venerdì 4 ottobre 2019

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


L'ANNO CHE VERRÀ

L'ultimo regalo di Babbo Natale, Marie-Aude Murail, Elvire Murail,
Quentin Blake (trad. Sara Saorin)
Camelozampa 2019


NARRATIVA PER MEDI (dai 7 anni)

Julien strappò la carta. E, in una scatola di cartone dall'aria strana, trovò una locomotiva a vapore di legno. Era colorata di rosso e blu ed era davvero graziosa. 'È in giocattolo da bambini piccoli' borbottò il papà, guardando la moglie. 'Non sono stata io!' protestò lei. 'Ha gli occhi!' esclamò Julien. Lo disse talmente forte che i suoi genitori sobbalzarono. 'Ehmm... Sì. Ha gli occhi' disse suo padre. 'Mi sta guardando!'"

La locomotiva non solo lo guarda, a Julien, ma gli strizza addirittura l'occhio. Parrebbe un giocattolo caduto per errore dal sacco di Babbo Natale e come tale andrebbe restituito, qualora il legittimo proprietario lo reclamasse indietro, entro un anno e un giorno. Questa è la regola.
Quella locomotiva, Julien lo sa da subito, ha qualcosa di diverso, se non altro per il modo in cui è arrivata nelle sue mani. Per quel bambino infatti era arrivato l'anno in cui non credere più in Babbo Natale. I suoi dubbi in merito li coltivava da tempo, tuttavia per far contenti i suoi genitori, si era ripromesso ancora per un anno di 'stare al gioco'. Stando così le cose, tutto sarebbe stato nella norma con l'arrivo del regalo richiesto, la console per i video giochi, e un po' di teatrino con urletti e finta sorpresa intorno all'albero il mattino del 25 dicembre. 



Ma la locomotiva che ha per le mani non è stata comprata: è arrivata a sorpresa. Per questo, forse, diventa il gioco preferito di Julien che le dà un nome - Juliette - e la tiene sempre con sé. Sul cuscino, a tavola, in spiaggia, in campagna, la locomotiva è nei suoi giochi e nei suoi pensieri, come anche lui lo è nelle attese di quel locomotore di legno, che lo aspetta ogni giorno al suo ritorno da scuola.
Il tempo passa ed è in arrivo un nuovo Natale. Potrebbe dunque succedere che Babbo Natale, a pieno titolo, quella fatidica notte ritorni da lui e pretenda indietro la locomotiva caduta dal sacco.
Se almeno fosse stato cattivo, sarebbe stato depennato dalla lista dei bambini da visitare. Ma no, lui è stato bravo. E neanche rimandare di un giorno il Natale oppure scrivere a Babbo Natale di non passare per risparmiare tempo e fatica, sono soluzioni possibili.
L'unica cosa da fare richiede molto coraggio...


Diventare un po' più grandi richiede del coraggio. 


Julien sta diventando grande -e Quentin Blake lo allunga sulla pagina - e non solo perché il gioco di mamma e papà è ormai smascherato, ma anche e soprattutto perché trova in sé il coraggio di fare la cosa giusta. Non cerca neanche per un momento di farsi scudo dietro le spalle più larghe di una mamma e di un papà, per non restituire la locomotiva al legittimo proprietario.
Julien è davvero un bambino in mezzo al guado. 
Da un lato è ancora molto visibile in lui lo sguardo che riesce a vedere nei suoi giocattoli una esistenza vitale, un'anima e per questo a dargli un nome, Juliette, dall'altro quello stesso bambino affronta l'eventuale distacco da quel gioco e da quell'anima, con la tempra di un eroe.
Le Murail lo raccontano così bene, come se Julien fosse lì davanti ai loro occhi (e forse le due sorelle sono memori, e reciproche testimoni, dei loro rispettivi ultimi Natali da credenti). Con la capacità di dosare silenzi, cose non dette, e parole e fatti restituiscono a noi che leggiamo l'autenticità di quel momento che è stato e sarà momento cruciale di ogni infanzia, di fronte al mistero della notte di natale.
Magistrale l'atmosfera di ambiguità e incertezza che circonda l'intera situazione.
Bella è la scrittura, bello è l'impianto narrativo. Bellissimo il finale, sia scritto che disegnato: sospeso.
Gli scrittori per bambini dovrebbero imparare da Murail (e Murail) che la letteratura si nutre di tale ambiguità, di tale complessità, e di tale stratificazione.
E quindi è bello constatare che un racconto può diventare vero.
Bello è saper scrivere, senza scriverlo, che nulla è mai del tutto bianco o del tutto nero e che anche i bambini che crescono, lo fanno con lievissimi quanto impercettibili movimenti, come ingranaggi di un orologio.
Julien si sta muovendo in una direzione, ma dentro di sé ha tanto della strada percorsa, cui non vuole - giustamente - rinunciare. Neanche in nome dello scatto 'di carriera' che, per esempio, suo padre ci terrebbe tanto facesse.


Gli illustratori per bambini dovrebbero imparare da Quentin Blake come si costruisce una narrazione per immagini e per colore, così viva ed esplicita 'semplicemente' attraverso l'inserimento di minuscoli dettagli: il gioco degli sguardi, la posizione dei personaggi nello spazio che li contiene. Tutto questo restituisce, senza parere, con precisione le dinamiche interne di quella piccola famiglia.
E last but not least, bello è il racconto di questo attaccamento a un mondo fatto di locomotive che ti strizzano l'occhio e che, se si è fortunati e accorti, come dimostrano le due Murail e Blake, potrebbe durare per sempre. 


Bello è anche pubblicare un libro di Natale lontano dal Natale.
E bello è stato poterlo leggere e poterne scrivere.

Carla

Nessun commento:

Posta un commento