AFFINITÀ (E)LETTIVE
Che
differenza c'è tra un libro e un bambino?, Anna Sarfatti,
Sara Benecino
Nord-Sud
2015
ILLUSTRATI PER PICCOLI
(dai 5 anni)
"Ai libri piace
stare accanto ad altri libri, si fanno compagnia e si sostengono a
vicenda...anche ai bambini.
I libri hanno un
indice...i bambini di solito ne hanno due.
Ai libri piace avere
una copertina...anche ai bambini."
A ben vedere i punti di
somiglianza tra un bambino e un libro sono parecchi. Affinità
elettive? Le differenze, molto meno numerose: i bambini possono fare
a scambio di figurine, mentre tra i libri lo scambio di figure è
vietato dalla legge. I libri dormono sotto il cuscino, mentre i
bambini sopra. I bambini divorano i libri, ma è impossibile che
accada il contrario. I libri devono essere rilegati, farlo con i
bambini sarebbe reato. I libri conservano foglie tra le pagine,
mentre i bambini collezionano sassi nelle tasche. I bambini hanno
molte costole, i libri ne hanno una sola ma stanno lo stesso in
piedi...
Una trentina di sapidi
paragoni tra libri e bambini che giocano soprattutto con la ricchezza
naturale della lingua italiana: attraverso i bisensi, ovvero i doppi
significati di alcune parole (carattere, indice, orecchie, copertina
e collana ne sono esempio), attraverso giochi di parole come il
cambio tra lettere, come figli e fogli... o assonanze, passeggini e
passaparola. Ma la maggior parte delle relazioni che si stabiliscono
tra bambino e libro è fatta di affinità profonde: bambini e libri
hanno diritto di andare a scuola, bambini e libri si mettono nelle
mani di chi si occupa di loro, libri e bambini hanno molto a che fare
con la libertà, entrambi possono essere impegnativi, ai
bambini piacciono i libri colorati e viceversa.
Chi
ha immaginato questo libro, Anna Sarfatti, dimostra di amare tre
cose: i bambini, i libri e la lingua italiana. Per i primi due, resta
poco da aggiungere. Ma per il terzo elemento va fatta una
precisazione. La sua ottima capacità di giocare con l'italiano l'ha
dimostrata in una buona porzione della sua attività letteraria. Una
attività che troppo spesso rimane in ombra: la traduzione. Ad Anna
Sarfatti, infatti (ecco la rima) si devono, tra le altre, le
traduzioni più che brillanti di tutti i libri del Dottor Seuss, da
Prosciutto e uova verdi, fino al Lorax.
E già solo per questo dovremmo tutti esserle grati, fino alla fine
dei giorni.
Qui, come allora, ritrovo l'ironia di cui questo libro è pieno
e che viene in luce, appunto, attraverso la manipolazione felice
dell'italiano. Ma a parte questa felicità di stile, mi pare
necessario sottolineare anche un aspetto più profondo che tocca, con
la consueta leggerezza della Sarfatti, temi più pregnanti: il
diritto di bambini e libri di avere un nome, una casa e un indirizzo,
il diritto di andare a scuola, di essere trattati con cura e di
essere presi o letti per il giusto verso.
Tanto mi sembra bello e intelligente il testo, altrettanto non mi
sento di dire per le sue illustrazioni. A parte un superficiale ed
effimero piacere che si ha nello sfogliare pagine così colorate, non
mi pare ci sia altro. Libri con braccia e gambette e stilizzate
faccine mi pare siano una soluzione piuttosto povera di inventiva,
per dire che anche i libri sono in
qualche modo creature viventi, al pari dei bambini e delle bambine
con cui condividono la superficie del foglio. Un immaginario così tanto povero che una stessa tavola ha bisogno di essere ripetuta due volte...
Sempre pedissequi rispetto al testo, i disegni mi sembrano davvero la debolezza del libro. Peccato.
Figure a parte, attraverso una lettura condivisa, questo piccolo
libro può diventare un buon trampolino di riflessione con i piccoli
lettori su libri e -volendo esagerare- sulla lettura.
E
guarda il caso, la frase che chiude il libro, Libri e
bambini, sempre vicini!, è il
nostro obiettivo di sempre. Chissà che qualcuno se ne sia accorto...
Carla
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