lunedì 28 agosto 2017

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


UNO SPAZIO VUOTO IN FONDO

La famiglia Lista, Kyo Maclear, Júlia Sardà (trad. Stefania Di Mella)
Rizzoli, 2017


ILLUSTRATI

"I Liszt facevano liste. Scritch scratch. Liste normalissime. E liste stranissime.
La mamma faceva liste di malattie terribili e dei calciatori più forti di tutti i tempi. Il papà faceva liste di faccende molto noiose e di piccoli insetti con le ali. Facevano liste in inverno e in primavera, in estate e in autunno. Facevano liste tutti i giorni tranne la domenica che era il giorno senza liste."


Proprio la domenica, a bordo piscina e vestiti di tutto punto, i Liszt sono sdraiati sui loro lettini e riposano dal duro lavoro di stilare elenchi. Ma il lunedì si ricomincia: lunghe strisce di carta su cui ognuno scrive le proprie preferenze in fatto di cose divertenti da fare - è il caso di Frederick, il figlio più piccolo - di classifiche di formaggi o di cantanti - è il caso di Winifred - di persone odiate o amate - è il caso del nonno. Anche il gatto di casa fa liste. Il figlio di mezzo, Edward, stila lunghissimi elenchi per calmare i suoi pensieri notturni.
Poi un giorno bussa alla porta un visitatore e nulla è più come prima.


Come accade anche nei più precisi ingranaggi, basta un granello di sabbia, quasi impercettibile e di certo imprevisto lì, per inceppare l'oliato sistema.
La famiglia Liszt è di fatto un ingranaggio perfetto, dove ognuno organizza il proprio pensiero e il proprio agire sulla base di una precisa catalogazione della realtà.
L'imprevisto non è previsto. Il visitatore, in qualità di elemento inaspettato e sconosciuto, esula dallo schema e per questo viene allontanato da tutti, nonostante la sua cortesia nell'assecondare i loro desideri.
Fa eccezione Edward che pare aspettasse il suo arrivo da sempre. Il ragazzino ne approfitta per scambiare con il misterioso visitatore liste con grandi domande. Scambia oggi, scambia domani, il visitatore non se ne va più e tutta la famiglia impara da questa esperienza che alla fine di ogni elenco è meglio sempre lasciare uno spazio vuoto in fondo perché qualcosa può sempre accadere...


Libro imperdibile per molteplici ragioni: qui, a seguire, una lista.
1) L'idea originale, nata dalla bella testa di Kyo Maclear, autrice di culto in Canada e nel mio cuore (suo è Virginia Wolf, la bambina con il lupo dentro, Rizzoli 2014). Le liste come gabbie entro cui catalogare la realtà con lo scopo di non avere mai (brutte) sorprese dalla vita. Certo la pedanteria e la meticolosità sono attitudini pericolose da possedere se non si vuole arrivare sguarniti di fronte all'inaspettato. Inaspettato che prima o poi bussa alla porta. Condivisibile e utile, sembra dire la Maclear, è solo la lista di Edward, che non a caso è fatta di domande. Un vero trampolino di lancio verso la riflessione.
2) Capace di parlare di temi enormi a bambini anche molto piccoli, Kyo Maclear ci riesce utilizzando un registro espressivo metaforico e immaginifico che permette a chiunque abbia un briciolo di fantasia di sintonizzarsi all'istante. E da lì ripartire a sua volta per esplorare nuovi territori di riflessione. Ne sono, appunto, una testimonianza lampante le due liste, quella di Edward e quella del visitatore, nella loro alternanza tra quotidianità e massimi sistemi. Circostanza che introduce il terzo punto della lista.
3) La maestria nel saper parlare di filosofia e di farfalle con la medesima semplicità.


4) A un registro testuale del genere fa eco un registro illustrativo in totale armonia e per questo semplicemente perfetto. E se possibile, anche in grado di amplificare gli spunti suggeriti dal testo. Se si legge che Winifred stila classifiche di canzoni, vediamo che lo fa mentre si trucca gli occhi e sarà una gioia assoluta vedere quali sono secondo Júlia Sardà le rock star a cui conferire il merito di entrare nel numero degli eletti (David Bowie e Nina Hagen, per esempio). Oppure vedere Liszt accanto a Rasputin e Mary Poppins... E qui si introduce il quinto punto della lista.
5) La capacità, tanto nel testo quanto nel disegno, di sapersi rivolgere a pubblici diversi che convergono i necessità sulla lettura del libro. La curiosità di un adulto è continuamente stimolata nell'assurdità degli accostamenti: una spina bifida o un feto accanto al ritratto di Pelè o Maradona oppure un richiamo a Klimt nel cappotto della madre dei Liszt. Nello stesso tempo si crea un repertorio di immagini così ricche di dettagli che allo sguardo anche di un piccolo può solo giovare, anche se non può essere comprensibile nel suo senso finale.  

  
6) L'abbigliamento e il contesto un po' misterioso e l'ossessione nel riempire di oggetti e personaggi ogni spazio disponibile genera un'atmosfera surreale che trova sfogo in un diffuso gusto un po' macabro, un po' nero, alla Gorey, che punteggia le scene. 
Circostanza insolita, e a mio avviso sempre bene accetta, nell'ambito della letteratura illustrata che circola dalle nostre parti. Non è un caso che la critica abbia stabilito per questo libro legami autorevoli con il mondo dei film di Wes Anderson o con le atmosfere della famiglia Addams, senza contare il latente richiamo all'arte viennese degli anni della Secessione.
6 bis) Ad accrescere il mistero sono tantissime le cose dette con le immagini e non con le parole. L'unica pagina senza parole, ne è il manifesto.

 
7) Il penultimo punto di forza di questo libro sta nella sottile vena ironica che lo attraversa e che genera i dialoghi tra i diversi personaggi, ma anche le continue allusioni a partire dal titolo (quello italiano, come al solito, pecca di eccessivo didascalismo, a mio avviso. Quello originale, I Liszt, sarebbe stato criptico e allusivo il giusto...pazienza).
8) L'ultimo ma non ultimo elemento che conferisce qualità al libro sta nella cura tipografica che ha messo la Sardà: nel lettering che tanto mi ricorda i libri della Carson Ellis, e in quella pagina finale nera : 'uno spazio vuoto in fondo'...

Carla




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