L'APPARENZA DEL QUADRO
Questo non è un
libro, Margherita e Rosetta Loy
Gallucci, 2013
ILLUSTRATI PER MEDI
(dagli 8 anni)
"Dal camino ora
spuntava una locomotiva nera che sbuffava vapore.
Magritte credette di
sognare e provò a stropicciarsi gli occhi. Ma in quel momento il
treno si avvicinò, il vapore invase il suo volto e lui si ritrovò
improvvisamente...piccolo!"
Come accadde alla
piccola Alice di Carroll anche a Magritte succede di immaginare una
strana realtà fatta di oggetti consueti che però adesso più
consueti non sono: una mela verde gigante che occupa l'intero volume
di una stanza, o una grande roccia sospesa sull'acqua del mare o una
casa avvolta nel buio in un giorno luminoso, o ancora una pioggia di
ometti con cappotto e bombetta. Velieri fatti di acqua di mare,
colombe fatte di cielo nuvoloso: questo è Magritte che sogna, è
Magritte che parla con un angelo affacciato al parapetto di un ponte
che, sospirando gli dice una grande verità: il mondo è
meraviglioso, come a dire la meraviglia del sogno la ritrovi nella
realtà e viceversa il sogno è fatto di realtà meravigliosa.
Qui la chiave per
aprire lo scrigno del Surrealismo tutto e dell'arte di Magritte in
particolare: il sogno non è meno reale della realtà.
Dipingere una mela o il
sogno di una mela non cambierà la mela perché, una volta dipinta,
quella mela non sarà mai più una mela.
Questo non è un
libro è, contrariamente all'assunto del titolo, un libro. Un bel
libro.
Costruito dal punto di
vista iconografico su quelli che sono i più bei quadri di Magritte
(e comunque su quelli che di più hanno circolato e circolano nel
nostro bagaglio visivo) il libro si snoda attraverso un testo
apparentemente molto semplice che ripercorre in modo quasi pedante le
immagini. Il racconto, infatti, è poco più che una descrizione del
quadro che campeggia nella pagina accanto, ma a ben vedere, con
l'arrivo dell'angelo e della sua rivelazione, con altrettanta
semplicità, il racconto fa uno scarto e diventa un testo di
filosofia estetica.
Soprattutto in questo
senso userei questo libro, in questa prospettiva ne colgo il valore.
Niente a che vedere con i suoi illustri antenati della Vallardi che,
attraverso la sequenza di quadri di artisti famosi, ricordo quelli
dedicati a Van Gogh o Mirò, avevano l'obiettivo di tessere una
narrazione, con lo scopo, presumo, di mettere davanti agli occhi di
un piccolo quadri d'artista, fargli conoscere l'arte in modo quasi
inconsapevole.
Benemeriti furono quei
libri, ma nel caso del libro di Margherita e Rosetta Loy, l'obiettivo
mi pare ulteriore.
Leggere e capire questo
testo è qualcosa di più che sfogliarlo come un buon catalogo di
Magritte: qui si tratta di capire l'estetica di Magritte e del
Surrealismo. Quest'ultima, peraltro a me così tanto congeniale, mi
pare così naturalmente adatta a essere capita da una mente 'bambina'
che ne farei strumento didattico fin dall'asilo nido con i bambini,
incorregibili sognatori di realtà...
Carla
Noterella al margine.
Mi piace pensare che sotto l'abito elegante di quell'angelo di spalle
si nasconda Adeline, la madre del pittore, che fu colpita da quel
male oscuro che rende i giorni una grigia palude (così
nell'introduzione di Rosetta Loy) e che probabilmente dalla spalletta
di un ponte si tuffò per morire.
Noterella
al margine numero due. Generano il sorriso tenero alcuni vezzi di
questo libro: per esempio il motivo delle tre palline colorate che
occhieggiano sulla costa del libro nel libro e le fotografie delle
autrici che invece di sembrare madre e figlia quali effettivamente
sono, paiono sorelle...
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