I NOSTRI FUOCHI D'ARTIFICIO
CHE SPARIAMO NELL'ETERE
PER FARE LUCE
PER FARE RUMORE
PER FARE MERAVIGLIA
E PER FARE FESTA
un anno di libri, un anno di ragionamenti,
un anno di recensioni su Lettura candita.
Per ogni libro, il nostro perché
(BUM!)
Gennaio 2016
perché:
"Troppo crudele? Troppo
esplicito? Troppo politicamente scorretto per i bambini nostrani?
Eppure il suo segno appare nel solco di autori molto amati, come
Solotareff, in ogni caso pienamente in quella tradizione francese che
è una costante presenza nel panorama degli albi illustrati tradotti
in Italia. Ma, anche nel disegno, con un quid che lo rende
'pericoloso' e 'dissacrante' agli occhi dei più tradizionalisti. Tuttavia, sebbene anche
il disegno prenda direzioni inaspettate, come per esempio quel bel
sedere a cuore che corona l'ultima tavola di questo libro, sono
piuttosto convinta che la remora che ci ha privato di Mets finora
dipenda principalmente da cosa scrive e da come lo scrive.
perché:
"Più è contenuto il segno e più il segno ha contenuto.
Dov'è lo zoo? si
muove nella medesima direzione. Nulla di esornativo e di superfluo,
solo poco rosso e molto nero, distribuiti tra disegno e testo,una
sequenza ordinata e ripetuta di quest'ultimo, quasi un ritornello, un
ordine altrettanto preciso nella disposizione degli animali nella
pagina di sinistra che vanno accumulandosi fino ad arrivare a
riempire quasi del tutto lo specchio della pagina conclusiva con il
gufo sul ramo.
A seguire, il colpo di teatro finale, preannunciato in
verità già dalla copertina e nei risguardi, in cui il rosso entra
con prepotenza e il nero pieno si stempera nei toni acquarellati di
grigio.
Il
vero colpo di coda finale, tuttavia, arriva ancora dopo. Gli animali
sono spariti, forse hanno fatto propria la lezione del gufo o forse
hanno tristemente e semplicemente abbandonato la ribalta. Al loro
posto è comparsa la frase che segna la svolta, ovvero lo scarto che
un pensiero divergente genera sul lettore intelligente."
Febbraio 2016
perché:
"Man mano che ci si avvicina al momento clou della narrazione, il tono perde la sua leggerezza e l'aura di beata incoscienza che permea i primi capitoli. E si finisce col chiedersi come dei bravi ragazzi possano diventare dei piccoli mostri. Salvo poi redimersi, perché siamo pur sempre in un libro per ragazzi. E' sicuramente la parte più originale ed incisiva di tutto il racconto, con la descrizione precisa del meccanismo mentale che porta un gruppo di persone ad avere comportamenti che i singoli non avrebbero mai.
"Man mano che ci si avvicina al momento clou della narrazione, il tono perde la sua leggerezza e l'aura di beata incoscienza che permea i primi capitoli. E si finisce col chiedersi come dei bravi ragazzi possano diventare dei piccoli mostri. Salvo poi redimersi, perché siamo pur sempre in un libro per ragazzi. E' sicuramente la parte più originale ed incisiva di tutto il racconto, con la descrizione precisa del meccanismo mentale che porta un gruppo di persone ad avere comportamenti che i singoli non avrebbero mai.
Bella
materia di riflessione, descritta in modo non moralistico, al
contrario molto aderente alla realtà psicologica dei gruppi di
ragazze o ragazzi: l'esclusione e l'inclusione, il farsi trascinare
in situazioni sbagliate, il senso di colpa e, perché no?, la presa
di coscienza, che può essere il passaggio al diventare grandi."
perché:
"Bello,
intelligente, poetico.
La
prima cosa che colpisce è la cura formale che gli ha dedicato Amy Nielander, al suo primo albo. La sua formazione da designer affiora in ogni dettaglio:
centinaia di coccinelle, disegnate con precisione assoluta, tanto che
ognuna di esse ha sul foglio l'esatta misura reale. Il secondo
elemento è il punto di osservazione, zenitale rispetto alla pagina.
Tutte disegnate in scala 1:1, le coccinelle creano una macchia di
colore che attraversa il foglio, che da questo viene 'mangiata', per
poi ricomparire in forme geometriche che, come in una stop motion,
ricordano le figure stupefacenti che fanno gli stormi di storni nei
cieli delle città o le riprese dall'elicottero che sorvola le grandi
maratone.
Marzo 2016
L'effetto
visivo è stupefacente e permette all'occhio di 'muoversi' da una
visione d'insieme, che altro non è che una forma geometrica
multicolore costruita da molti puntini diversi, coleotteri come
pixel, a una visione del dettaglio in cui ogni livrea raffigura caso
a sé (d'altronde le coccinelle si suddividono in più di 6000 specie
diverse).
L'intelligenza,
suo secondo pregio, risiede ovviamente nelle idee che il libro
contiene. Per prima cosa l'effetto sorpresa che esso crea nel lettore
quando dal piano 'narrativo', ovvero dal racconto senza parole di una
gara tra piccoli insetti, si passa ad un linguaggio che si occupa
della forma. Della forma del libro in sé."Marzo 2016
perché:
"Quest'opera
di Selznick, forse la più bella, è tante cose contemporaneamente,
che meriterebbero tutte di essere approfondite: è un atto d'amore
nei confronti del teatro, della sua storia, delle sue leggende; è un
atto d'amore nei confronti della città di Londra e delle sue
memorie; è un'apologia dell'amore, capace di sopravvivere al tempo e
alle ingiurie della malattia. Un amore comunque declinato, fatto di
condivisione profonda, di sogni comuni e di grande generosità.
Questo
romanzo vale più di decine di storie 'politicamente corrette', volte
a rappresentare le diverse facce dell'amore. Più di tutto valgono le
testimonianze di vita, talvolta più sorprendenti di qualsiasi
invenzione."
perché:
"Irresistibile e necessario.
Per vari motivi. Il primo, il più evidente, il disegno
dell'architettura e degli interni. Protagonista discreta ma sempre
presente, una cittadina del Nord Europa con le sue case viste da fuori e
viste da dentro (veri volumi che contengono il quotidiano), probabilmente case di un quartiere popolare,
ritratte in alcune giornate con il cielo terso attraversato da una
luce tagliente. La luce è infatti la seconda grande
protagonista, come testimonia una storia a lei totalmente dedicata.
Terzo elemento è il tono che attraversa il racconto: un tono che,
già notato, è spiazzante. In una trama costruita sulla assoluta
quotidianità, sulla più ovvia normalità, si inseriscono vere e
proprie scosse di follia: fulmini a ciel sereno. E' la libertà fatta
pensiero che poi diventa narrazione."
Aprile 2016
"Ci pare di poter
cogliere un senso ulteriore che tutta la storia ha in sé. Questo
continuo fraintendimento di parole tra gli adulti e il bambino che
attraversa l'intera vicenda in cerca di una cena per suo padre non è
solo un esercizio di stile, ma piuttosto una spia di una diffusa
incomprensione, forse vera e propria incomunicabilità tra i due
mondi. Un continuo e ripetuto errore di 'ricezione' che tanto mi
ricorda Rodari quando, sul diretto Capranica-Viterbo, raccontava di
un uomo vecchio con un orecchio acerbo, che serviva a facilitare una
comunicazione tra grandi e piccoli.
Il cerchio potrebbe
chiudersi qui.
Così facendo, però, non si metterebbe in luce la qualità altissima del disegno, il raffinato gioco finale che fa chiudere in bonaccia la altrimenti turbinosa vicenda.
Con il crescere della forza del vento, è l'immagine stessa a deformarsi. Prospettive di visione sempre più ardite, con lesine, punteruoli e trincetti che si inclinano sul fondo della pagina, tessuti che si alzano o che si incollano ai corpi, giocattoli che fluttuano, viali alberati che diventano gallerie del vento in cui è impossibile non decollare..."
Così facendo, però, non si metterebbe in luce la qualità altissima del disegno, il raffinato gioco finale che fa chiudere in bonaccia la altrimenti turbinosa vicenda.
Con il crescere della forza del vento, è l'immagine stessa a deformarsi. Prospettive di visione sempre più ardite, con lesine, punteruoli e trincetti che si inclinano sul fondo della pagina, tessuti che si alzano o che si incollano ai corpi, giocattoli che fluttuano, viali alberati che diventano gallerie del vento in cui è impossibile non decollare..."
perché:
"Possiamo divertirci un mondo con Il libro degli insetti, raffinata produzione inglese firmata da Yuval Zommer e pubblicata in Italia da Electa Kids: serissime tavole, affollate da insetti ed altri invertebrati, che descrivono in estrema sintesi api, formiche, farfalle, blatte, coccinelle, ma non dimenticando altri abitatori del microcosmo come ragni, lumache e lombrichi.
Le
descrizioni sono chiare e precise, l'autore si è avvalso della
consulenza scientifica di Barbara Taylor, le schede contengono i dati
essenziali, ma sopra tutto c'è la qualità dell'illustrazione,
precisa senza essere pedante, l'impaginazione movimentata, che
impedisce la noia, la presenza del gioco, con un piccolo cerca &
trova sparpagliato fra le pagine, che incentiva le già sviluppate
capacità di osservazione dei nostri pargoli. Sarà un libro
sicuramente apprezzato dai piccoli scienziati/e a partire dai sette
anni, ma può essere utilizzato anche prima."
[continua]
[continua]
Nessun commento:
Posta un commento