giovedì 8 febbraio 2018

LETTERE DI SCOIATTOLO A FORMICA (idee a due teste)


Cara Formica…
Che bella la storia che mi hai raccontato.
Talmente bella che sono andato subito a cercare il libro e mi ci sono immerso…letteralmente!
Le immagini mi hanno portato via, come se una corrente sotterranea le percorresse, spazzando definitivamente ogni certezza che credevo ancora di avere. La cosa che mi ha sorpreso più di tutte è che il bambino pensi che la pelle di foca appartenga a suo padre… Se ci pensi bene, forse la mamma non gli ha detto proprio tutta la verità su di se, ma non lo ha forse nutrito descrivendogli dettagliatamente ogni creatura del mare, non gli ha addirittura raccontato la leggenda delle donne foca, non lo ha in fondo portato con ogni parola nel suo mondo? Insomma, non gli ha già svelato il segreto?
Ma forse queste cose a un bambino non interessano: semplicemente non gli servono. A lui interessa che qualcuno si occupi di lui, aiutandolo a mettere insieme i suoi pezzi, poco gli importa che la pelle sia di mamma o papà.

Oh, a proposito! Questo mi fa rammentare un altro libro che non ho mai amato particolarmente…
Ora sono costretto a guardarlo in maniera un po’ diversa.
Il libro è Urlo di mamma1 e racconta di mamma pinguino, che emette un urlo angoloso e arancione. 


E sai che succede? Ecco, il suo urlo poderoso scompone il piccolo pinguino in mille pezzi! Non solo! L’urlo è talmente potente che ogni pezzo va a finire in un angolo del mondo.
Che sia una storia particolare, a ben guardare, lo si può capire fin dall’inizio, dalla copertina…Hai visto, formica? Mamma e bambino camminano verso una luce che allunga alle loro spalle un’UNICA OMBRA! E ormai ho capito che ombra e mamma preludono a discorsi interessanti.


E allora, già che ci siamo, sfoglia un po’ il libro e guarda quanto grande e indefinito è lo spazio dove è ambientata la vicenda.
Guarda che bella luce c’è: non è la luce smaccata a perpendicolo in cui il tempo si ferma, ma la luce soffusa di quel magico momento in cui il sole si muove all’orizzonte e in ogni minuto cambia qualcosa, e attraverso il cambiamento le cose appaiono sempre diverse.
E’ in questo tempo e luogo che si svolge la storia di ogni maternità, poco importa se condotta da un uomo o da una donna. E’ del cambiamento, che essa si prende cura, dello sviluppo, della crescita.
E per chi sa farlo bene anche un urlo apparentemente distruttivo può diventare occasione di costruzione.
Infatti sai che succede? E’ la voce del piccolo pinguino quella che parla, ed elenca, nominandole, tutte le parti perdute:

"La mia testa è volata fra le stelle.
Il mio corpo è finito in mare.
Le mie ali si sono perse nella giungla.
Il mio becco è atterrato sui monti.
Il mio culetto è sparito in città.
Mi rimanevano le zampe, che però continuavano a correre."

Ecco che il piccolo pinguino, scomposto com’è, per la prima volta si accorge di quante cose sa fare!

"Volevo cercarmi, ma gli occhi erano in cielo...
...volevo gridare, ma il becco era sui monti...
...volevo volare, ma le ali erano nel fitto della giungla."

La mamma, demiurgo sapiente, non interviene nella piccola grande scoperta di se stesso che fa il piccolo pinguino se non alla fine, quando i pezzi sono stati nominati tutti ed è ora di ricucirli assieme, prima che il senso di impotenza faccia capolino. Allora arrivano le scuse, e in quella voce sussurrata il piccolo pinguino è nuovamente intero.
Quanti suoni, amica mia, quante parole e quante storie…. Che potere ha la voce!
Come se usandola potesse far diventare più vere le cose!
Sai, quasi quasi penso che a ogni nuova parola vediamo le cose come non le abbiamo mai viste.
Anzi, addirittura penso che le vediamo come fosse la prima volta!

E su questo, sono sicuro avrai moltissimo da insegnarmi…

Scoiattolo

P.S. A proposito di suoni…sai che ho letto un libro in cui un bambino impara la giornata della sua mamma seguendo i mille rumori che le risuonano intorno?2


Ah, diletto compagno di ragionamenti!
Tocchi un tasto che fa un bel suono, il suono della voce che crea.
Non posso, non posso proprio non correre lì con il pensiero. È successo un bel po' di anni fa, quando mi è finito sotto gli occhi un libro unico nel suo genere. Lo conservo con cura estrema, per tanti motivi che forse in un giorno uggioso ti posso elencare. Ma oggi tira vento e voglio andar veloce al punto: lui, il libro, contiene ventuno parole, le prime che su carta possono diventare mappa di orientamento a chi per la prima volta ascolta il mondo. Acqua, bocca, cacca, dormi, ecco, figlio, giorno, io...
Ecco, figlio, giorno, io  



Ma ti rendi conto della forza delle parole, Scoia? Nel seguire un alfabeto creano anche altro senso. Accidenti, ma qui è la poesia che va al di là anche di una buona intenzione o è il poeta che crea quasi suo malgrado?

Poco importa, amico mio, poco importa.
Guarda con me cosa abbiamo davanti: 21 parole di una prima lingua, ventuno poesie minime perché neonate, che sono pensate per voce di mamma, ecco a te Mammalingua.3
E non saltare sulla panca quando ti rivelo che la voce di mamma è di un uomo. Non è la prima volta che ragioniamo su questo... Non è forse Otto un'ottima madre? E non lo è forse Tognolini il poeta?
Ecco ancora un elemento che rimescola tutto.
Come è difficile disegnare un profilo di mamma, farne un ritratto. Si muove sempre, sfugge, va in ombra e poi in luce, crea e poi smonta e ricrea con uguale potenza.
Ma su una cosa siam fermi io e te. L'esser madre - che lo si faccia coi gesti, che lo si faccia con le parole, che lo si faccia con dolcezza oppure con fermezza, che ci sia la vicinanza, ma anche in assenza, che ci sia il malumore o che ci sia l'allegria, che sia affare di femmine o di maschi - è la grande e misteriosa avventura di un incontro.

"Dopo onde schiumose ed enormi
Pesciolino arenato al mio fianco
Nel lenzuolo di un'isola bianca
Sei venuto dal mare e sei stanco
Son venuta dal mondo, son stanca
Riposiamoci dallo stupore
Ci saranno tantissimi giorni
Ora calma il tuo cuore
Dormi"


Dopo, nulla potrà essere mai più come prima.
E direi che sia giusto così.

Formica

1Jutta Bauer, Urlo di mamma, Salani 2008
2Mélanie Grisvard, Vincent Bouergeau, Maman, tu fais quoi?, Les fourmis rouges 2015
3Bruno Tognolini, Pia Valentinis, Mammalingua, Edizioni Tuttestorie 2002

Nessun commento:

Posta un commento