Uscito da poco, ‘La canzone di
Federico e Bianchina’ porta sui banchi delle librerie un albo
illustrato insolito, frutto della collaborazione fra Bianca Pitzorno
e Sonia Maria Luce Possentini.
La scrittrice ci racconta, fra
introduzione e postfazione, come abbia per caso scoperto dei
documenti nell’Archivio di Genova che l’hanno fatta ‘inciampare’
nella storia di due bambini, Federico e Bianchina. Il primo, figlio
di Eleonora d’Arborea e di Brancha Doria, esponente di un ramo
cadetto dell’importante famiglia genovese, arrivava in città dalla
Sardegna, circondato dalla fama dei genitori. Bianchina era figlia
del Doge Nicolò del Guarco. Era il 1382.
Eleonora, donna potente e di grande
intelligenza, progetta un matrimonio che possa sostenerla nella città
e propone al Doge un accordo per cui lei verserà un imponente
prestito, senza interessi, in cambio della mano della piccola
Bianchina.
Tutto sembra andare per il meglio, ma
Eleonora e la sua famiglia sono costretti a rientrare nell’indomita
isola, dove lo zio di Federico, ucciso a seguito di una congiura,
aveva lasciato vacante la carica di Giudice d’Arborea, e il bambino
era l’erede diretto. Il mondo di corte, i suoi intrighi, le sue
violenze, rendono breve la vita del ragazzino, ponendo fine alla
promessa di matrimonio.
Questa la ‘materia grezza’ di una
storia che probabilmente somiglia a tante altre in un’epoca che di
congiure, tradimenti, uccisioni coi metodi più efferati era piena.
Bianca Pitzorno prova a farci vedere questo mondo, pieno anche di
avventure e di stupore, con gli occhi dei bambini coinvolti nella
vicenda.
Federico e Bianchina sono per lei in
primo luogo bambini, che sognano mari lontani, che immaginano il loro
futuro in una città piena di vento e di speranze. Forse immaginano
anche il loro futuro insieme, o forse no; in ogni caso, il loro
matrimonio resta un sogno infantile, una storia raccontata dal finale
triste.
L’autrice, che conosce così bene
questa vicenda, la vuole raccontare ai bambini e alle bambine in
forma di ballata, una poesia circolare che passa dalla finestra di
Bianchina alle corse di Federico, portata dal vento impetuoso che si
insinua nelle strade di Genova.
La storia di ricchi e potenti, intenti
a tessere trame di future alleanze, diventa la storia di due bambini
come tanti, il cui destino comune viene interrotto dalla violenza.
L’aspetto onirico, di un’infanzia
ancora lontana dalle trame di corte, è sottolineato dalle tavole
della Possentini, che ci restituisce un’immagine sognata di
infanzia: Federico che insegue il vento e sogna viaggi in paesi
lontani, Bianchina che si assopisce nel suo letto. E Genova nel
vento. Immagini e parole insieme ci regalano l’idea di una città
in cui il maestrale canta, volando nelle strade, sbattendo i panni
stesi ad asciugare, portando con sé i sogni dei bambini.
Questo è un albo che vive di
suggestioni e di immaginazione, che suggerisce, più che raccontare,
di immagini che fermano l’attimo, il gesto, lo sfondo di un sogno
irrealizzabile, mostrando come anche la Storia possa diventare
poesia.
Eleonora
“La canzone di Federico e Bianchina”,
B. Pitzorno, S.M.L. Possentini, Mondaori 2018
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