giovedì 13 ottobre 2011

FAMMI UNA DOMANDA!


MA LE BAMBINE SONO CURIOSE?

Il titolo è provocatorio e serve ad introdurre un nuovo filone di interventi che riguarderà i libri di divulgazione dedicati ai ragazzi, con un’attenzione particolare a quelle che si chiamano differenze di genere.
Intanto, perché parlarne?
Spesso diamo per scontate molte cose: che in fondo, quando si tratta di descrivere dinosauri o antichi romani, un libro vale l’altro; che ci sono argomenti che interessano i bambini (gli animali, i dinosauri, il cielo e le stelle, il corpo umano, gli esperimenti, la storia, le battaglie…), altri di competenza femminile (cuccioli, possibilmente domestici, arte e lavoretti).
Pensate che queste liste siano arbitrarie e siano il frutto delle mie fissazioni? Vi assicuro, non è così; nella genealogia femminile si deve essere interrotto qualcosa, perché oggi mamme e nonne spesso descrivono una realtà femminile quasi ottocentesca (ricordate Calpurnia?), mentre le bambine, quelle che incontro con le varie classi che visitano la libreria, non mostrano affatto questi pregiudizi; anzi, esprimono curiosità ed interessi i più disparati tanto quanto i fratelli o compagni di classe. Mi piace chiamare i bambini, parafrasando indegnamente Freud, i 'curiosi polimorfi', cioè meravigliose creature con pochi preconcetti e una serie infinita di domande.
Queste domande sono preziose, anche se non tutte matureranno in interessi definiti e duraturi, anche se saranno solo una palestra di ragionamento, sono l’humus su cui crescono e si sviluppano delle predisposizioni, un approccio curioso verso il mondo, un’attitudine a farsi domande via via più complesse e a non accettare la prima risposta che viene.
Perché mai dovremmo contribuire a preconfezionare per le bambine (o i bambini) di oggi un futuro di conformismo e di accettazione di modelli sui parametri dominanti (vedi televisioni commerciali)?
Ecco perché non smetterò di proporre dinosauri e feroci predatori, esperimenti a iosa, cieli stellati da esplorare, imperatori e divinità di tutti i paesi.
I libri di divulgazione non sempre sono capolavori, come lo sono stati Libro delle terre immaginate o Le grandi battaglie; per coltivare la libertà delle domande infantili ci vogliono buoni libri, libri che sappiano incuriosire, anche attraverso la veste grafica, e che diano risposte 'oneste', ovvero aggiornate, comprensibili e, magari, non definitive.
Per inaugurare questa nuova sezione del nostro blog, ho scelto un libro fresco di stampa: Entrate nel quadro! Piccoli enigmi dei capolavori di Alain Korkos, edizioni L’Ippocampo. (www.ippocampoedizioni.it)

Il libro descrive un divertente percorso nella storia dell’arte, proponendo man mano delle domande curiose: Cosa fanno i puttini nella Madonna Sistina di Raffaello? Oppure quanti sono veramente i pesci rossi dipinti da Matisse nel 1911? Perché nel quadro di Hopper Nottambuli non c’è la porta? Sicuramente la domanda suscita curiosità e sfida il bambino sul terreno delle risposte più o meno fantastiche (e questo rende sicuramente il libro accattivante); ma c’è di più, suggerisce un approccio con l’opera d’arte fondato sulla curiosità irriverente, che guarda davvero quello che il quadro rappresenta. Sono così descritti 62 capolavori della pittura, con spiegazioni efficaci e la risposta al quesito che contraddistingue ciascuna riproduzione. Ovviamente è un testo indicato per bambini a partire dagli 8 anni, anche se sfogliare un bel libro d’arte è sempre un bel passatempo.
Questo tipo di impostazione mi sembra più stimolante di quello di un analogo libro dedicato alla storia dell’arte per bambini: La mia prima storia dell’arte di Beatrice Fontanel, edito da Sonda (www.sonda.it). 

In entrambi i casi le riproduzioni sono eccellenti, l’impaginazione efficace, ma manca quella spinta ulteriore data dalla domanda provocatoria. E’, diciamo così, più un libro da consultazione, che consente di farsi un’idea sull’arte dalle veneri preistoriche all’arte povera.
Credo non sia un caso che tutti e due questi testi siano francesi, rispettivamente delle Edition Palette (tradotto da Sonda) e delle Editions de La Martiniere (tradotto da L’Ippocampo junior): nella generale trascuratezza che riserviamo al nostro immenso patrimonio artistico, dedichiamo ben poche energie (con importanti eccezioni) alla divulgazione dell’arte e all’educazione alla bellezza.
Ma qui si apre un altro grande argomento: perché i libri per bambini dovrebbero essere anche belli da vedere, da sfogliare, impaginati con cura, suggestivi oltreché informativi?
Eleonora

La mia prima storia dell’arte”, B. Fontanel, Sonda 2011
Entrate nel quadro!”, A. Korkos, L’Ippocampo junior 2011

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