LA MAGIA 'NORMALE'
Margherita e l'osso parlante, William Steig
Margherita e l'osso parlante, William Steig
Edizioni EL 2000
NARRATIVA PER PICCOLI (dai 5 anni)
"'Posso
portarti a casa e tenerti con me, ossicino meraviglioso?' - chiese
Margherita. 'Sicuro! Sono solo da tanto tempo. Circa un anno fa (per
l'esattezza, in agosto sarà un anno), caddi fuori dal cestino di una
strega. Lei non se ne accorse e continuò per la sua strada. Avrei
potuto chiamarla, ma non mi andava più di essere il suo osso.'"
La
meraviglia di quest'osso sta nel suo essere capace di parlare.
Margherita lo mette nella sua borsetta con l'accortezza di lasciarla
aperta per poter continuare la piacevole chiacchierata. Convinti
entrambi, osso e maialina, di vivere una giornata meravigliosa per
essersi incontrati, passeggiano sereni verso casa godendosi la bella
giornata di primavera. Due briganti però tendono un agguato a
Margherita che non vuole mollare la borsetta. In suo aiuto interviene
l'osso con una perfetta imitazione di un sibilo da serpente e di un
ruggito da leone che mette in fuga i rapinatori. L'osso non è solo
un gran conversatore, è anche un prodigioso imitatore di suoni e
versi. Tuttavia, nessuna imitazione vale per salvarsi dalle grinfie
della volpe che non si fa ingannare e di lì a poco si porta a casa
entrambi. Giunta nella sua capanna, appronta ogni cosa per cucinarsi
la povera Margherita, ma l'ossicino, recitando una serie di formule
magiche sgorgategli dal cuore, ribalta in modo irreversibile la
situazione: la volpe rimpicciolita diventa inoffensiva e i due
amici, liberi, possono raggiungere finalmente la casa dove i genitori
di Margherita li accolgono con affetto e vassoi d'argento...
La
grandezza che riconosco sempre nelle storie di Steig è il suo genio
assoluto nel raccontare l'assurdo con i toni della normalità. Nei
suoi racconti la magia si insinua nella realtà e ne cambia
bruscamente ma anche 'naturalmente' il normale andamento. Penso a
Shrek, nella sua
versione originale così lontano dal film, pubblicato nel 1999 (Mondadori), a
Wizzil nel 2002 (Mondadori), ma
soprattutto al capolavoro di Silvestro e il sassolino
magico (Mondadori 2006).
Con quest'ultima
storia i punti di contatto sono moltissimi, in particolare nell'uso
degli elementi narrativi e nelle tematiche di fondo: un oggetto
magico, qui un ossicino e là un sassolino; un personaggio principale
che sotto le spoglie di un animale, nasconde un piccolo, qui una
maialina, là un asinello; la relazione dei due protagonisti con la
Natura, là un asino che ama collezionare sassi, qui una maialina che
come svago, passeggia nel bosco (Margherita si sedette
sull'erba a riposare un pochino: La primavera era così splendente,
il venticello tiepido che l'avvolgeva così carezzevole, che lei ebbe
la sensazione di potersi trasformare in un fiore...cit.);
e ancora il tipo di esito finale che vede in entrambi i casi l'accettazione e la successiva approvazione da parte dei genitori del punto di vista dei loro piccoli; il lieto fine che in entrambi i casi riconduce tutto, la magia compresa, in un tran tran quotidiano, là nel conservare in una cassaforte il sasso che ogni cosa trasforma (Forse un giorno ne avrebbero avuto bisogno, ma davvero almeno per adesso, cos'altro avrebbero potuto desiderare? Avevano già tutto quello che volevano. cit.) e qui mettendo l'osso parlante su un vassoio d'argento su una mensola del caminetto (Quando qualcuno si sentiva solo, poteva scambiare due chiacchiere con lui. E se avevano voglia di musica, l'osso era sempre pronto, a richiesta...cit.)
Visto
che avevamo messo il blog in pausa su un mostro sacro, Quentin Blake,
mi sembra doveroso riaprire con un altro genio della letteratura
illustrata, William Steig. Come per Quentin Blake, anche per William
Steig siamo davanti a geni assoluti che meriterebbero ben altro
spazio di riflessione, ma il compito di Lettura Candita è soprattutto
quello di sollevare solo un angolino del tappeto per farvi vedere
cosa si nasconde sotto.
A ciascuno poi, con le proprie forze e i propri tempi, toccherà fare il resto.
A ciascuno poi, con le proprie forze e i propri tempi, toccherà fare il resto.
Carla
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