I MAGNIFICI CINQUE
The Tunnel,
Anthony Browne
Julia Mac Rae Books
1989 (Walker Books 1992)
ILLUSTRATI
"Once upon a
time there lived a sister and a brother who were not at all alike.
In every way they
were different. The sister stayed inside on her own, reading and
dreaming. The brother played outside with his friends, laughing and
shouting, throwing and kicking, roughing and tumbling."
Sono
diversi in tutto e sempre, anche di notte. Mentre lui dorme
saporitamente lei rimane sveglia a sentire i rumori del buio. Qualche
volta lui sgattaiola nella camera di lei per farle paura, perché sa
che la poverina ha fifa del buio.
Due
fatti così, per di più fratelli, a metterli insieme è guerra
fissa. Finché un giorno la madre li obbliga a uscire e a fare
qualcosa insieme e -soprattutto- a essere gentili l'un con l'altra.
Camminano per strada, lei con il suo libro in mano, lui con il
pallone al piede. Lui è il più grande e quindi decide: per far due
tiri si ferma in un angolo più tranquillo, accanto a un mucchio di
spazzatura. Lei si siede e legge, ma è spaventata da quel posto, lui
si annoia da solo con il pallone. Non gli resta che esplorare i
dintorni. Ed ecco che sul fondo di un muretto coperto di erba si apre
la bocca di un tunnel.
Andiamo
a vedere cosa c'è al di là! No, è pericoloso, non dovremmo farlo!
Il
tunnel costituisce per antonomasia l'icona del passaggio. Un
passaggio non solo in senso fisico, ma anche e soprattutto un
passaggio iniziatico verso un altrove o verso una condizione diversa.
E anche questo libro magnifico non fa eccezione: il tunnel è un
luogo fisico angusto e buio da attraversare con un misto di curiosità
e di paura. Curioso Jack, timorosa Rose. È lo stesso Anthony Browne
a scrivere che quei due, così diversi, rappresentano le facce di una
stessa medaglia; sono le due espressioni opposte di un unico
sentire.
Nello
stesso tempo, quel medesimo tunnel è elemento di raccordo tra un
prima e un dopo. Di norma ciò che accade, attraversato il corridoio
buio, ha a che fare poco con la realtà, lasciata all'entrata, ma
moltissimo con l'immaginazione, il mistero. Addirittura con la magia;
in questo senso non è un vezzo che l'incipit del libro sia preso a
prestito dalle fiabe: once upon a time...
Davanti
al Tunnel di Browne è impossibile non pensare alla porta
seminascosta tra le foglie in un altro libro nodale The Garden of
Abdul Gasazi scritto e illustrato da Chris Van Allsburg con
dieci anni di anticipo rispetto a The Tunnel.
Per
ragioni diverse, proprio in questi giorni i miei ragionamenti si
stanno concentrando su questo tema: il passaggio, l'attraversamento
di una immaginaria linea di confine che tiene separata la realtà da
'il resto'. E fino a questo momento mi pare che siano tutte degne di
interesse le declinazioni che gli autori, a partire dal tunnel di
Carroll all'armadio di Lewis, al giardino segreto di Burnett, fino a
quello di Sendak che a Max chiede di varcare la soglia delle pareti
di camera sua, hanno dato sull'argomento.
Nel
medesimo tempo e nella medesima testa, la mia, si sta cercando di
organizzare una quadra su Anthony Browne, in vista del Festival
Tuttestorie a Cagliari, dove di lui si discuterà.
In
sequenza ecco alcuni i nodi di interesse.
Il
primo e il più significativo: le trasformazioni. Anthony Browne in
molte occasioni ha dichiarato di essere sempre molto affascinato
dalla trasformazione degli oggetti sotto gli occhi di un osservatore.
In questo libro, che non è il più emblematico in tal senso, la
trasformazione avviene massimamente, passato il tunnel, nel bosco che
attraversa Rose. Senza voler contare la trasformazione che subisce
Jack e la stessa Rose che da paurosa si trasforma in eroina. Il
finale stesso si incardina su una metamorfosi.
La
trasformazione in atto ha a che fare con il secondo nodo, ovvero con
l'ambiguità di senso, o per meglio dire, di lettura.
A
prescindere da ciò che avviene nel testo, è soprattutto nel disegno
che la forma, trasformandosi, modificando i suoi contorni, assume un
profilo che allo sguardo si rivela ambiguo. Questo genera nel lettore
un interesse rinnovato (Milton Glaser, su questo ha incardinato la
sua opera) e un'attenzione attiva. In The Tunnel gli alberi
celano all'interno della loro silhouette figure di animali e parti
del corpo umano, occhi occhieggianti e citazioni nonché molti altri
profili di cui l'occhio in all'erta va in cerca. Trasformazione e
ambiguità traggono origine da una passione innata di Browne: il
gioco delle forme. Lo faceva da piccolo e non ha mai più smesso di
girarci attorno: partire da un profilo di un oggetto e quindi
trasformarlo per farlo diventare qualcos'altro. Può funzionare per
similitudine oppure per addizione, ma il risultato non cambia.
Che
il gioco sia il registro prediletto di Browne lo testimoniano molti
libri. A quello delle forme si deve aggiungere la ricerca delle
differenze o delle analogie: immagini che differiscono tra loro solo
per qualche dettaglio. Spesso, come per esempio in The Tunnel,
si tratta di immagini che aprono o chiudono il libro, si pensi per
esempio al gioco che fa con i risguardi.
Questi
ultimi peraltro introducono il quarto argomento, ovvero la
simbologia.
Rose
ha dietro le spalle una carta da parati un po' vezzosa, come i ricami
sul suo pullover, mentre Jack ha un duro muretto di mattoni (tema
molto ricorrente nei suoi disegni). Oppure si pensi ai nomi dei
protagonisti e alla loro allusività. Allusivo è il tessuto fitto di
piccoli dettagli che come obiettivo ha quello di creare un'eco, una
ridondanza su aspetti specifici.
Per
pura curiosità si contino i 'richiami' alla fiaba di Cappuccetto
rosso.
Ed
è qui che si arriva al quinto nodo: la relazione con i classici. In
The Tunnel il riferimento, o addirittura l'omaggio a Carroll è
sotto gli occhi di tutti, ma è con Cappuccetto rosso in particolare e con le fiabe in generale che Browne si
sta confrontando, volutamente tacendolo nel testo.
Riassumendo
per punti, per chi abbia avuto la tenacia di leggere fino a qui e
voglia verificare anche su altri libri di Browne la presenza dei
'magnifici' cinque, eccoli in sequenza
1)
le trasformazioni
2)
l'ambiguità
3)
il gioco delle forme e il gioco di cercare le differenze
4)
raccontar per simboli
5)
il confronto con i classici
Altrimenti se ne riparla assieme a Tuttestorie....
Carla
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