PICCOLO E' BELLO
Il carretto di Max,
Barbro Lindgren, Eva Eriksson
Bohem Press 2018
ILLUSTRATI PER PICCOLISSIMI (dai 2
anni)
"L'orsetto di Max va nel
carretto.
Il cane di Max va nel carretto.
La palla di Max va nel carretto.
La macchinina di Max va nel
carretto.
Il biscotto di Max va nel carretto."
Nel carretto di Max, un bimbetto che si
regge appena in piedi, ci sono molte cose. Quasi tutte inanimate
tranne una, dotata di vita propria. Il carretto non è molto spazioso
e per di più Max lo sta spingendo verso il giardino. Un movimento
brusco fa cadere il primo oggetto: l'orsetto. Il cane lo raccoglie.
Quindi a cadere è la macchinina e il cane paziente la recupera. A
uno a uno, nel loro tragitto verso il giardino, tutti gli oggetti
cadono, compreso il biscotto. Il cane ogni volta recupera ciò che
finisce fuori dalle sponde del carretto e sembra che Max quasi lo
pretenda. Con il biscotto le cose vanno diversamente...
Quadrato, cartonato, angoli stondati,
un bella cornice bianca intorno al disegno centrale ad acquerello. Un ritmo
cadenzato nelle immagini, un disegno a pagina e un brevissimo testo
sottostante che si ripete in una sequenza elencativa.
Sono fatte salve tutte le
caratteristiche formali di un librino per mani piccolissime. Ma a
questo si aggiunge una altissima qualità estetica e di progetto che
invece nei già rari libri per la primissima infanzia latita spesso e
volentieri (basandosi sull'adagio che tanto un bambino piccolo il
libro lo assaggia più che 'leggerlo').
Da dove arriva questa altissima
qualità? Dal Nord, ma soprattutto dal passato.
Era il 1981 quando Barbro Lindgren
(classe 1937 premio ALMA 2014) ed Eva Eriksson (classe 1949 candidata
ALMA 2018) costituivano un felice sodalizio tutto svedese per dare
vita alla serie di storie del piccolo Max (in ambito anglosassone
anche detto Sam). La grande intesa tra le due, palpabile
immediatamente, si è consolidata anche in altri importanti libri, il
più significativo dei quali è The wild baby (1980).
Due sono gli ambiti in cui si
percepisce il valore de loro libri.
Da una parte la qualità del progetto e
dall'altra la qualità formale.
I due ambiti, come è ovvio che sia, si
compenetrano.
Nei loro libri è molto alto il livello
di intesa e di equilibrio tra immagine e testo, laddove la prima ha
carattere narrativo e permette di seguire la trama della storia con
estrema facilità. Il testo, da parte sua, costruito sulla
ripetizione, accentua il gusto della lettura condivisa, garantendo la
comprensione attraverso il ripetersi di pochi costrutti verbali.
Sia dal punto di vista testuale sia
visivo, le storie di Max attingono a un contesto riconoscibile, sono
sempre brevi porzioni di vissuto in situazioni di vita quotidiana: al
Carretto di Max si aggiunge Il bagnetto di Max.
Per consolidare ancora di più
comprensione, consuetudine e godimento da parte dei più piccoli,
cambiano le storie ma i protagonisti sono i medesimi. La forza e il
successo dei disegni di Eva Eriksson sta proprio in questo, nella sua
capacità di creare personaggi attraverso il loro agire sulla pagina,
le loro emozioni passano attraverso il gesto e lo sguardo e ciò li
rende reali e come tali riconoscibili. Da quarant'anni in qua.
Per come sono concepite, le storie di
Max non si concedono che di rado 'silenzi narrativi o
visivi' che tanto stimolano i lettori più grandi ma che altrettanto
destabilizzano i più piccoli. Per questo motivo, laddove la
relazione tra testo e immagine vede la seconda come 'espansione' del
primo, siamo di fronte a un andamento quasi simmetrico, consonante,
in sintesi complementare.
Ciò nonostante, in quelle poche
immagini che non sono perfettamente consonanti, esse diventano
evocative ed entrano ad evidenza in connessione con il lettore adulto
che potrà giustamente godersi la 'sua' parte di libro.
Questo non è un dettaglio ininfluente
ed è uno dei meriti che va riconosciuto a Lindgren e Eriksson,
ovvero quello di saper dialogare con entrambi i lettori dei loro
libri: i bambini e gli adulti che li condividono.
In tale prospettiva, anche la domanda
finale del libro trova una sua risposta solo nell'immagine, che un
adulto, prima di un bambino, coglie. A meno che quello stesso bambino
non abbia un cane per casa, e non abbia provato almeno una volta
nella vita cosa voglia dire vedersi 'soffiare via' la pizza dalle
mani...
Carla
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