IL PAESE DELLE CODE IMPIGLIATE
Ci
sono argomenti che sfiorano raramente il mondo dei ragazzi e delle
ragazze, appartenendo più alla cronaca e alla politica che non alla
cultura; e questo è parte del problema. Come un fiume carsico, in
alcuni momenti questi temi affiorano e diventano oggetto di
pubblicazioni dedicate ai più giovani. E’ questo il caso di un
argomento che tiene banco sulle pagine dei quotidiani: la corruzione.
Così, a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro, sono usciti
due libri sull’argomento, con caratteristiche molto diverse. Il
primo, un breve apologo morale di grande forza, il secondo uno
strumento molto serio di natura essenzialmente didattica.
Ci
sono libri che nascondono la propria genialità nella assoluta
semplicità ed immediatezza con cui si propongono. E’ questo il
caso di Una storia di code impigliate, della brasiliana Ruth
Rocha, pubblicato ora da Giunti, ma firmato dall’autrice nel 1986,
per essere rivisto nel 2012.
Sottolineo
le date perché hanno una certa importanza.
Lo
scopo di questa breve storia, perfettamente illustrata dal segno
ironico di Carlos Brito, è spiegare la corruzione ai bambini. Uno
dei peccati capitali della nostra epoca, che non conosce confini, è
in realtà assai sfuggente, perché si annida fra le pieghe più
piccole della società e a volte si confonde con innocenti relazioni
amicali.
Bene,
come viene raccontata la corruzione? Con l’immagine perfetta delle
code attorcigliate: ti do le mie merendine e in cambio mi passi il
compito di matematica. Se poi il secondo bambino volesse un favore a
sua volta, potrebbe sempre ricordare al primo che non ha mai fatto il
compito di matematica: ma il primo può ricattare il secondo, che ha
accettato le merendine in cambio. In poche parole, i due hanno le
code attorcigliate, perché lo scambio che hanno condiviso ha a che
fare con qualcosa di illecito, sbagliato, illegale.
Nella
cittadina di Egolandia in molti hanno le code attorcigliate, il
sindaco, un generale che possiede dei terreni, ma anche il farmacista
e tanti altri. Ad un certo punto le code da metaforiche diventano
reali ed ecco che la piazza del paese si riempe di individui con code
lunghissime e piene di diramazioni, che si intrecciano continuamente
con altre code. Un groviglio inestricabile; e quando vengono i
rappresentanti del governo centrale, ecco spuntare code lunghissime
ed intrecciatissime. I cittadini per bene, alla fine esasperati per
tutto questo intreccio di code, decidono di fare piazza pulita.
Semplice,
semplicissimo. Questa piccola storia ci mette di fronte ad una
descrizione di chiarezza cristallina dei meccanismi del potere
corrotto, che lega a sé le persone con i favori, le complicità, gli
interessi leciti e illeciti. Ma spiega anche con chiarezza perché
sia così facile la diffusione di questi comportamenti, in quella
zona grigia in cui si stringono patti ambigui e si intrecciano le
code. In fondo, cosa sarà mai un compito di matematica mai svolto e
qualche merendina, regalata per pura generosità..
Tornando
alle date, vediamo come un testo degli anni Ottanta, per quanto
rivisto, sia perfettamente calzante nel nostro presente; e questo è
abbastanza disperante. Se ci guardiamo intorno, anche noi vediamo una
selva di code intrecciate, che abbracciano e circondano ogni aspetto
del vivere comune, dalle piccole cose alle più grandi.
Quanto
mai importante, quindi, affrontare per tempo questo tema, aiutati da
un libro come questo, agile, divertente, coloratissimo. Apprezzabile
la scelta di accompagnare il racconto con le illustrazioni di Brito,
che danno corpo all’esercito dei corrotti e corruttibili, degli
uomini con gli occhiali scuri e le impresentabili code. Una immagine
grottesca, che aiuta a sorridere nel parlare di cose serissime.
Il
secondo libro, dal lunghissimo titolo La corruzione spiegata ai
ragazzi che hanno a cuore il futuro del loro paese, è
opera di due magistrati, Raffaele Cantone e Francesco Caringella ed è
in sostanza il compendio del lavoro di due persone in prima linea
nella lotta alla corruzione. Il testo, utilizzabile secondo me
essenzialmente come strumento didattico, definisce con precisione e
chiarezza i termini della questione, mostrando come l’estensione
capillare della baratteria, termine dantesco, mini alle
fondamenta il futuro di una comunità. La cosa pubblica, i beni
comuni, il senso di comunità diventano territorio di ruberie e
favori, affari privati di consorterie di tutte le specie a danno
degli interessi della collettività. Il danno economico della
corruzione è grande, il danno morale lo è anche di più, perché
sostituisce un’idea di comunità con quella delle ‘famiglie’,
dei gruppi di potere, delle cosche e combriccole più o meno
criminali.
Giustamente,
nella introduzione al libro di Ruth Rocha, Gherardo Colombo
sottolinea come fra uno stringente sistema repressivo e una
penetrante azione educativa, lui preferisca di gran lunga la seconda
scelta. Questi due libri, nella loro evidente diversità, vanno nella
giusta direzione, aprendo gli occhi ai più giovani sul mondo che li
circonda.
Eleonora
“Una
storia di code impigliate”, R. Rocha e C. Brito, Giunti 2018
“La
corruzione spiegata ai ragazzi che hanno a cuore il futuro del loro
paese”, R. Cantone e F. Caringella, Mondadori 2018
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