SUONI E COLORI
Fra le novità di divulgazione, uscite
nell’ultimo scorcio dell’anno passato, non possono essere
dimenticati i due volumi della coppia ucraina composta da Romana
Romanyshyn e Andriy Lesiv, premiati a Bologna l’anno scorso:
‘Forte, piano, in un sussurro’, dedicato alludito, e ‘Vedo, non
vedo, stravedo’, dedicato alla vista, entrambi pubblicati da Jaca
Book.
In occasione della Fiera di Bologna è
stato difficile valutarli, considerata la diversità linguistica,
mentre era evidente l’audace scelta grafica, con vistose
illustrazioni che dominano la pagina e un testo ridotto, una gamma
cromatica ristretta e vivacissima. Se questa impostazione, in termini
generali, richiama lo stile infografico, che demanda il compito della
spiegazione soprattutto all’immagine, un’ulteriore sorpresa ci
aspetta nei testi in cui non si segue un procedimento analitico,
analizzando via via parti dell’argomento, ma si passa costantemente
dalla funzione all’oggetto; ovvero, per esempio, si descrive la
struttura dell’occhio per poi enumerare alcune cose che l’occhio
ci consente di vedere.
Dunque, più che la sistematicità, qui
troviamo una sorta di procedimento a zig zag, che mescola i piani e
fornisce continuamente spunti. L’effetto è sicuramente quello di
produrre stimoli nuovi, suggestioni, indirizzi di nuove indagini, ma
viene penalizzato, come è naturale, l’aspetto esplicativo.
Sull’occhio, per esempio, sono dette
molte cose: come vediamo, quali strumenti usiamo per vedere cose
piccolissime o lontanissime; ma a queste osservazioni ne seguono
altre che riguardano le immagini negli specchi o la comunicazione
delle emozioni attraverso le espressioni facciali. Vengono spiegati alcuni simboli visivi,
così come il principio ispiratore dell’alfabeto braille.
Lo stesso si può dire per l’udito,
anche qui visto attraverso la descrizione del funzionamento
dell’orecchio e nello stesso tempo analizzando il vasto mondo dei
suoni.
Alla fine di entrambi i volumi poche
note, molto sintetiche, e una lista, interessante, di ciò che vale
la pena vedere e sentire.
Parliamo dunque di un esperimento
interessante, che usa in modo molto esteso l’immagine per aggirare
la difficoltà di concetti come la materia oscura o gli ultrasuoni.
Si intuisce più che capire, cosa che può andar bene se e solo se
c’è poi qualcuno pronto a rispondere alle domande che
inevitabilmente sorgono. Nello stesso tempo l’uso di termini
‘difficili’ restringe la fascia d’età a ragazzini e ragazzine
non proprio alle prime armi, ma nello stesso tempo non ancora pronti
per gli approfondimenti, grosso modo otto/nove anni. Un ulteriore
limite, ma questa è forse solo una mia impressione, l’uso del
carattere rosso quasi fosforescente, in alcune parti del testo, rende
difficile la lettura per apprendisti lettori.
In sintesi mi sembra che ci troviamo di
fronte ad una sperimentazione grafica interessante, raffinata e con
impaginazioni creative e stimolanti, in cui però non funziona del
tutto il testo o, comunque, più in generale, l’approccio
divulgativo. Ma, come sempre, la parola va lasciata ai diretti
interessati, i numerosi lettori e lettrici che si interessano di
argomenti scientifici.
Attendo, dunque, le doverose verifiche.
Eleonora
“Vedo, non vedo, stravedo”, R.
Romanyshyn e A. Lesiv, Jaca Book 2018
“Forte, piano, in un sussurro”, R.
Romanyshyn e A,. Lesiv, Jaca Book 2018
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