lunedì 24 agosto 2015

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


LA MAGIA 'NORMALE'

Margherita e l'osso parlante, William Steig
Edizioni EL 2000


NARRATIVA PER PICCOLI (dai 5 anni)

"'Posso portarti a casa e tenerti con me, ossicino meraviglioso?' - chiese Margherita. 'Sicuro! Sono solo da tanto tempo. Circa un anno fa (per l'esattezza, in agosto sarà un anno), caddi fuori dal cestino di una strega. Lei non se ne accorse e continuò per la sua strada. Avrei potuto chiamarla, ma non mi andava più di essere il suo osso.'"


La meraviglia di quest'osso sta nel suo essere capace di parlare. Margherita lo mette nella sua borsetta con l'accortezza di lasciarla aperta per poter continuare la piacevole chiacchierata. Convinti entrambi, osso e maialina, di vivere una giornata meravigliosa per essersi incontrati, passeggiano sereni verso casa godendosi la bella giornata di primavera. Due briganti però tendono un agguato a Margherita che non vuole mollare la borsetta. In suo aiuto interviene l'osso con una perfetta imitazione di un sibilo da serpente e di un ruggito da leone che mette in fuga i rapinatori. L'osso non è solo un gran conversatore, è anche un prodigioso imitatore di suoni e versi. Tuttavia, nessuna imitazione vale per salvarsi dalle grinfie della volpe che non si fa ingannare e di lì a poco si porta a casa entrambi. Giunta nella sua capanna, appronta ogni cosa per cucinarsi la povera Margherita, ma l'ossicino, recitando una serie di formule magiche sgorgategli dal cuore, ribalta in modo irreversibile la situazione: la volpe rimpicciolita diventa inoffensiva e i due amici, liberi, possono raggiungere finalmente la casa dove i genitori di Margherita li accolgono con affetto e vassoi d'argento...


La grandezza che riconosco sempre nelle storie di Steig è il suo genio assoluto nel raccontare l'assurdo con i toni della normalità. Nei suoi racconti la magia si insinua nella realtà e ne cambia bruscamente ma anche 'naturalmente' il normale andamento. Penso a Shrek, nella sua versione originale così lontano dal film, pubblicato nel 1999 (Mondadori), a Wizzil nel 2002 (Mondadori), ma soprattutto al capolavoro di Silvestro e il sassolino magico (Mondadori 2006). 



Con quest'ultima storia i punti di contatto sono moltissimi, in particolare nell'uso degli elementi narrativi e nelle tematiche di fondo: un oggetto magico, qui un ossicino e là un sassolino; un personaggio principale che sotto le spoglie di un animale, nasconde un piccolo, qui una maialina, là un asinello; la relazione dei due protagonisti con la Natura, là un asino che ama collezionare sassi, qui una maialina che come svago, passeggia nel bosco (Margherita si sedette sull'erba a riposare un pochino: La primavera era così splendente, il venticello tiepido che l'avvolgeva così carezzevole, che lei ebbe la sensazione di potersi trasformare in un fiore...cit.);

la fragilità dei protagonisti di fronte alle avversità con la relativa suspense centrale quando la storia pare volgere al negativo per i protagonisti, là l'impossibilità da parte di Silvestro diventato sasso solitario di ritrasformarsi in asino, qui la determinazione della volpe a cucinarsi Margherita e il pianto addolorato e disperato della maialina che confida all'osso tutto il suo affetto;


e ancora il tipo di esito finale che vede in entrambi i casi l'accettazione e la successiva approvazione da parte dei genitori del punto di vista dei loro piccoli; il lieto fine che in entrambi i casi riconduce tutto, la magia compresa, in un tran tran quotidiano, là nel conservare in una cassaforte il sasso che ogni cosa trasforma (Forse un giorno ne avrebbero avuto bisogno, ma davvero almeno per adesso, cos'altro avrebbero potuto desiderare? Avevano già tutto quello che volevano. cit.) e qui mettendo l'osso parlante su un vassoio d'argento su una mensola del caminetto (Quando qualcuno si sentiva solo, poteva scambiare due chiacchiere con lui. E se avevano voglia di musica, l'osso era sempre pronto, a richiesta...cit.)
Visto che avevamo messo il blog in pausa su un mostro sacro, Quentin Blake, mi sembra doveroso riaprire con un altro genio della letteratura illustrata, William Steig. Come per Quentin Blake, anche per William Steig siamo davanti a geni assoluti che meriterebbero ben altro spazio di riflessione, ma il compito di Lettura Candita è soprattutto quello di sollevare solo un angolino del tappeto per farvi vedere cosa si nasconde sotto. 




A ciascuno poi, con le proprie forze e i propri tempi, toccherà fare il resto.

Carla

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