TUTTA SUA MADRE
Qualche motivo ci deve essere, se Roddy Doyle ritorna sull'argomento già trattato recentemente, la morte di una persona cara vista con gli occhi di una bambina. In Tutta sua madre la piccola protagonista, Siobhan, ha perso la mamma da piccola ed è tormentata dal fatto di non riuscire a ricordarne il volto; ricorda dei gesti, delle canzoncine, ma del viso nessun ricordo. In casa ha trovato un foulard e delle scarpe verdi, ma niente foto. Col papà non riesce a parlare, è troppo triste.
Un
giorno incontra una bella signora nel parco, che la consola e le
suggerisce due cose: di guardarsi allo specchio e di dire
all'orecchio del papà una formula magica.
Nel
guardarsi allo specchio, Siobhan si rende conto di assomigliare alla
mamma e di portarla dentro di sé. Della formula magica, però, si
dimentica.
Siobhan
cresce, diventa grande e diventa mamma a sua volta. Suo papà,
diventato nonno, non riesce ad essere felice come potrebbe, la figlia
a quel punto si ricorda la formula magica che fa tornare il sorriso
sulle labbra delle persone tristi. Tutto torna, nella giostra delle
generazioni le persone che ci hanno lasciato ritornano negli occhi di
un figlio o nei capelli di un nipote.
Indiscutibilmente
preso da una tematica difficile, Roddy Doyle qui riesce a mantenere
un tono leggero, a consolare senza retorica, anche se non resiste
all'escamotage di ricorrere ad una presenza fantasmatica. E' un
racconto delicato, di quelli che si leggono sottovoce, magari
pensando a qualcuno che si è perduto.
Le
illustrazioni sono di Freya Blackwood, l'illustratrice australiana
autrice, per esempio, di Matilde e l'orso, e de I regali di Lulù e assecondano la
delicatezza del racconto.
Sento
spesso obiezioni sull'opportunità di racconti che affrontino
direttamente la tematica della morte, salvo poi cercare il libro
salvifico che dica quello che noi non siamo capaci di dire. Sta alla
sensibilità dell'adulto decidere se e in quale contesto proporre ai
propri figli o alunni un tema del genere, considerando che comunque,
in questo caso, non è tanto il dolore del distacco ad essere al
centro della narrazione, come in La gita di mezzanotte, quanto
il rapporto con la memoria, il portare in noi stessi l'essenza di un
rapporto perduto.
Ovviamente
la lettura non è indicata prima dei 7/8 anni.
Eleonora
“Tutta
sua madre”, R. Doyle, Freya Blackwood, Salani 2013
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