SI PUO' FARE
Non c’è regola senza eccezione, e quindi, mi sento autorizzata a deviare un po’ dal consueto schema dei libri a confronto. Anche in questo caso i libri sono due, ma non sono messi a confronto, hanno un filo conduttore comune (oltre che una medesima autrice), entrambi raccontano la LIBERTA' DEI BAMBINI.
Non c’è regola senza eccezione, e quindi, mi sento autorizzata a deviare un po’ dal consueto schema dei libri a confronto. Anche in questo caso i libri sono due, ma non sono messi a confronto, hanno un filo conduttore comune (oltre che una medesima autrice), entrambi raccontano la LIBERTA' DEI BAMBINI.
L’autrice è Giusi Quarenghi e i libri sono quelli di cui abbiamo parlato, nello scorso maggio, in un incontro all’interno della manifestazione della Tribù dei lettori.
L’ultimo suo libro, pubblicato nella collana denominata Zerotre dell'editore Panini; (www.francopaniniragazzi.it), comincia così (ed è un vero manifesto intellettuale):
Fare ciò che salta in mente,
Non sempre si deve – ma a volte si può –
Fare non come dice la gente"
Ovvero, liberiamoci, noi adulti, e liberiamo i nostri bambini, dal controllo sempre e comunque, dalla regola fasulla che è facile da imporre ai più piccoli, e facile imparare ad aggirarla appena si acquisisce un po’ di furbizia.
Si può essere ammalati e questo, anche se provoca scompiglio in famiglia, è l’effetto di essere vivi; si può essere pigri e non voler subire tutta la miriade di attività di cui i bambini hanno la vita stipata.
Si possono inventare giochi dal niente, imparare ad apprezzare, quando si ha fame davvero, anche il sapore del semplice pane.
Dunque Si può è un caldo invito ai genitori a rispettare quella libertà un po’ anarchica e tanto imprevedibile e creativa, che è propria dei bambini; senza questa libertà, e senza conservarsela nel cuore anche da grandi, non si riesce ad immaginare il mondo diverso da come è. Ma nel libro c’è anche l’affermazione della necessità, per ogni bambino, di mettersi alla prova proprio infrangendo tutti quei 'si deve' che gratificano tanto i grandi. Non per negare l’importanza delle regole, ma per concepire l’educazione e la crescita come un delicato tira e molla in cui l’adulto controlla, da lontano, quei passi incerti verso l’affermazione di sé, misurati anche dall’infrazione, dalla sfida, dal mettersi coraggiosamente alla prova.
L’esempio è dato meravigliosamente dall’episodio, raccontato ne Io sono il cielo che nevica azzurro (www.topipittori.it) , del vestito amatissimo dalla scrittrice bambina e messo proditoriamente, vestito delizioso, a mezze maniche con il nastro azzurro cielo, adatto per la primavera, in un giorno in cui incautamente cade la neve.
Sfidare il gelo, lo sguardo stupito dei compaesani (per fortuna la mamma non c’è) è dire 'lo posso fare, ne sono capace', rischiando anche una punizione, oltre al freddo patito.
Tentare è rischiare, affrontare il giudizio del mondo, e anche quando si perde, ci si rafforza nella consapevolezza della propria volontà.
Il libro, che è il divertito racconto della propria infanzia, descrive un mondo diverso da quello dei bambini di oggi e su molte cose mi sono ritrovata, anche se sono cresciuta a Roma, e non in un paese di montagna, negli anni Cinquanta. Non avrei mai potuto tentare di addestrare delle galline ad eseguire un complicato numero da circo, ma anche io sono cresciuta con i giochi fatti di invenzioni, con infinite letture ad alta voce, con i racconti della guerra ancora vividi, tragedia e commedia mescolate insieme.
Allora, per certi versi, le regole si basavano su certezze apparentemente più solide, ma c’erano per i bambini più spazi di autonomia (ho cominciato ad andare a scuola da sola a otto anni, prendendo l’autobus), più tempi vuoti, lasciati all’invenzione e alla sana noia.
Il sospetto è che l’incertezza dell’approccio educativo (tanti divieti/nessun divieto), che spesso produce bambine vestite da veline o bambini dediti alla prepotenza, nasconda una grande paura, di essere inadeguati rispetto alle grandi domande che vengono dai bambini. Questi due libri sono uno specchio eccellente in cui i genitori possono provare a riconoscere che bambini sono stati che adulti vogliono essere.
Eleonora
“Si può”, G. Quarenghi e A. Sanna, Franco Cosimo Panini 2011
“Io sono il cielo che nevica azzurro”, G.Quarenghi, Topipittori 2010
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