venerdì 2 febbraio 2018

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


TANIGUCHI O DELLA NOSTALGIA


Non sono un'esperta di fumetti e meno che mai di manga, ma ho sempre avuto un'attenzione speciale per Jiro Taniguchi, il mangaka giapponese scomparso l'anno scorso. Per questo non posso non segnalare anche alla platea di giovani lettrici e lettori un testo uscito alla fine del 2017.
Si tratta, è vero, di un libro d'occasione, un travel book per la collana della Louis Vuitton, dedicato a Venezia, ma nelle mani del maestro giapponese diventa qualcosa di diverso.
Non è solo una descrizione sentimentale, intima della città lagunare, con scorci e vedute inconsuete, ma anche una storia, come l'ha immaginata l'autore, suggestiva ed intensa.



Taniguchi si immagina immerso nella ricerca del nonno pittore, che all'inizio del secolo ha trascorso alcuni anni a Venezia. Il percorso del giovane protagonista fra calli e campielli è anche un percorso della memoria, una tardiva riscoperta dell'arte di un nonno mai incontrato.
Una trama del genere non può che enfatizzare il senso di malinconia, di nostalgia che le atmosfere veneziane inducono. La maestria di Taniguchi non ci restituisce solo le atmosfere lagunari, non ci propone solo scorci suggestivi, che rappresentano anche i contrasti di quella città; è un ritratto sentimentale di un luogo che resta nel cuore di chiunque la visiti con gli occhi aperti. Dal Caffè Florian alla Giudecca, da Rialto al Faro di Campo San Giorgio, Venezia ci viene proposta come una città misteriosa, che va compresa visitandola con pazienza, scrutando i dettagli, le iscrizioni, i meandri, non fermandosi mai alla superficie dei percorsi turistici.


Ha senso proporre questo tipo di libro ai ragazzi? Rispondo con un si deciso, che ha diverse sfaccettature: intanto una tipologia di libro di grandissimo fascino, i carnet di viaggio, in cui appunti e schizzi si alternano, e qui non parliamo di schizzi, ma di bellissimi acquarelli; la stessa descrizione di Venezia che la propone come una città tutt'altro che chiusa e impenetrabile, ma come una città tuttora, e nonostante tutto, affascinante. E il manga, fumetto giapponese, che qui, come in altre opere di Taniguchi, acquista una valenza universale, capace di parlare a tutti e tutte, al di là del cerchio più ristretto degli appassionati cultori del genere. 

 
Un ultimo punto: il racconto in quanto tale descrive uno stato d'animo che ci coinvolge direttamente, una città, un luogo che diventa il teatro ideale della ricerca della propria storia, quel senso di struggimento, molto vicino alla poesia, che in Venezia trova uno sfondo ideale. Come si capisce bene, amo molto questa città e non posso che riconoscermi in questo ritratto, che ignora volutamente le masse di turisti sciamanti intorno a San Marco, ma non ignora lo scempio del passaggio delle navi da crociera. Mi piacerebbe che i più giovani vedessero così una città imprescindibile della nostra cultura attraverso gli occhi di un maestro che non dobbiamo dimenticare.


Eleonora

“Venezia”, J. Taniguchi, Rizzoli Lizard 2017



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