TANIGUCHI
O DELLA NOSTALGIA
Non
sono un'esperta di fumetti e meno che mai di manga, ma ho sempre
avuto un'attenzione speciale per Jiro Taniguchi, il mangaka
giapponese scomparso l'anno scorso. Per questo non posso non
segnalare anche alla platea di giovani lettrici e lettori un testo
uscito alla fine del 2017.
Si
tratta, è vero, di un libro d'occasione, un travel book per la
collana della Louis Vuitton, dedicato a Venezia, ma nelle mani
del maestro giapponese diventa qualcosa di diverso.
Non è
solo una descrizione sentimentale, intima della città lagunare, con
scorci e vedute inconsuete, ma anche una storia, come l'ha immaginata
l'autore, suggestiva ed intensa.
Taniguchi
si immagina immerso nella ricerca del nonno pittore, che all'inizio
del secolo ha trascorso alcuni anni a Venezia. Il percorso del
giovane protagonista fra calli e campielli è anche un percorso della
memoria, una tardiva riscoperta dell'arte di un nonno mai incontrato.
Una
trama del genere non può che enfatizzare il senso di malinconia, di
nostalgia che le atmosfere veneziane inducono. La maestria di
Taniguchi non ci restituisce solo le atmosfere lagunari, non ci
propone solo scorci suggestivi, che rappresentano anche i contrasti
di quella città; è un ritratto sentimentale di un luogo che resta
nel cuore di chiunque la visiti con gli occhi aperti. Dal Caffè
Florian alla Giudecca, da Rialto al Faro di Campo San Giorgio,
Venezia ci viene proposta come una città misteriosa, che va compresa
visitandola con pazienza, scrutando i dettagli, le iscrizioni, i
meandri, non fermandosi mai alla superficie dei percorsi turistici.
Ha
senso proporre questo tipo di libro ai ragazzi? Rispondo con un si
deciso, che ha diverse sfaccettature: intanto una tipologia di libro
di grandissimo fascino, i carnet di viaggio, in cui appunti e schizzi
si alternano, e qui non parliamo di schizzi, ma di bellissimi
acquarelli; la stessa descrizione di Venezia che la propone come una
città tutt'altro che chiusa e impenetrabile, ma come una città
tuttora, e nonostante tutto, affascinante. E il manga, fumetto
giapponese, che qui, come in altre opere di Taniguchi, acquista una
valenza universale, capace di parlare a tutti e tutte, al di là del
cerchio più ristretto degli appassionati cultori del genere.
Un
ultimo punto: il racconto in quanto tale descrive uno stato d'animo
che ci coinvolge direttamente, una città, un luogo che diventa il
teatro ideale della ricerca della propria storia, quel senso di
struggimento, molto vicino alla poesia, che in Venezia trova uno
sfondo ideale. Come si capisce bene, amo molto questa città e non
posso che riconoscermi in questo ritratto, che ignora volutamente le
masse di turisti sciamanti intorno a San Marco, ma non ignora lo
scempio del passaggio delle navi da crociera. Mi piacerebbe che i più
giovani vedessero così una città imprescindibile della nostra
cultura attraverso gli occhi di un maestro che non dobbiamo
dimenticare.
Eleonora
“Venezia”,
J. Taniguchi, Rizzoli Lizard 2017
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