DI PICCOLI E DI GIGANTI
Una storia che cresce,
Ruth Krauss, Helen Oxenbury,
(trad. Alice Pascutti)
Il Castoro 2017
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 3 anni)
"L'aria diventa più calda. Il
bambino e la mamma piantano i semi di granturco. 'Mettiamo via i tuoi
vestiti di lana. Li rimetterai quando l'estate sarà finita' dice la
mamma. Il bambino e la mamma piegano i pantaloni pesanti. Poi piagano
la giacchetta pesante. Li prendono e li ripongono in una scatola. Il
bambino sale su una sedia per sistemare la scatola sopra una
mensola."
Sta arrivando la
primavera. E con la primavera tutto riprende a muoversi, tutto
ricomincia a vivere. Sugli alberi i boccioli, i fiori nel prato e
l'erba inverdisce. Quel bambino si guarda intorno e vede che ogni
cosa sta diventando più grande. Crescerà il cagnetto che non lo
perde di vista, cresceranno i pulcini che lo seguono ovunque? E
soprattutto lui, lui crescerà? La mamma che nel frattempo pota,
mette a dimora nuove piantine, semina granturco nel campo, risponde
tranquilla alle domande sempre più incalzanti del suo bambino che
non vede cambiamenti su di sé. Lo rassicura: cresceranno i pulcini,
crescerà il cucciolo e crescerai anche tu.
Arriva l'estate e
il ricamo di fiori sugli alberi diventa una ricchezza di piccole
pere. Spuntano le pannocchie. Il cane e i pulcini sono più grandi,
lo si nota ad occhio nudo. Ma è poi così sicuro che anche i bambini
crescano? Guardandosi allo specchio, mentre la madre si prova il suo
vestito bianco, non si direbbe proprio.
Sullo scorcio
dell'ultimo sole dell'estate, ciò che era piccolo ora è maturo:
pere, pannocchie vengono raccolte. Il cagnetto è ormai un cane, i
pulcini sono polli e quel bambino è ancora lì a pensare di essere
l'unico a non aver messo neanche un centimetro in più...
Arriva l'autunno,
con il vento, la pioggia che riga i vetri. E' il momento di mettere
via i vestiti da estate e riprendere quelli pesanti dalla scatola che
li ha custoditi per tutto questo tempo.
Maniche corte,
giacca stretta, pantaloni che non si chiudono, caviglie in bella
vista. Qui qualcuno è cresciuto, o sbaglio?
Ha
settant'anni Growing Story.
Uscita nel 1947 per mano di un gigante della letteratura per
l'infanzia, Ruth Krauss, all'epoca illustrata da Phyllis Rowand,
questa storia è riapparsa nel 1975 e ancora nel 2007 con le
illustrazioni di Helen Oxenbury. E così a gigantessa si affianca donna di statura imponente.
La
gigantessa gigantesca di questo libro è Ruth Krauss: colei che negli
anni Cinquanta ha segnato una svolta epocale nell'ambito del libro
illustrato per bambini. Ruth Krauss è colei che dell'infanzia ha
saputo vedere e raccontare il lato più autentico. E' colei che ha
saputo circoscrivere in brevi frasi il misterioso universo dei più
piccoli. E' colei che ha avuto come interlocutori privilegiati
Crockett Johnson (lo ha anche sposato) e Maurice Sendak a cui si
devono i disegni fulminanti di un paio di capolavori che hanno
allietato l'infanzia di milioni di piccoli e piccole negli Stati
Uniti del dopoguerra, A hole is to dig (1952)
e A very Special House
(1953), che gli ha
portato la prima Caldecott Medal della sua lunga carriera.
E'
l'età d'oro, gente!
Nota
correttamente Jules, mio faro nella notte, in una intervista a Philip
Nel (Crockett Johnson and Ruth Krauss: How an Unlikely Couple Found Love, Dodged the FBI, and Transformed Children's Literature, 2012)
che alla Krauss spetta il merito di aver assegnato di diritto ai
bambini un posto nell'ambito della letteratura per l'infanzia.
E
Sendak, negli otto libri di Krauss illustrati da lui, ha dato forma a
tutto questo. Al loro fianco giganteggiava Johnson che inventava
Harold che, con la sua matita viola, ha dimostrato al mondo che l'arte
può creare universi. E per capire un po' meglio che aria si respirava tra quei tre sono illuminanti prefazione e postfazione di Maurice Sendak e Philip Nel a Spiaggia magica, libro inspiegabilmente passato inosservato... (orecchio acerbo, 2013).
Non
è poca cosa.
Esiste, si è detto,
una seconda figura imponente nel libro, ed è Helen Oxenbury. Per
una sorta di timore reverenziale, lei mette i suoi disegni a totale
servizio del testo. In una simmetria quasi ossessiva, la Oxenbury dà
forma a ciò che le parole raccontano, ma ciò nonostante riesce a
essere comunque se stessa nel creare il contesto accogliente che
conosciamo da altri suoi libri.
Sembra quasi che, come se fosse suo
malgrado, la storia trovi comunque un 'lessico familiare' del tutto
originale del modello di Rowand. La sua cifra si riconosce nell'alternanza di colore a b/n a matita, in quel
bambinetto un po' preoccupato, ma soprattutto in quella mamma che lo
rassicura e che, attraverso le stagioni, si muove operosa e sicura;
ma ancora nella relazione affettiva che costruisce tra cuccioli - di
uomo, di cane e di pollo - che a ben vedere nel testo sono solo
strumenti di paragone. Altra rara concessione che si permette è uno
specchio.
Uno specchio che accoglie le vezzosità di quella giovane madre e
sancisce agli occhi felici e increduli di quel bambino che, nonostante tutto,
si diventa grandi...
Carla
Noterella
al margine. Di giganti, in questo libro, ce ne sono già a
sufficienza.
Così
non riesco proprio a tacere su quel titolo rosso che 'giganteggia' un
po' troppo (sebbene presente anche in una delle versioni originali di
Harper & Collins, mi pare che lì non abbia lettere così
cubitali, forse favorito anche dal testo inglese come sempre più
sintetico di qualunque traduzione). Ma è peccato veniale che si stempera nella immensa gratitudine per aver ristampato un libro così.
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