PICCOLE STORIE
Arrivano i fratelli Hood,
Guido Sgardoli
Solferino 2018
NARRATIVA PER MEDI (dai 7 anni)
"Quella sera, quando ormai la
fattoria Hood non era che un cumulo di macerie annerite e fumanti,
gli agricoltori della zona si ritrovarono tutti a casa di Benjamin
Clay, vicino e buon amico degli Hood. Lo zio Samuel sedeva su una
sedia a dondolo vicino al camino, lo sguardo fisso sulle fiamme, le
mani unite in grembo, silenzioso. I segni sotto il fazzoletto legato
intorno al collo parlavano per lui. 'Dobbiamo fare qualcosa' stava
per dire Frank."
Midwest, guerra di
Secessione, fattoria dei Clay: sono tutti lì riuniti intorno al
fuoco per cercare un modo per porre fine ai continui soprusi del
tenente Mackenzie e dei suoi soldati. Quel diavolo di uomo, mette a
ferro e a fuoco tutto ciò che gli capita a tiro: e oggi è stata la
volta della fattoria degli Hood. Joseph Hood, il padre di Frank e
Jesse, si è arruolato nell'esercito della confederazione e sta
facendo la sua parte nella guerra civile. Suo fratello, sua moglie e
i suoi ragazzi sono rimasti alla fattoria per continuare a lavorare i
campi. Quella mattina è arrivata su di loro la violenza del sergente
nordista e la loro fattoria non esiste più: è la vendetta di
Mackenzie, sempre invano sulle tracce di Quantrill e del suo piccolo
esercito di irregolari, filosudisti.
'La misura è
colma' pensano quei ragazzi di fronte all'ennesima angheria e
decidono di organizzarsi in banda. Sono troppo giovani per essere
'arruolati' da Quantrill e diventare soldati di quella guerriglia,
ma sono sufficientemente determinati a portare, se non morte, almeno
un gran disordine in una parte dell'esercito unionista.
Questa è la loro
avvincente storia.
Pierdomenico
Baccalario (con la squadra di Book on a Tree) è alla regia di questo
progetto editoriale che ha come obiettivo quello di creare una
piccola biblioteca per giovani lettori e lettrici amanti
dell'avventura e non ancora abbastanza forti per affrontare i grandi
classici.
Una collana di
piccole storie che si definiscono 'Libri corsari' e 'fuori rotta'.
Nella presentazione
fatta da Solferino al suo esordio nell'ambito dell'editoria per i più
piccoli si elencano i pregi di questo progetto.
In primo luogo il
formato breve: siamo sempre sotto le 90 pagine. Si presume, con
l'intento di non spaventare chi sia alle prime armi.
In secondo luogo,
il tema dell'avventura che attraversa i diversi titoli e che spazia
in tempi e luoghi anche molto diversi.
Inconfutabile: la
prima è una storia di fuorilegge in America durante la Guerra di
Secessione, la seconda una storia al femminile di viaggi per mare, ai
tempi di Cook, la terza ha a che fare con la Cina medievale e la
polvere pirica.
Tra meno di dieci
giorni sono in uscita altri titoli.
In terzo luogo si
parla di una scuderia di autori di tutto rispetto: Sgardoli,
Morosinotto, Piumini, Garlando, lo stesso Baccalario e altri.
Effettivamente gli autori di narrativa significativi in Italia si
contano sulle dita di una mano, forse due. E gli autori dei primi due
titoli che ho letto sono già pollice e indice. Occorre aspettare e
vedere con un maggiore respiro chi va ad aggiungersi.
In quarto luogo si
parla di raffinatezza editoriale e veste preziosa. Un richiamo al
modello del classico effettivamente c'è nel formato scelto e nel
design della copertina, rigida, nei risguardi che contengono mappe e
cartine di orientamento per lo svolgersi della vicenda.
Le illustrazioni
sembrano di buon artigianato. Ma niente di più.
In
quinto luogo, il richiamo ai classici (in chiave fresca e
moderna! Ossignur!). E qui c'è
da augurarsi che editore e curatore veglino e facciano salve alcune
condizioni. La prima fra tutte è la capacità degli autori di
scrivere 'come' si fa nei classici.
Fortunatamente
Sgardoli mi pare colga abbastanza nel segno, riuscendo a creare la
giusta atmosfera per raccontare una storia nell'America che potrebbe
essere quella di Twain.
Molto
meno lo fa Morosinotto nel secondo titolo - Il terribile
testamento di Jeremy Hopperton.
- Strano, visto che nel Il rinomato catalogo Walker &
Dawn aveva saputo rendere
omaggio alla grande letteratura di Twain con enorme talento.
Esordisce in prima pagina con un condizionale passato che è un
orrore (errore?) e solo a venti pagine dalla fine decolla e
finalmente da par suo tiene viva l'attenzione di chi legge, decidendo
di non impantanarsi più nel 'politicamente corretto' in questioni di
genere.
La
conclusione qual è? Teniamo d'occhio l'intera operazione e vediamo
cosa ci riserva il futuro.
Carla
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