lunedì 1 gennaio 2018

ECCEZION FATTA!

I NOSTRI FUOCHI D'ARTIFICIO 
CHE SPARIAMO NELL'ETERE 
PER FARE LUCE
PER FARE RUMORE 
PER FARE MERAVIGLIA 
E PER FARE FESTA
 
Il meglio di... un anno di libri, un anno di ragionamenti,   un anno di recensioni su Lettura candita Per ogni libro, il nostro perché
(BUM!) 


Maggio 2017

 

perché 
 
"Abbiamo di fronte, quindi, uno di questi testi che segnano un prima e un dopo, nell'ambito dei testi di divulgazione: così come per Mappe, Zoottica, Il libro delle Terre immaginate e altri che non cito, questo Il mistero della vita segna una svolta, dimostrando che si possono proporre testi impegnativi, argomenti importanti e controversi, a ragazzi e ragazze che vogliano approfondire tematiche così fondamentali. Non l'informazione veloce e sintetica di internet, ma un testo che insegna a ragionare sulle informazioni, a farsi domande e ancora altre domande, che insegna a non accontentarsi delle risposte facili. Che aiuta, in poche parole, a costruirsi un sano spirito critico, la capacità di formarsi proprie opinioni, autonome dai 'rumors' mediatici..."




perché  
 
"In Avete Visto Anna il tema è ambizioso, ma ancora una volta si organizza come un catalogo. Un catalogo che abbia come obiettivo di descrivere che cos'è un bambino, anzi quel bambino (chissà sein chiave polemica?), o più precisamente quella bambina.
Questo a parole, ma nel nocciolo di senso del libro, la cosa che colpisce è la sineddotica volontà di andare a fondo sul concetto di 'infanzia', attraverso un singolo esemplare: Anna..."



Giugno 2017 

 


perché

"La leggerezza è dote rara, soprattutto se diventa la cifra stilistica nel raccontare le complicate vicende della vita: la morte di una persona vicina, la malattia, la fatica di crescere e di assumersi delle responsabilità. E qui sta proprio la grande capacità dell'autore di raccontare un intreccio complesso, e con aspetti anche drammatici, con grande ironia, sfruttando il punto di vista 'ingenuo' del suo protagonista. Ci si diverte moltissimo leggendo le pagine fitte di colpi di scena e di trovate, partenze, tradimenti e ritorni..."

Viva la danza!,Didier Lévy, Magali Le Huche (trad. Tommaso Guerrieri) Edizioni Clichy 2017


perché

" la Francia che pubblica con evidente serenità libri del genere trova in Clichy una eco italiana coraggiosa e gagliarda. In questa rete di titoli 'controcorrente', mi pare che spicchi per presenza costante la figura di Magali Le Huche che dimostra un talento nel saper alleggerire e nel contempo arricchire il punto di vista del testo. Nel suo discorso figurativo riesce sempre a potenziare il senso ultimo della storia..."


 Luglio 2017




perché

"Santini si guarda bene dal farci una predica: il suo linguaggio è comico, grottesco, eccessivo, ti strappa una risata anche quando racconta qualcosa di orribile. C'è amarezza e disincanto nel suo sguardo sul mondo, ma c'è anche la risata liberatoria che accompagna la rivincita dei reietti, dei 'mostri' cui la civiltà dà la caccia pur considerandoli eticamente indispensabili..."



Ti ricordi ancora, Zoran Drvenkar, Jutta Bauer  (trad. Anna Patrucco Becchi) Terre di Mezzo Editore 2017

 
 perché

"la sostanza di questa storia sta nella potenza del ricordo, ma io andrei anche un passo oltre, notando come il ricordo talvolta abbia il pregio di distorcersi nella nostra mente, allontanandosi di fatto dalla realtà e mantenendo di sé non tanto i fatti accaduti, ma i sapori, gli odori e i colori. Ed è in questo quid il bello di quanto raccontano Zoran Drvenkar e Jutta Bauer nella commistione di vero e immaginato, di esagerato e normale, di racconto assurdo narrato con una pacatezza testuale che è dovuta anche a una sensibile traduzione..."

 

 Agosto 2017

“La casa degli anni scomparsi”, C. Barker, BestBur Rizzoli 2017


perché

 "Barker è un maestro, un autore che è capace di costruire la suspense con le atmosfere inquietanti che preludono allo svelamento del plot narrativo. Richiama, in questa storia, molto la trama di Coraline, di Neil Gaiman, un altro grande autore per ragazzi. In entrambi i casi, infatti, il punto di partenza è l'insoddisfazione dei giovani protagonisti, i desideri nascosti e inconfessabili (cambiare genitori, avere un'altra vita) che inquietano le giovani menti..."



 
 

perché

"Al suo primo libro, Kyung-Sik Choi, sa già maneggiare con destrezza i fondamentali dell'albo illustrato.  
La costruzione del testo, espressione formale tanto quanto il disegno, si limita a poche frasi che sono disposte sulla pagina come fossero versi. In un lingua vicina al parlato (a chi il merito della traduzione?) si fa cenno a un particolare su cui poi non si insiste, salvo poi tornarci nella chiusa finale, che ha il pregio di riannodarsi alla perfezione per chiudere il cerchio e lasciare un che di sospeso e non detto. Al centro della storia, dove la libertà di interpretazione è sovrana, la parola si sottrae..." 

[continua] 

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