lunedì 13 maggio 2019

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


PROCURATEVI UN PIATTO...

Una festa in via dei Giardini. Con le ricette del mondo, Felicita Sala
(trad. Lucia Moretti)
Electakids 2019

ILLUSTRATI

"Che buon profumo al numero 10 di via dei Giardini: odori deliziosi, che sanno di festa! Nella sua cucina Pilar frulla i pomodori in una grande pentola.
Nell'appartamento a fianco il Signor Ping fa rosolare in una padella dei broccoli. Huan, suo nipote, li chiama 'gli alberelli'.
Al pianterreno Maria schiaccia gli avocado con una forchetta."


Piano terra, mezzanino, primo piano, secondo piano e mansarda. Sul retro, ampio giardino privato: au 10, Rue des Jardins. Al 10 di via dei Giardini abitano nei 15 appartamenti ben più di quindici persone e tutte, o quasi, sono intente a preparare qualcosa da mangiare. Dal Salmorejo di Pilar alla zuppa di fagioli neri della Señora Flores, dagli spaghetti al pomodoro della Signora Lella al Baba Ganoush di Ibrahim, dai cookies di Jeremy che sta all'attico fino al Guacamole del pianterreno preparato anche con l'aiuto di Maria.
All'opera non ci sono solo i grandi, ma una squadra di valenti aiutanti, chiamati a svolgere mansioni altrettanto importanti, ma più adatte a mani piccole.
E chi non è impegnato a polpettare, schiacciare e mescolare è comunque lì ad assaggiare, a osservare. Tutti e tutte però, sebbene siano impegnati in attività differenti, hanno in comune un sorriso, magari anche solo accennato, al pensiero di ciò che li attende.

Un libro grande e pieno di cibo, facce e colori. 


Un palazzo è il contenitore ideale per raccontare tante storie contemporaneamente.
Per forma architettonica, per luogo di nascita del libro, per dimestichezza con il melting pot, mi pare evidente che la storia non sia roba di casa nostra, ma sia invece ambientata Oltralpe, in Francia.
Non è esattamente un dettaglio folkloristico il fatto che tutte queste persone abbiano fisionomie, culture, tradizioni alimentari, religioni, lingue tra loro diverse e che, tuttavia, si sentano serenamente parte di una piccola comunità, come può essere quel condominio a Rue des Jardins.
Un po' più consueto è il fatto che essi abbiano deciso di comune accordo di mettere insieme i loro saperi in fatto di cucina: intorno a un tavolo, spesso si diventa amici o quanto meno si fa conoscenza...
Gli abitanti di quel palazzo, è piuttosto chiaro, infatti si conoscono tra loro ed è evidente che hanno una gran voglia di mettere in comune pezzetti della loro storia, della loro cultura, delle loro tradizioni. Su una grande tavolata. Non sembra proprio che questa sia la prima volta che mangiano assieme.
Meno scontata è la circostanza che il muro di cinta che chiude lo sguardo sul giardino, sia valicato da ammiccamenti di persone di passaggio, che in questo mood di festa vengono invitati a entrare da chi è già dentro: prendete una sedia e procuratevi un piatto, questa è una festa per tutti.
Tutto questo apre diverse questioni più generali che possono trovare esito in belle chiacchierate da 'intavolare' con i bambini e le bambine, chiedendo loro di mettere in comune il proprio vissuto su questa questione. Anche se non è esattamente una novità che il cibo sia stato, ovunque ma anche in Italia, uno dei primi vettori di conoscenza e inclusione all'interno di comunità già consolidate di persone di altri paesi. Già vent'anni fa nelle mense scolastiche ai ravioli nel menu settimanale si alternava il cuscus, con risultati anche piuttosto sorprendenti di bambini che sostenevano il non plus ultra del gusto nel mangiare uno strato di cuscus e uno strato di ravioli, uno strato di cuscus a uno di ravioli.


Più interessante è il discorso sul valore sociale che ha la condivisione del cibo e su cui poggia (con la consueta freschezza che contraddistingue la più recente produzione di Felicita Sala) questo libro, il primo in solitario datato 2018 in Francia, di ricette dai quattro angoli del globo. 
Un filo rosso le tiene insieme: la loro facilità nella realizzazione. Pur non essendo espressamente cibi pensati per bambini, per accessibilità, sono facilmente cucinabili anche da piccole mani. 


Il libro si inserisce in questa sempre più diffusa ricerca di ibridazione tra generi, ovvero tra libri di stampo più divulgativo e libri di finzione, gli albi, che fondendo i loro due linguaggi più peculiari danno origine a questo interessante risultato.
Dal punto di vista più strettamente narrativo, è bello vedere all'opera vecchi, giovani, donne sole, uomini soli, mamme e figlie, sorelle, ragazzetti, nonni e nipoti che - sorridendo - cucinano per qualcun altro. È bello vederli nelle loro case che sono, al pari degli ingredienti che manipolano, espressione di mondi e culture molto diversi fra loro. 
Dal punto di vista più legato all'informazione, è bello vedere gli ingredienti disposti sulla pagina di destra che contiene le poche righe della ricetta, con la consueta visione un po' distorta e un po' cubista. 
È bello vedere i dettagli con cui Felicita Sala puntella le grandi tavole di sinistra che fanno da scenario all'atto del cucinare. E su tutto è bello vedere l'armonia nell'uso dei colori e l'equilibrio compositivo nello specchio della doppia pagina.


Insomma, un bel libro da maneggiare.

Carla

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