IL MERAVIGLIOSO
Il meraviglioso
Cicciapelliccia, Beatrice Alemagna
Topipittori 2015
ILLUSTRATI PER PICCOLI
(dai 4 anni)
"Mio padre
parla cinque lingue, mia madre canta come un fringuello, mia sorella
è la regina del pattinaggio e io non so fare niente.
Ma niente di niente,
In ogni caso, questo
era quello che pensavo. Fino a questa mattina, quando ho sentito mia
sorella che diceva: ' Compleanno-mamma-ciccia-pelliccia'. Oh, no!
Avrebbe ancora regalato qualcosa di fantastico alla mamma!"
Edith,
Eddie per gli amici, ha solo cinque anni e mezzo e una scarsa
opinione di sé. Ora si avvicina il compleanno della mamma e lei
vorrebbe essere all'altezza di sua sorella maggiore nello sceglierle
un regalo altrettanto bello. Ma quella frase sentita così, tutta
spizzichi e bocconi, non le è di nessun aiuto. Ciccia? Pelliccia?
Che cosa sarà?
Così decide di uscire e chiedere informazioni ai suoi
cinque amici: Monsieur Jean il panettiere. Lui non ha idea di cosa
sia un CICCIAPELOSO. Le regala, in compenso una buona brioche calda
di forno. Lo stesso Wendy, la fioraia, non sa cosa sia un
CICCIAMOLLICCIA, ma le dona comunque un quadrifoglio. Anche Mimì,
padrona del negozio di moda, o Emmet l'antiquario non riescono ad
aiutarla.
Men che meno le è utile lo scorbutico macellaio.
Sconsolata, Eddie, dopo aver girato in lungo e in largo per la città,
al riparo dalla neve che scende sente dei rumorini...ed eccolo lì:
un meraviglioso CICCIAPELLICCIA. Adorabile. Ciccione. Per nulla chic
e soprattutto rarissimo. Ma purtroppo non è ancora finita
l'avventura di Eddie, perché il Cicciapelliccia si infila
velocissimo nel bidone della spazzatura e tirarlo fuori di lì e
renderlo presentabile non sarà così facile...Ma tutto è bene quel
che finisce bene. Uno spazzino compiacente e una fontana in piazza
completano la missione di Eddie, ovvero portare alla mamma un regalo
unico e speciale. E, se non bastasse, Eddie ora è consapevole di
saper fare bene una cosa che nessun altro sa fare: trovare i
Cicciapelliccia.
Eddie
deve superare una prova difficile: trovare un bel regalo per la sua
mamma. Come in una fiaba, la piccola Eddie fa il suo percorso di
esperienze e, come in una fiaba, nel suo viaggiare riceve, di volta
in volta dai suoi amici, oggetti che si rivelano utili per arrivare a
una conclusione positiva. Dalla brioche, al bottone di madreperla, al
quadrifoglio, al francobollo raro, la piccola Eddie colleziona e
mette da parte per tempi migliori. E ogni oggetto trova un suo uso
alternativo e un po' magico. Il meraviglioso, proprio come nelle fiabe.
Anche
un po' come Pippi Calzelunghe (che peraltro apre il libro con una sua
riflessione indimenticabile), tutta sola in un mondo di grandi, Eddie
si mette in gioco e gioca. Gioca soprattutto con il nome del suo
oggetto del desiderio: da CICCIAPIUMINO a AMBARABACCICICCIOTTÒ in
una serie di varianti belle e sonore. Gioca anche con la sua
immaginazione perché anche lei sembra non sapere bene cosa stia
cercando. La certezza di essere arrivata al traguardo la ha solo
quando lo vede.
Effettivamente è irresistibile quel creaturino un
po' topetto dai peli ritti e di un rosa indimenticabile (quello
stesso colore dei risguardi finali de I cinque malfatti). Il
CICCIAPELLICCIA sarà molte cose assieme: cuscino, sciarpa, pianta
ornamentale, pennello e cappello. Come conferma la gioia della mamma
nell'indossarlo prima di uscire.
Allegra
bambina sbilenca con inimitabili calze a righe, come se fossero una
citazione, questa Eddie di Beatrice Alemagna è portatrice di
infanzia.
Di una infanzia gagliarda e meravigliosa, nel suo modo di muoversi nel
mondo, nella sua scettica fiducia nei grandi, nella sua inventiva,
nella sua caparbietà ad andare avanti, nel suo sorriso sornione, a
missione compiuta. Altrettanto gagliarda è Beatrice Alemagna
nell'uso dello spazio e del colore. Questo rosa indimenticabile del
piumino di Eddie e del Cicciapelliccia 'salta' e si esalta per
brillantezza su una paletta di colori piuttosto scuri ed è una sorta
di sigla di 'leggera follia', la stessa che distingue anche Eddie. Dalle grandi architetture parigine di
Un leone a Parigi (Donzelli 2009), qui siamo davanti a una panoramica di una
piccola città con tanti negozi e botteghe sempre diversi con insegne e
vetrine colorate, attraversate da una strada di pavet su cui si segue
il lungo percorso della piccola Eddie. Compare qua e là, a
interrompere il colore, il collage con la fotografia. Ogni tavola,
secondo prospettive anche molto diverse, vicine o lontane, si rivela
una festa di dettagli, spesso a matita, che caratterizzano i singoli
negozi. Un repertorio sempre un po' sbilenco di uomini e architetture
dentro cui è una gioia andare a curiosare e anche un po' perdersi.
Carla
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