FARE FILO'
'Fare
filò' è un'espressione dialettale che viene dalla tradizione
contadina, veneta ed emiliana: descrive il raccontare storie davanti
al fuoco, o nelle stalle, nelle lunghe sere d'inverno. I grandi
raccontano ai piccini storie vere e fantastiche, di quelle che fanno
trattenere il fiato.
Il
ritorno dei Cantalamappa, dei magici Wu Ming, con le
illustrazioni di Daniele Castellano, mi ha ricordato proprio questo,
così come me lo raccontava mio padre quand'ero piccola. Gli episodi
di questo nuovo viaggio fantastico ai quattro angoli del pianeta sono
in parte veri, con documentata fonte storica, in parte un po'
romanzati e c'è sempre qualcosa di inventato per il gusto di stupire
il pubblico di ragazzine e ragazzini, del tutto ignari degli episodi
di cui si va parlando, veri o fantasiosi che siano.
Vero
l'episodio dell'isola Ferdinandea, emersa nel 1831 al largo della
Sicilia, per poi sprofondare nuovamente negli abissi marini. Vero
l'incredibile episodio dell'Arbez Hotel, collocato a metà fra il
territorio francese e quello svizzero, salvezza di un partigiano in
fuga, durante la Seconda Guerra Mondiale, e di chissà di quanti
altri inseguiti dai Biechi Bruni.
Veri ed
emozionanti gli episodi ambientati in America Latina, in particolare
quello che si riferisce alla cosiddetta 'guerra dell'acqua', in
Bolivia, dove un nugolo di ragazzini, a capo di un ben più
minaccioso branco di cani randagi, è riuscito a mettere in fuga
l'esercito mandato a reprimere una rivolta popolare contro il potere
di una multinazionale dell'acqua.
Dunque
si parla di leggende, di animali estinti, di cattivi veri come i
Biechi Bruni e i Biechi Neri, o la SuperBanca InterMondiale, di
popoli oppressi e animali dimenticati; di occidentali creduloni e di
aborigeni discriminati.
Con
penna leggera e molta ironia Wu Ming
riesce ad aprire molte finestre sul mondo e sulla storia, dimostrando
che quello che è avvenuto e che avviene magari qualche chilometro
più in là può essere importante anche per noi.
Procedendo
fra realtà e finzione, con i nomi trasfigurati e qualche avventura
messa lì a dare più sapore al racconto, il nostro inesauribile
collettivo di scrittori dimostra la propria capacità di proporre uno
stile narrativo efficace ed intellettualmente onesto, dichiarando
sempre da quale parte del mondo ci si schiera e non è certo la parte
dei biechi bruni di qualsiasi latitudine e nemmeno di una
multinazionale pronta a vendere a caro prezzo l'acqua ai contadini.
Come
nel precedente, Cantalamappa, la cornice narrativa è costituita dai racconti di un'anziana
coppia di viaggiatori, che nei brevi passaggi in quella che
considerano casa raccontano al simpatico vicino, l'io narrante della
storia, le avventure che hanno vissuto e gli strani personaggi
incontrati. Ciascuno dei diversi episodi può essere lo spunto
interessante per approfondire e per capire meglio il mondo in cui
viviamo, provando a leggerlo dalla parte dei più deboli, con
intelligenza e curiosità, e con un pizzico di necessaria
indignazione.
Lettura
piacevole e stimolante, per ragazze e ragazzi combattivi, a partire
dai dieci anni.
Eleonora
“Il
ritorno dei Cantalamappa”, Wu Ming, Electa kids 2016
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