UN PREZIOSO DISTILLATO FIABESCO
Grimms Märchen, Philip Pullman, Shaun Tan,
Aladin Verlag 2013
Grimms Märchen, Philip Pullman, Shaun Tan,
Aladin Verlag 2013
Klaus Humann, uno degli editor più in
gamba della Germania, ha fondato l’anno scorso una sua piccola casa
editrice votata all’editoria per bambini di qualità: Aladin.
Quest’anno alla Fiera di Francoforte ha presentato i suo primi
titoli, fra cui un volume prezioso, frutto di una straordinaria
collaborazione tra due grandi nomi, reso possibile proprio
dall’entusiasmo e dalla voglia di sperimentare dell’editore
tedesco.
L’anno scorso si sono festeggiati con
molte pubblicazioni, mostre ed eventi i duecento anni dalla prima
pubblicazione delle Kinder- und Hausmärchen der Gebrüder Grimm e in
Inghilterra è uscita per i tipi di Penguin una raccolta di fiabe dei
Grimm curata da Philip Pullman. Human ha deciso di pubblicare la
traduzione tedesca di questa riscrittura inglese di un classico
tedesco (operazione davvero ardita, a pensarci bene), ma ha voluto
farne un’edizione illustrata (quella originale infatti non lo era).
Ha affidato così l’incarico al grande artista australiano Shaun
Tan, di cui in passato aveva già acquistato i diritti di tutti i
libri quando era ancora editor di Carlsen Verlag.
Che l’accoppiata fosse vincente era
abbastanza scontato, ma il risultato finale supera ogni aspettativa.
Credo che si tratti di uno dei libri più affascinanti che abbia mai
avuto tra le mani.
Vediamo allora quali sono le
caratteristiche precipue sia della scrittura di Pullman che della
creazione artistica di Tan e come testo e illustrazioni siano
perfettamente complementari fra loro in una simbiosi rara a trovarsi
tra autore e illustratore, specie se le illustrazioni sono create
successivamente al testo.
Delle 50 fiabe dei Grimm scelte per
questa raccolta Pullman offre una riscrittura tesa a coglierne
l’essenza. Per ottenere questo risultato ambizioso egli ha cercato
di raggiungere lo stesso tono “chiaro e anonimo” di cui parla il
poeta americano James Merrill quando disquisisce in una sua poesia
del narrar storie. Molto spesso le fiabe dei Grimm sono state
edulcorate e l’apice è stato toccato nei film di Disney, ma - ci
ricorda Pullman - le fiabe nascono come racconti orali che vivono in
primo luogo della propria trama. I loro personaggi sono più delle
maschere che non degli individui. Non vi è in esse alcuna
descrizione particolareggiata di luoghi o persone, non vi è
introspezione psicologica, non vi sono commenti autoriali.
Naturalmente è lecito ricamare sopra qualsiasi storia, ma nella sua
raccolta Pullman vuole regalarci per così dire un prezioso
distillato fiabesco. La sua erudita introduzione alla raccolta è una
vera e propria miniera di spunti, e interessanti sono pure le note
finali poste in calce ad ogni fiaba, in cui troviamo commenti
personali oppure paralleli con patrimoni fiabeschi di altri paesi.
Shaun Tan ha accettato come una sfida
l’incarico di illustrare questo libro. Lo racconta nella
postfazione. Già prima avrebbe voluto illustrare fiabe, ma non
riusciva a liberarsi dall’influenza iconica del passato. Egli si
riferisce a quelle illustrazioni caratterizzate da foreste, neve,
montagne, castelli e corti sontuose che tanto esotiche gli apparivano
quand’era bambino e abitava le lande semideserte della costa
dell’Australia occidentale. Ma proprio la riscrittura di Pullman
l’ha aiutato a capire appieno l’essenza di queste fiabe, il loro
valore universale, e ad accorgersi di come siano sempre in bilico tra
logica e irrazionalità, realtà e sogno. L’oscillare tra questi
due ambiti è proprio di tutte le fiabe e mitologie che non hanno
tempo e che sono per questo ancor oggi capaci d’incantare lettori
grandi e piccini. In cerca d’ispirazione ha iniziato a sfogliare la
sua collezione di libri sull’arte dei maya e degli inuit.
Osservando le piccole sculture precolombiane e degli antichi popoli
indigeni canadesi è riuscito a pensare alle fiabe dei Grimm come a
una “parte di un’antica tradizione creativa”. Ha preso così
argilla e carta pesta e ha iniziato a fare delle figure lavorandole
con lo scalpello e colorandole con colori acrilici, polvere di
metallo ossidato, cera e lucido da scarpe. Il risultato sono figure
molto stilizzate, non più grandi di un’arancia, che non ritraggono
un personaggio e non illustrano la storia, ma esprimono un concetto
fondamentale, un’ “idea platonica” si potrebbe quasi dire.
L’effetto che egli ha voluto creare poi nel fotografarle è di far
credere che si tratti di reperti archeologici trovati durante
immaginari scavi ed esposti in un museo sotto una luce diretta: “Come
se una torcia illuminasse per un istante degli oggetti singolari,
custoditi nelle buie gallerie del nostro subconscio collettivo”.
Tan conclude i suoi pensieri augurandosi che la nostra fantasia
sappia gettare maggior luce su questi oggetti e sulle fiabe, senza
far perdere loro tuttavia nulla della propria enigmaticità.
La traduzione della raccolta di Pullman
è uscita anche da noi in questi giorni per Salani, ma purtroppo
senza le magiche illustrazioni di Shaun Tan. Ci auguriamo tuttavia di
poter vedere presto una seconda edizione con queste tavole
straordinarie. Intanto il volume è disponibile per ora soltanto in
tedesco.
Anna (Becchi)
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