È
tantissimo che non prendo carta e penna per scriverti.
Di
solito mi capita di farlo quando non riesco a venire a capo di
qualcosa e il ragionare mi tiene sveglio fino a notte fonda.
Anche
questa volta è così.
Si
tratta di un incontro che ho fatto a una festa di compleanno.
Era
seduta in un angolo e guardava sconsolata gli altri ballare, e sul
suo volto c’era un’ombra: era
una mamma triste. Ovviamente non avevo capito subito che era
una mamma. All’inizio mi sembrava soltanto una lucertola piuttosto
carina e parecchio malinconica. Ma poi quando mi sono avvicinato e
abbiamo cominciato a parlare mi ha raccontato…aveva lasciato a casa
i suoi piccoli e si sentiva una pessima madre. Per egoismo, solo per
egoismo, così diceva, aveva creduto di poterli abbandonare per una
sera, e ora si macerava nel senso di colpa al pensiero di non essere
lei a leggergli la storia della buona notte. Inoltre, continuava con
aria veramente angosciata, il giorno dopo non sarebbe riuscita ad
andarli a prendere a scuola, e si era addirittura dimenticata di
mettergli la merenda nello zainetto per l’indomani.
Era
davvero una scellerata, si ripeteva la poverina, scrollando la testa.
E ti posso assicurare, cara Formica, che erano autentiche e
pesantissime le lacrime che le uscivano dagli occhi…Non ho mai
visto una lucertola piangere tanto! Ho anche provato a consolarla,
che sarebbero stati bene anche in sua assenza, ma non c’era verso:
sembrava che la sua presenza al loro fianco fosse la cosa più
importante al mondo, e anche la più gravosa. Quando poi si è
alzata per andarsene, pareva diretta al patibolo, più che tornare
dai suoi piccoli per cui si sentiva tanto in colpa.
Ti
confesso, cara Formica: la cosa mi ha molto turbato! Fino a oggi ero
convinto che essere madri fosse la cosa più bella del mondo! Sai
come in quel libro di Anthony Browne…La mia mamma, si intitola…
Beh, lì c’è una mamma florida e sempre contenta.1 Una super cuoca, una giocoliera, una che non rinuncia a truccarsi e che porta da sola un sacco di buste della spesa. E’ forte e dolce senza perdere mai l'equilibrio tra forza e dolcezza. Poteva ballare come Pina Bausch, oppure con la stessa facilità fare l’astronauta, l’attrice e anche il capo di un’azienda, però ha scelto di fare la mamma. Ecco cosa pensavo!
Beh, lì c’è una mamma florida e sempre contenta.1 Una super cuoca, una giocoliera, una che non rinuncia a truccarsi e che porta da sola un sacco di buste della spesa. E’ forte e dolce senza perdere mai l'equilibrio tra forza e dolcezza. Poteva ballare come Pina Bausch, oppure con la stessa facilità fare l’astronauta, l’attrice e anche il capo di un’azienda, però ha scelto di fare la mamma. Ecco cosa pensavo!
Ma alla luce di quello che è successo alla festa, non posso pensarlo più… Dove stanno, nelle immagini di quel libro, le amarezze, la fatica, la frustrazione, i dubbi, e tutti quei chiaroscuri che avevo potuto scorgere tra le squame di mamma lucertola? Dov’è finito nelle figure di Browne quel senso di oppressione che le incurvava le spalle? Dove sono le ombre? Non certo in quel libro! Sono furibondo, perché ho cominciato a intuire che il mestiere di mamma non è sempre così splendente e luminoso come quelle illustrazioni che spianano ogni ruga, annullando ogni profondità.
Quando
mi sono calmato ho pensato che forse il libro racconta la mamma vista
con gli occhi di un bambino.
Però, cara Formica, è
davvero così brillante la mamma che un bambino vede ogni giorno? E
soprattutto…davvero un bambino non si accorge delle ombre? Davvero
il suo bisogno di perfezione deforma a tal punto la sua visione
materna da non permettergli di accorgersi di quello che accade
veramente?
Sai,
cara Formica, cosa penso? Forse questa donna forte e luminosa e
piatta non è nemmeno la mamma così come la può immaginare un
bambino, ma quella mamma come vorremmo tutti che fosse, una
idealizzazione, perché forse raccontarsi la vera storia è un po’
più complicato…
Tu
cosa ne pensi?
Scoiattolo
P.S.
Sai…Forse il mio stupore deriva dal fatto che nel bosco ci sono
bambini che crescono sottoterra senza bisogno di nessuna cura,
anzi…sono loro che provvedono al succedersi delle stagioni, proprio
come fossero piccole radici…
Ah,
caro te! Tocchi un tasto talvolta dolente: le mamme, mammone.
Ci
credo che tu ti sia stupito, Scoiattolo caro. Tu sei animale del
freddo Nord, e non hai questi problemi, ma Lucertola è animale che
viene dal caldo e quindi, come accade spesso qui da noi al Sud, fa
parte della nutrita schiera di mamme un po' troppo 'vischiose'. Non
sono moleste, ma spesso ingombranti ed eccessivamente accudenti: dal
mio formicaio le vedo caricarsi lo zaino del loro bambino sul
percorso di scuola, le sento questionare con le maestre in difese
incondizionate dei loro bambini, le guardo mentre tentano di
proteggere il cucciolo da tutto ciò che può scalfirlo. Via le
paure, vie la fatiche, via i dolori, via le delusioni, via le
sconfitte, via tutti i no...via via via: tutto il tempo a 'roteare le
braccia' a parare i colpi e a fare piazza pulita intorno all'infante
il quale, intanto, cresce molliccio.
Mi
è capitato un giorno di aprile, era un giovedì, di leggere un libro
perfetto per le mamme mammone. Perché, chiederai tu? Perché parla
di loro offrendogli una via di uscita.
Mamma Medusa2 sta per partorire: avvolta nei suoi più che fluenti capelli biondi, è lì che si impegna per dare alla luce la sua creatura, Irisee. Fin dal primo minuto, Medusa la avvolge nel caldo nido di capelli che le tiene assieme e le nasconde nella loro intimità agli occhi del mondo. Neanche alla levatrice è concesso di cullare la piccolina. La perla della mamma vive occulta e protetta nel 'suo guscio privato'. "Tu sei la mia perla e io sarò la tua madreperla" continua a ripetere Medusa e poi le legge fiabe, le insegna alfabeti, le costruisce cavalli. La piccola Irisee, tuttavia, ha occhi solo per i bambini che vede giocare dalla finestra. Le piacerebbe andare a scuola ed essere con loro e come loro.
Mamma Medusa2 sta per partorire: avvolta nei suoi più che fluenti capelli biondi, è lì che si impegna per dare alla luce la sua creatura, Irisee. Fin dal primo minuto, Medusa la avvolge nel caldo nido di capelli che le tiene assieme e le nasconde nella loro intimità agli occhi del mondo. Neanche alla levatrice è concesso di cullare la piccolina. La perla della mamma vive occulta e protetta nel 'suo guscio privato'. "Tu sei la mia perla e io sarò la tua madreperla" continua a ripetere Medusa e poi le legge fiabe, le insegna alfabeti, le costruisce cavalli. La piccola Irisee, tuttavia, ha occhi solo per i bambini che vede giocare dalla finestra. Le piacerebbe andare a scuola ed essere con loro e come loro.
Mamma Medusa, con i suoi capelli tentacolo che vanno in ogni direzione, lentamente palesa al mondo il suo volto e, per amore, manda quella bambina in mezzo agli altri piccoli del villaggio, a scuola. 'Non mi seguire, per favore!' la implora Irisee: di te avrebbero paura...
La
grande prova per quella mamma mammona è dietro l'angolo. All'uscita
di scuola chi ci sarà a prendere Irisee? Il covone biondo dei
tentacoli di Medusa non esiste più; è stato sanamente tagliato per
dare spazio e aria a qualcosa di assolutamente nuovo: una donna
felice perché libera, qui e ora, di essere anche mamma.
Kitty
Crowther intorno alla questione ci ronza parecchio, sai? Come se
fosse un tema importante per lei. E forse davvero lo è. Anche in quell'altro magnifico suo libro El
niño raíz3
(l'ho
comprato in un porto spagnolo durante la mia penultima crociera) c'è
una mamma, mammona, la quale, un po' goffa nella sua nuova e
inaspettata maternità, impone al bimbo radice vestitini e cameretta.
La volpe, che la sa lunga, di lei nota l'essenza temibile...
Attenti, non è un mestiere facile fare la mamma, sembra sussurrare la Kitty ai suoi piccoli lettori. E chi vuol capire capisca e chi vuole interrogarsi si interroghi...
Io,
nel frattempo, che ormai a stento ricordo l'esperienza di una
piccolina da crescere, me ne andrei a dormire se non ti dispiace.
Prima
di accomiatarmi, un'ultima curiosità: tu, Scoiattolo, sei mai stato
mamma?
Te
lo chiedo perché ho come la sensazione di aver già sentito qualcosa
al riguardo...insomma, mi pare di ricordare che a voi capiti.
Vabbè,
mi starò certamente sbagliando e per farmi perdonare domani, potrei
anche decidere di raccontarti che strada prende la 'mamma per caso'
del bambino radice.
Domani.
'notte,
mamma?
Sempre
tua, Formica.
Ps.
lo vedi, come mi insegni tu, alla radice si deve per forza tornare.
[continua]
[continua]
2Kitty
Crowther, Medusenkind, Aladin Verlag 2016
3Kitty
Crowther, El niño raíz, Lóguez 2015
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