IL MANTRA DEL MATEMATICO
100 BEARS, Magali Bardos
Flying Eye Books, 2013
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)
"1 forest, 2 mountains, 3 bears
on each mountain, 4 paws in the air. Eating honey, 5 times a day."
Capito il gioco? Ad
ogni pagina il numero cresce di una unità e intorno a questa
progressione si sviluppa la storia di questi orsi che si cibano di
miele e funghi, sono oggetto di interesse dei cacciatori (8 di
numero)
che sparano 9 colpi facendo volar via 10 farfalle mentre il
campanile del villaggio suona le 11 e una dozzina di topi trema
perché 13 gatti si aggirano sui tetti, miagolando tra 14 comignoli
fumanti.
Mi fermo qui. Anche
se la tentazione di continuare a raccontare fino ad arrivare al 100 è
molto forte. Presumo dipenda dalla sequenza numerica così ben
evidente e fulcro dell'intera narrazione la difficoltà di
interrompere la lettura che nello snocciolarsi cifra dopo cifra,
diventa una sorta di mantra matematico inarrestabile.
La costruzione
della narrazione passa attraverso due costanti: da un lato il
crescendo numerico, dall'altro una breve definizione, sorta di
didascalia della pagina. L'obiettivo e il cimento di Magali Bardos è
quello di arrivare a 100 senza mai perdere il senso del racconto che,
per sommi capi, provo qui a riassumere: si parte da una foresta e si
ritorna in una foresta, secondo un perfetto racconto circolare in cui
sei orsi vanno di qui e di là, inseguiti da otto caparbi cacciatori. Va da sé che riportano a casa la pelle.
In una angusta
struttura vincolata, concepito come potevano essere concepiti i
racconti dell'OuliPo, 100 Bears, appare perfetto nella sua struttura
circolare, inaspettato nelle molte soluzioni intelligenti che Magali
Bardos inventa per uscire d'impaccio dalle strettoie che da sola si è
creata.
Alludo per esempio
all'impiego dei numeri che non alludono ad una crescita sempre in
progressione, ma qui e là fanno riferimento a particolari esterni
alla narrazione in senso stretto. I pescatori sono intenti a pescare
79 pesci, mentre 80 dita dei piedi stanno a mollo nel fiume. O
ancora, 71 fiammiferi per accendere una torta di compleanno dell'orsa
nonna che compie 72 anni.
Se così non fosse
stato, la progressione geometrica pura avrebbe annoiato ben prima di
arrivare al numero 100. In questo modo invece, il lettore più
scaltro capisce e si diverte nell'uso dei tanti espedienti per non
riempire le pagine a dismisura di uno stesso oggetto moltiplicato
enne volte. Non solo, il divertimento arriva, anche per i meno
scaltri, proprio in questo continuo spostamento dei piani del
racconto: dalla grande storia con il racconto delle avventure dei sei
plantigradi si passa con assoluta noncuranza a particolari
apparentemente marginali alla grande storia. Accade un po' come se
uno guardasse dentro un obiettivo zoom di una macchina fotografica e,
di punto in bianco, girasse la ghiera per mettere a fuoco particolari
piccolissimi non percettibili ad occhio nudo. Dal grande al minuscolo
in pochi secondi: effetto vertigine.
Senza mai arrivare ad eguagliare il genio creativo di Blexbolex, Magali Bardos sembra mettersi sulle tracce e trarre ispirazione da alcune sue modalità di concepire formalmente il libro.
Come spesso accade
con i libri Flying Eye (questo ha radici francesi, in verità), costola della strepitosa Nobrow di Londra, ci
troviamo di fronte a un libro 'fuori dal coro'. Tra loro anche molto
diversi, penso ai libri di Dahlov Ipcar, a Hilda, per arrivare a
Shakleton, i libri con il marchio Nobrow sono garanzia di successo.
Carla
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