondamenta:
quel luogo è già oggetto del desiderio di qualcun altro, qualcuno
che nella divina gerarchia conta parecchio, Poseidone, il dio delle
acque e fratello di Zeus.
Negare
un desiderio alla propria figlia non vuole, ma anche con il fratello
Zeus deve fare i conti. Decide così di 'metterla all'asta': ognuno
dei due contendenti dovrà offrire alla nascitura città un dono e
spetterà ai cittadini stessi decidere quale dei due regali si
rivelerà maggiormente gradito per loro.
Poseidone dà vita a una fonte di acqua salata, scagliando il suo tridente nella roccia, un gesto pieno di potenza, e Atena invece, delicatamente, si inchina verso la terra e si limita a
piantare un seme di un albero che di lì a poco crescerà rigoglioso,
un ulivo, dal cui frutto, se premuto, sgorga una goccia di oro
liquido, l'olio.
La
vittoria appare scontata...
Un
testo conciso, quello di Giusi Norcia, che racconta il mito legato alla nascita del nome
Atene. Conciso è anche il formato dell'ultimo libro poster - i libri
da parati - che VerbaVolant, piccola casa editrice siracusana, ha
appena pubblicato. Ai disegni Marcella Brancaforte, siciliana doc,
importata a Tuscania da molti anni.
La
caratteristica dei disegni di Marcella Brancaforte che più mi colpisce è il
tono 'classico', seppure qui velato di una sottile ironia che emerge qua e là.
Le sue tavole sembrano sempre appartenere a un'epoca che porta
in sé un po' di eternità, ironia compresa. I disegni, ma soprattutto le figure
umane, sempre molto caratterizzate e riconoscibili come sue, i grandi occhi espressivi, le gote colorite, travalicano mode e stili.
Se
un legame lo si vuole trovare a tutti costi, forse tanto per quel che
riguarda la tavolozza dei colori quanto per quel che concerne il
gusto 'scenografico' molto potente, lo si potrebbe cogliere con Luzzati, in
particolare nei suoi allestimenti per il teatro.
Nel
libro poster Il dono degli dei, proprio per il suo formato
particolare, che con la scenografia per forza di cose ha delle
tangenze, lo spazio vuoto, ovvero il bianco del foglio, viene tutto
impiegato per accogliere la composizione. Non ci sono pause del
disegno: è un unico grande e felice intreccio di manti, tronchi,
figure, monumenti e fronde, tante bellissime fronde di ulivo.
La
difficoltà intrinseca in questo tipo di oggetto sta proprio in
questo: nell'essere contemporaneamente un 'libro' e quindi
l'illustratore deve dimostrarsi capace di intrattenere con il testo
scritto un dialogo figurato, ma nello stesso tempo, è anche un
'manifesto', dove chi disegna deve essere in grado di immaginare la
stessa storia in una composizione unica che la riassuma e soprattutto
ne restituisca immediatamente allo sguardo, il senso più profondo.
Ecco,
Marcella Brancaforte ci è riuscita appieno.
Carla
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