OLTRE IL GIARDINO DEI BIRICOCCOLI
Venerdì 9 settembre c’è stata l’inaugurazione della quinta edizione di Pomarium, dieci giornate per il frutteto amatoriale (http://www.pomarium.net/), organizzato dal Parco vivai Belfiore a Lastra a Signa, vicino a Firenze. Questo vivaio da ventotto anni si occupa di recuperare piante da frutto antiche e oramai desuete. Il luogo è bellissimo, lo spazio è molto esteso, ma ciò che mi ha colpito è che esistono moltissime varietà di mele, pere, fichi rispetto a quelle che comunemente troviamo, non dico al supermercato, ma anche sui banchi dei nostri mercati rionali: più di trenta varietà di mele, altrettanti tipi di fichi e di pere. E poi piante da frutto per me completamente sconosciute come, per esempio, l’azzeruolo, una sorta di piccolissima mela, e il biricoccolo, un ibrido naturale tra albicocco e susino. Tutte queste coltivazioni sono state quasi completamente accantonate, dimenticate a favore di alberi da frutta con un rendimento commerciale decisamente più vantaggioso per i coltivatori, a scapito di un impoverimento della varietà e della biodiversità.
Venerdì 9 settembre c’è stata l’inaugurazione della quinta edizione di Pomarium, dieci giornate per il frutteto amatoriale (http://www.pomarium.net/), organizzato dal Parco vivai Belfiore a Lastra a Signa, vicino a Firenze. Questo vivaio da ventotto anni si occupa di recuperare piante da frutto antiche e oramai desuete. Il luogo è bellissimo, lo spazio è molto esteso, ma ciò che mi ha colpito è che esistono moltissime varietà di mele, pere, fichi rispetto a quelle che comunemente troviamo, non dico al supermercato, ma anche sui banchi dei nostri mercati rionali: più di trenta varietà di mele, altrettanti tipi di fichi e di pere. E poi piante da frutto per me completamente sconosciute come, per esempio, l’azzeruolo, una sorta di piccolissima mela, e il biricoccolo, un ibrido naturale tra albicocco e susino. Tutte queste coltivazioni sono state quasi completamente accantonate, dimenticate a favore di alberi da frutta con un rendimento commerciale decisamente più vantaggioso per i coltivatori, a scapito di un impoverimento della varietà e della biodiversità.
Questa meraviglia è stata amplificata ancora dall’incontro nel pomeriggio con Libereso Guglielmi, giardiniere classe 1925 che, da ragazzo, entrò con una borsa di studio nella Stazione sperimentale di Floricultura che Mario Calvino, il padre dello scrittore, aveva creato nei giardini di Villa Meridiana a Sanremo.
Libereso, il ragazzo che nel racconto di Italo Calvino, Un pomeriggio Adamo, innaffia le piante di nasturzio “piano piano, come versasse caffelatte”, con la sua maniera di raccontare che è un continuo fluire di ricordi, ha sostenuto con grande entusiasmo l’importanza di introdurre nella scuola dell’obbligo lo studio delle piante cosicché i bambini sappiano riconoscere e siano in grado di raccogliere le erbe e i fiori ‘mangerecci’.
Nel 2008 è stato pubblicato dalla casa editrice Socialmente un libricino dal titolo Oltre il giardino, le ricette di Libereso Guglielmi, a cura di Claudio Porchia. Si tratta di una raccolta di appunti tradotti in ricette e di disegni realizzati dal grande maestro. Sono ricette sintetiche, a volte mancano dei passaggi, a volte ingredienti citati nella lista non si ritrovano nella preparazione, ma vale la pena provarle perché vi si ritrova il suo flusso di parole e di forza.
Ho preparato la torta di nocciole che mi sembra adatta per la prima colazione:
100 gr di nocciole
200 gr di farina
200 gr di zucchero
1 tazza di olio extravergine di oliva
5 uova
un bicchiere di latte
la scorza di un limone
mezza bustina di lievito
Tostate le nocciole in forno per un quarto d’ora a 190°. Pestatele nel mortaio. Impastate la farina, le uova, lo zucchero, l’olio e il latte. Unite le nocciole, la scorza di limone grattugiata e il lievito passato al setaccio. Cuocete nel forno a 170° per 40 minuti.
Lulli
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