MARA, CLARA, LALLA, LELLA, GINA, PINA ED ERNESTINA
LE LAVANDAIE SCATENATE, John Yeoman, Quentin Blake
Cult Jeunesse, 2012
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 5 anni)
"C'erano una volta sette lavandaie. Ogni santo giorno (ogni giorno e per tutti i giorni dell'anno) se ne andavano giù al fiume, cariche di panni sporchi sulla testa. I loro nomi erano Mara, Clara, Lalla, Lella, Gina, Pina ed Ernestina. Ed erano tutte molto, molto amiche."
Le lavandaie sono un po' come le lavatrici: non si fermano mai e fanno sempre lo stesso movimento. Bagnare, insaponare, strofinare, sciacquare, strizzare e, in più rispetto alle loro omologhe meccaniche, devono anche stendere!
Un ben duro lavoro, che richiede grande forza nelle braccia ma anche una grande forza di volontà a dover ogni giorno fare i conti con calzini repellenti e tovaglie impiastricciate. Nel loro caso poi, la fatica è anche maggiorata dal fatto di essere alle dipendenze di un avido ometto che le strizza (è proprio il caso di dirlo!) fino all'ultima goccia di sudore.
Un giorno però, mi pare fosse proprio un giovedì, tutte assieme, come sempre, decisero che il vaso (o dovrei dire il mastello) era colmo. Presero la porta e se ne andarono, non prima di aver sepolto il signor Ubaldo Manichestrette sotto il mucchio di panni puzzolenti e di aver preso in prestito il carretto guidato da Lisandra, la capra. Un'altra femmina, l'ottava. Il risultato della loro allegra e rumorosa fuga verso la libertà fu un bel po' di fango sugli abitanti del villaggio, la liberazione di tutti gli animali chiusi nei recinti e un bel repulisti sugli alberi da frutto dei contadini e nelle botteghe dei cappellai... e a notte fonda un bello scampanio dal campanile della chiesa.
Tanto divertimento non lo avevano mai provato e quindi decisero che quella vita scapestrata poteva anche continuare. E continuò. Le lavandaie scatenate seminarono il terrore nella campagne fino al momento che sette robusti taglialegna decisero di fermarle con la loro stessa arma, il terrore. Ma, si sa, a una lavandaia non la si fa...
Storiellina dal forte sapore revanscista, di certo femminista e molto divertente in cui si dimostra che essere donne è fichissimo, che la coscienza va sempre tenuta sveglia, che al mondo non si deve essere sfruttati, che la libertà è un bene per tutti, che l'unione fa la forza e -last but not least- che è in tutta libertà che si può decidere di mettere su famiglia. Scritta e illustrata alla fine degli anni Settanta da una coppia di affiatati amici che veleggiano entrambi intorno agli ottanta anni. Mattacchioni e monelli, hanno imperversato e, fortunatamente per noi, ancora imperversano nel mondo dei libri per ragazzini. Su Quentin Blake avrei un monte di cose da dire, ma mi limito a ricordare che dobbiamo essenzialmente a lui la costruzione di gran parte del nostro immaginario di lettori di libri per ragazzi. Suo è il GGG che elogia le doti del cetrionzolo, sua Matilde sprofondata in poltrona, suo il coccodrillo che finge di essere un'altalena di legno, sua la casa sull'albero di Aglaia e potrei continuare fino a domani. Con la sua faccia rotonda e mite da omino tranquillo, Quentin Blake è davvero un gigante. E in questo libro lo dimostra una volta in più, nel suo raccontare attraverso il disegno una storia ancora ulteriore rispetto a quella scritta da Yeoman, con una vivacità di pensiero, un gusto per l'ironia, un'allegria movimentata che si rivela più che mai contagiosa. Impossibile restare imperturbati, chiedetelo alla mucca che le vede passare! Provare per credere.
Carla
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