IL
SEGRETO DI GARMANN, Stian Hole
Donzelli,
2012
ILLUSTRATI
PER MEDI (dai 7 anni)
'"Vieni
Garmann, devo farti vedere un segreto', gli sussurra. Sgattaiolano
insieme attraverso il parco e lungo la rete di recinzione che
durante l'inverno Hanne ha convinto Garmann a leccare con un
imbroglio. Poco dopo raggiungono i grandi abeti.
Johanne
si guarda indietro e controlla che nessuno li veda. po prendono il
sentiero che attraversa il bosco. 'Dove stiamo andando?' sussurra
Garmann. 'Aspetta e vedrai' risponde Johanne.
Hanne
e Johanne. Come dimenticare le due gemelle che in L'estate di
Garmann (Donzelli, 2011) sono spauracchio per quel povero
bambinetto biondo, perché a loro i denti da latte sono caduti e a
lui no, perché loro sanno essere agili e lui è goffo? Garmann non
le dimentica; le osserva di nascosto dietro l'albero della scuola
mentre saltano a corda. Nonostante nessuno riesca a distinguerle, lui
sa che sono diversissime. Hanne è dispettosa, permalosa e anche un
po' ricattatrice, Johanne è curiosa e sa un sacco di belle cose e
soprattutto ha con Garmann un segreto segretissimo, che ha a che fare
con lo spazio. In un angolo del bosco ha scovato un rottame
abbandonato che i due bambini immaginano possa essere un'astronave.
Una navicella sovietica. Magari proprio quella di Gagarin (figurato al
principio del libro).
Intorno
a questa immaginaria navicella i due ragazzini ruotano e condividono
sogni, tenerezze e brividi sulla pelle, ma soprattutto condividono i
segreti della loro intimità. Sebbene il segreto che dà il titolo al
libro sembri essere una navicella spaziale e la sua ricostruzione, in
verità il segreto più grosso è la loro piccola e dolce storia di
amore, fatta di dita che si sfiorano, di mani nelle mani e di un
metodo infallibile per fermare il tempo... (solo leggendo il libro lo
scoprirete).
Stian
Hole è stato a Roma in occasione della Tribù dei lettori e ha fatto
un paio di incontri con fortunati ragazzi di due scuole di Roma e
provincia. E' stato molto interessante ascoltarlo mentre parlava del
suo lavoro, di come per lui nascano le idee e di come queste prendano
corpo. Ha raccontato ai bambini di come sia divertente e stimolante
immaginare in una forma altri oggetti. Per farli ragionare su cosa
volesse dire ciò, ha mostrato loro un sellino e un manubrio di
bici, disposti nello spazio in una modalità precisa. A guardarli
essi potevano sembrare se stessi ma anche molte altre cose, per
esempio un toro, secondo la lettura che ne fece Picasso. Questo è il
suo modo di lavorare: rielaborare, rielaborare e ancora rielaborare
ciò che è davanti ai nostri occhi e restituirlo al lettore,
trasformato.
Ha
inoltre raccontato di come nell'edizione statunitense del libro siano
'saltate' certe immagini, giudicate poco consone (indovinate quali
sono state censurate da quei quaccheri di americani?).
Sono
molti i punti che mi fanno apprezzare questa seconda (in realtà
terza) prova di Hole, che ha appena vinto il premio Andersen in Italia.
In primo luogo, l'illustrazione
così innovativa, insolita, raffinata in ogni particolare, risultato
finale di un lungo processo elaborativo, e così piena di citazioni.
In seconda battuta la
leggerezza con cui Stian Hole racconta l'universo dei segreti, del
saperli mantenere. Un mondo fatto solo di ragazzini.
Ma anche di come sia bravo nel raccontare un primo amore,
attraverso delicatezze e pudori continui. L'assenza di ogni malizia,
Hanne esclusa.
Bellissimo
è anche il grande contenitore dell'intera storia: il bosco, in tutte
le sue declinazioni, come luogo segreto per eccellenza, che viene scoperto proprio come una tenda che
delicatamente si scosti per lasciar guardare cosa si nasconda al di là.
Carla
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