RACCONTARE L'INFANZIA
Devo confessarvi alcune mie attrazioni fatali: i disegni di Erlbruch e i libri di racconti. Bene, il libro di cui vi scrivo oggi, le contiene entrambe. impossibile resistervi.
Devo confessarvi alcune mie attrazioni fatali: i disegni di Erlbruch e i libri di racconti. Bene, il libro di cui vi scrivo oggi, le contiene entrambe. impossibile resistervi.
Rizzoli, 2011
NARRATIVA PER GRANDI (dai 10 anni)
“Una volta all'anno nostro padre si metteva ai piedi della scala e ci chiamava per nome uno a uno, senza nemmeno prendere fiato tra uno e l'altro, come fossimo stati un unico fratello con un nome lungo lungo. Il nome ci pungeva come un'ape, tutti e sette insieme. Scattavamo in piedi, saltavamo giù dal letto, ci tiravamo su i pantaloni del pigiama fin sotto le ascelle, e ci precipitavamo incespicando giù per le scale come un unico fratello con quattordici braccia e quattordici gambe.”(p. 193)
Gran libro.
Nel mio immaginario di figlia unica è proprio così che io mi sono sempre sognata la vita con i fratelli. Non so se dipenda dal fatto che non ne ho mai avuto, o dal fatto che ho sempre desiderato averne parecchi, o dal fatto che ho sempre desiderato una famiglia numerosa, visto che la mia era composta di sole tre unità, ma rimango sempre incantata di fronte alle storie di vita tra fratelli.
In questo libro ce ne sono addirittura sei, oltre all'io narrante del più piccolo. Un padre che fa il padre, una madre che fa la madre e una nonna che fa la nonna. Il tutto su uno sfondo di campagna olandese, a parte il mese estivo, passato in vacanza sulla costa.
Il libro va diretto al nocciolo della questione: il mondo dei piccoli, visto nella sua estrema serietà e narrato con grande onestà.
Ogni episodio raccontato da piccolo protagonista – degli altri fratelli ignoriamo addirittura i nomi, come a sottolineare il fatto che essi costituiscano un'unica grande entità, seppure diversificata al suo interno – è visto con grande lucidità e serietà. Per quei bambini ogni cosa è fatta con grande impegno, ogni cosa detta è sempre molto pensata, ogni emozione provata è sempre molto autentica. Tutto questo per dire che siamo di nuovo di fronte a un libro che racconta in modo lucido e autentico l'infanzia (alludo ad un altro esempio recentissimo che ha fatto tanto discutere, ovvero i libri di Heidelbach). Per i piccolo, gli adulti ci sono e sono importanti, ma sono qualcosa di profondamente distante ed 'estraneo' dal loro mondo di ragazzini. In questo libro i bambini fanno i bambini e i grandi fanno i grandi, senza ammiccamenti, con grande onestà e schiettezza, da entrambe le parti. Ne risulta un'infanzia solitaria (che tanto turba dalle nostre parti adulti preoccupati e invadenti), raccontata nel suo naturale percorso di crescita, con errori, stupori, ingenuità e sensibilità, crudeltà e ironia.
Come nelle tavole di Heidelbach, anche in queste pagine si respira la stessa aria di 'geniale unicità' che contraddistingue il periodo dell'infanzia. Come in Heidelbach c'è il guizzo, l'ironia, il mistero che spiccano su uno sfondo 'neutro' che ha lo scopo di non distrarre, ma anzi di sottolinearne il rilievo e la vitale importanza.
Di Bart Moeyaert è già stato pubblicato in Italia un altro libro che mi era piaciuto: Coraggio per tre (di nuovo Rizzoli). Un libretto piccolo che in libreria è passato inosservato pur essendo anch'esso, davvero bello.
Le atmosfere di questo testo mi ricordano altri due bei libri, letti lo scorso anno: Il bambino Oceano (J.-C. Mourlevat, Rizzoli, 2010), dove la relazione tra fratelli è ugualmente serrata come in questo e Il libro di tutte le cose (G. Kuijer, Salani, 2010) , per gli stessi 'panorami sociali' dell'Olanda.
Fratelli, con la sua visione laica della vita e mai apprensiva e ossessionata nei confronti dell'infanzia, offre una chiave di lettura del mondo dei bambini che li considera PERSONE PICCOLE (prendo a prestito la felice definizione fatta da Beatrice Alemagna in Che cos'è un bambino?, Topipittori, 2008), ovvero ne riconosce la dignità, complessità di pensiero, la alterità.
Sarà che anche il il mondo transalpino (austria, germania, olanda per citarne alcuni) è un mio grande amore, ma mi pare che da quelle regioni stia arrivando tanta bella editoria. E all'ultima Fiera di Bologna mi è parso di trovarne conferma.
E ora un accorato appello: leggetelo!
Carla
Carla
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