lunedì 17 settembre 2018

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


UNA GUERRA NELLA GUERRA


Avi, pseudonimo del pluripremiato scrittore americano Edward Irving Wortis, è conosciuto in Italia soprattutto per romanzi d’avventura come ‘Le avventure di Charlotte Doyle’, romanzi scritti con grande mestiere e inventiva.
In ‘La folle guerra dei bottoni’, pubblicato ora nella collana Feltrinelli up, cambia completamente registro, almeno rispetto a quanto già pubblicato in Italia. Si tratta, infatti, di un durissimo romanzo a sfondo storico, ambientato in un villaggio polacco durante la Prima Guerra Mondiale, che ha però al suo centro la vicenda di un gruppo di ragazzini e la loro folle lotta per la supremazia.
In breve, la trama: nel villaggio polacco stazionano militari russi, fino a quando non arriva l’esercito tedesco, preceduto da un bombardamento aereo. I russi si ritirano al di là della foresta vicina al villaggio. In questo lasso di tempo un gruppo di ragazzini, i cui esponenti principali sono Patryk, l’io narrante, e Jurek, dalla forte personalità e dalle grandi ambizioni. Un loro passatempo è gareggiare e fare prove di coraggio. Nasce l’idea di una nuova gara, il cui vincitore sarà proclamato re: rubare bottoni dalle uniformi dei soldati. Se all’inizio questo può apparire facile, con l’arrivo della guerra vera, l’occupazione tedesca e poi la battaglia finale fra russi e tedeschi, la sfida diventa sempre più pericolosa e carica di conseguenze anche tragiche.
Della tragedia questo romanzo richiama la struttura, laddove già nell’incipit sono enunciati i drammi che seguiranno e il lettore e la lettrice son lì, a ogni giro di pagina, a chiedersi quando e come si concretizzerà quello che non può non accadere.
Questo detto con una sintesi strettissima, perché mi preme raccontare i diversi approcci che il romanzo consente.
Il primo, forse il più immediato, è la descrizione della guerra, di una guerra di posizione in cui i civili sono spettatori e vittime nello stesso tempo, con il capovolgersi dei fronti, l’alternarsi di fasi di relativa tranquillità fino alla distruzione totale. Le vicende, i movimenti degli eserciti, le loro caratteristiche sono raccontati attraverso gli occhi del protagonista, il dodicenne Patrik, che in vita sua non si è mai allontanato dal villaggio e conosce ben poche cose del mondo. Lui, come gli altri abitanti, sa poco del perché di quel conflitto, sa solo che oggi a comandare sono i russi, domani saranno i tedeschi e poi i russi con i francesi e poi ci sarà solo la fuga. A differenza de ‘L’ultima alba di guerra’, il punto di vista resta fisso sui ragazzini, che assistono, e loro malgrado ne sono coinvolti, alle vicende militari.
Il secondo aspetto, forse più spiazzante, è proprio quello del gruppo di bambini o poco più, presi in una loro guerra, che non ha niente di spensierato e di giocoso. E’, in piccolo, una lotta per la supremazia fra Patrik, più ragionevole e maturo, e Jurek, figura inquietante, ma nello stesso tempo infantile. I ragazzi sono impauriti dalla sfida lanciata da Jurek, che viene ogni volta rilanciata dandosi obbiettivi via via più pericolosi, ma non riescono a sottrarvisi. Lo stesso Patryk in realtà accetta i continui rilanci, sperando di vincere e mettere fine alla contesa. Sembra che nessuno si renda conto veramente di quello che stanno provocando, una catena di eventi drammatici in cui si mescolano tradimenti, paura, coraggio, morte e salvezza. E’ centrale la fotografia di quel momento dell’adolescenza in cui la sfida alla morte acceca il raziocinio e induce ad alzare l’asticella sempre più in alto; non a caso è una narrazione tutta al maschile, in cui sono tratteggiati i diversi approcci al diventare grandi: il super-eroismo, la ragionevolezza, l’acquiescenza alla forza del capo.
Il terzo aspetto riguarda la figura di Jurek, eroe negativo, ma nello stesso tempo ragazzino fragile, preso da un delirio di onnipotenza che richiama ben più tragiche figure storiche. Jurek non si ferma davanti a nulla perché dal suo punto di vista vincere è più importante di sopravvivere; e vincere è raggiungere la supremazia su uno sparuto gruppetto di ragazzini spaventati.
L’esercizio del potere in quanto tale diventa una molla sufficiente a mettere a repentaglio la propria e l’altrui vita.
Come si vede, c’è molta materia di discussione, racchiusa in meno di duecento pagine che scorrono via in una narrazione avvincente, che inchioda alla pagina.
Da quello che ho detto si evince che questo romanzo è adatto per lettori e lettrici già maturi e consiglierei vivamente la lettura a partire dai tredici anni.

Eleonora

“La folle guerra dei bottoni”, Avi, Feltrinelli 2018


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