IL PICCOLO IMPERATORE
CESARE, Gregoire
Solotareff
Babalibri, 2012
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)
"Era domenica, subito dopo la
distribuzione del mangime. era una bellissima giornata.
All'improvviso, Cesare smise di cantare, si avvicinò a suo padre e
gli bisbigliò all'orecchio: 'Papà! Guarda! La porta della gabbia è
aperta! E anche la finestra. Vieni, torniamo a casa nostra, nel paese
dei coccodrilli!'"
Cesare è piccolo. Un piccolo di
uccello. Vive con il padre che, in una gabbia rinchiuso, soffre di
nostalgia della propria terra. E allora racconta storie al suo
bambino, prima fra tutte quella del coccodrillo imperatore. Cesare
ascolta incantato e sogna di poter diventare lui stesso imperatore un
giorno (con quel nome non potrebbe fare altro...), così invincibile
da potersi mangiare addirittura un coccodrillo a pranzo. Quando
qualcuno lascia la gabbia aperta, per Cesare non c'è dubbio: bisogna
approfittarne. Fuggire! Il piccolo cerca di convincere il padre a
seguirlo, ma oramai lui è vecchio e quel lungo viaggio fino in
Africa lo consumerebbe... vai figliolo, sempre verso sud, ma
attenzione ai coccodrilli!
Con l'incitazione del padre, spinto
dalla curiosità, Cesare comincia questo suo lungo viaggio verso
l'Africa. Qualche lacrima di nostalgia verso il padre ma soprattutto
tante ore di volo per un piccoletto.
Raggiunto l'Egitto e trovato il
coccodrillo, Cesare si ricorda che un imperatore non deve temere
nulla: così con andatura impettita affronta il suo nemico storico.
Ma che può fare un coccodrillo, anche
se enorme, di fronte agli impertinenti svolazzi di un uccellino tutto
rosso e con il becco giallo?
Storia che racconta quanto sia
importante staccarsi da casa, intraprendere un proprio cammino, fare
tesoro di quanto i grandi ci dicono, ma poi trovare da soli il
proprio posto nel mondo. E se questo posto è sulla testa di un
coccodrillo che male c'è?
Questa storia parte da molto lontano.
Parte da un altro libro bellissimo, ormai introvabile: Le larmes
de crocodile di André Francois. Lì si raccontava in una chiave
narrativa surreale che la cosa più facile per catturare un
coccodrillo è comprarsi un fez, partire per un viaggio con una
grande cassa di legno della misura giusta. Il coccodrillo incuriosito
ci si ficcherà dentro e il gioco e fatto. Va da sé che occorre
portarsi dietro anche una gabbietta per l'uccello 'spazzolino da
denti'...ed ecco che i fili delle due storie si annodano. Chissà se
quel grande uccello rosso chiuso in gabbia che racconta sempre la
storia del coccodrillo imperatore non sia stato in passato un
uccellino pulitore?
Solotareff, grandissimo come sempre, ci
ha abituato a storie che toccano grandi temi con la leggerezza di un
frullo d'ali. Storie che hanno a che fare con la paura e il coraggio (Lulù:
magnifico apologo sul tema, ripubblicato 'grande' da Rizzoli, 2010), storie che hanno a che fare con giovani
e vecchi messi a confronto, grandi e piccoli (Tu grande io piccolo,
altro libro imperdibile, Babalibri 2006), storie che raccontano la consapevolezza di
sé (La maschera, Babalibri 2003), solidarietà e diversità, convivenza (Mi sono perso, Babalibri, 2003 Tre
streghe, Babalibri 2007). Sono tutti temi a lui cari e che tocca, come di solito,
utilizzando un linguaggio figurativo di forte presa e nello stesso
tempo molto semplice.
I libri di Solotareff si rivelano
pietre miliari nel percorso di crescita di un bambino: sono costruiti
in nome dell'essenzialità, lontani da ogni cedimento nei confronti
di elementi esornativi. Tutto ciò che è detto, tutto ciò che è
disegnato è funzionale alla storia.
Puri, forti, senza sfumature sono i
testi così come lo sono le grandi campiture di colore che rapiscono
lo sguardo del lettore.
A guardarli, i libri di Solotareff, non
si potrebbe cambiarne neanche una virgola: sono meccanismi perfetti.
Carla
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