mercoledì 2 ottobre 2013

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


C'È SPAZIO PER TUTTI

La mia scuola ha un nome da maschio, Susanna Mattiangeli, Augustín Comotto
Lapis Edizioni 2013


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 5 anni)

"Per imparare le cose grandi va bene anche una scuola piccola. In certe classi la mattina presto entrano i ciclopi e poi dopo pranzo arrivano le balene.
Allora i maestri dicono stringiamoci un po' e alla fine c'è spazio per tutti."

La scuola è femmina, nonostante abbia un nome da maschio. E ha la voce squillante da campanella. Ha un odore sempre diverso e mischiato. E allora se la immaginiamo come una persona c'è da chiedersi che cosa le capiti, che cosa decida di fare, quando è vuota, senza bambini. Rimane sempre lì ferma ad aspettare i piccoli ogni mattina, o va in giro di nascosto la notte?


La scuola può essere vista da dentro e da fuori: i genitori la vedono dall'esterno, mentre i maestri la guardano sempre da dentro. La scuola può avere forma diversissima e non è sempre un edificio: può essere scuola anche un albero o un muro.
Ma la scuola a forma di scuola (o di scarpone o di torta) è quel luogo dove non si sta troppo a lungo da soli, dove si fa festa e dove, dopo la festa, gli oggetti smarriti trovano cura e accudimento.
Ma poi la scuola finisce e occorre mettere un punto per poi ricominciare da capo l'anno successivo: si sa, gli esami non finiscono mai...


Nello scorso gennaio Susanna Mattiangeli, con la stessa lucidità visionaria di La mia scuola ha un nome da maschio, aveva studiato la maestra (Come funziona la maestra, Il Castoro 2013); l'aveva misurata, collocata nel suo spazio di azione, ne aveva studiato i movimenti, l'aveva descritta, cogliendone con poesia l'essenza profonda.
Ora tocca alla scuola. Se la maestra era descritta un po' come si analizzerebbe un oggetto -un quaderno, a righe o a quadretti- per converso qui la scuola viene raccontata come una creatura vivente e quasi se ne percepisce il respiro...
Alcune verità importanti, alcuni snodi di senso sono 'incastonati' in un tessuto linguistico che tanto ricorda quello ingenuo e puro di un ragazzino. E tanto ci fa ridere.


Ve ne elenco alcuni che mi hanno colpito particolarmente:
1) I genitori la guardano da fuori, i maestri da dentro.
2) La scuola è a volte la strada o un albero o un muretto.
3) Nella scuola c'è spazio per tutti, balene comprese.
4) In gita le materie diventano amiche, e noi anche.
5) I bambini sono tanti ma a volte sembrano di più.
6) A scuola si sta tutti insieme e si condivide il banco, le idee, i segreti e i pidocchi.
7) A scuola niente resta solo per molto, neanche le puzze o i profumi...


Un libro che apre una finestra su alcuni temi che vale la pena di 'mettere sul tappeto' da parte dei maestri con lo scopo di avviare con i propri alunni una bella e vivace discussione di classe.
Se fossi maestra metterei sotto un faro illuminato la seguente frase:
A scuola stiamo tutti insieme. Parliamo, ascoltiamo, dividiamo il banco e la pizza.

Carla

Noterella al margine.Tanto mi parevano in sintonia le visioni 'aeree' che Carrer ha usato per disegnare la sua idea di maestra, tanto qui mi paiono 'terreni' i disegni di Augustín Comotto. Non li vedo mai decollare...

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