LA MAGIA DEI NUMERI
Il
pretesto è il π,
ma il discorso riguarda la matematica greca, croce e delizia di ogni
studente: dal teorema di Pitagora alle dimostrazioni geometriche di
Euclide, la nostra cultura matematica di base, fatto salvo il dovuto
omaggio alle influenze arabe ed indiane, ha a che fare con il mondo
ellenico, che lo si voglia o no.
Ma
partiamo proprio dal π, quel famoso
3,14...imparato a memoria già dalle elementari.
Che
cos'ha di particolare questo numero? E' infinito e, per essere più
precisi, è un numero irrazionale.
Calcolare
la circonferenza di un cerchio partendo dal suo diametro era un vero
rompicapo e il procedimento trovato da Archimede sta nel costruire un
quadrato circoscritto e un esagono inscritto che costituissero i due
limiti all'interno del quale definire la circonferenza, che deve
risultare maggiore di tre diametri e minore di quattro.
Ancora
oggi è un bel rompicapo, di cui Archimede andava fiero. Genio
poliedrico, degno figlio della ricchissima cultura ellenistica, che
trovava la sua massima espressione nella Biblioteca di Alessandria,
dove aveva studiato anche Euclide, Archimede è noto anche per le
prodigiose macchine belliche che consentirono alla sua città,
Siracusa, di resistere per due anni all'assedio romano.
In
quel regno della sapienza antica, la Biblioteca di Alessandria, che
comprendeva 500.000 papiri, oltre a laboratori e strumenti
scientifici, vigeva la legge
del fondo delle navi,
che prevedeva che ogni nave che attraccasse nel porto di Alessandria,
lasciasse le opere scientifiche e filosofiche in suo possesso,
ricevendone una copia. Ogni visitatore, insomma, per usufruire
dell'immensa ricchezza della Biblioteca, doveva contribuire ad
ampliarla. Bella regola e bella civiltà, laddove alla conoscenza
veniva riconosciuto il giusto valore.
Ma
oltre tutta questa sapienza, Archimede, scienziato dalla biografia
complessa ed interessante, amava anche regalare ai suoi amici dei
rompicapo impossibili, fra cui un libretto detto Stomachion,
ovvero Maldipancia, una sorta di tangram, un insieme di figure
geometriche che potevano essere scomposte e ricomposte dando origine
ad altre figure, sempre inscritte in un quadrato.
Tutte
queste notizie e molto altro sono contenute nel prezioso testo di
Anna Cerasoli, valente divulgatrice in campo matematico: Tutti
in festa con il Pi greco,
pubblicato da Editoriale Scienza. L'occasione è aver fissato nel 14
marzo la ricorrenza che celebra la definizione di questo numero
impossibile.
Questo
testo, come anche le biografie scritte da Luca Novelli nella collana
Lampi di genio,
dello stesso editore, rappresentano letteralmente una luce nel
ristretto panorama della divulgazione in campo matematico, da cui
rifuggono, per primi, proprio i grandi, spaventati dai concetti che
li hanno torturati ai tempi della scuola.
Ma,
come avrebbe detto Pitagora, tutto è numero e questi testi
sono davvero stimolanti per quei ragazzi e ragazze che non si
spaventano di fronte ai rompicapo.
Da
ultimo, non mi dispiace affatto mostrare ai giovani lettori e
lettrici quanto di antico ci sia nel nostro sapere, nel nostro modo
di pensare, nella nostra stessa logica, nei modi di dire cui tuttora
ricorriamo: datemi un
punto d'appoggio...
Archimede
docet.
Eleonora
“Tutti
in festa col Pi greco”, A. Cerasoli, Editoriale Scienza 2015
“Archimede
e le sue macchine da guerra”, L.Novelli, Editoriale Scienza 2003
“Pitagora
e il numero maledetto”, L.Novelli, Editoriale Scienza 2012
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