HAROLD E IL SUO PAPA' - I PARTE
Harold e la matita viola,
Crockett Johnson (trad. Sara Saorin)
Camelozampa 2020
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)
"Una sera, dopo averci pensato
per un bel po', Harold decise di andare a fare una passeggiata al
chiaro di luna.
Ma la luna non c'era e ad Harold
serviva una luna per fare una passeggiata al chiaro di luna."
Evidente. Per fare una passeggiata
serve anche una strada e anche quella non c'era e andava creata. E la
strada che disegnò con la sua matita viola era lunga e diritta
perché non voleva perdersi. Purtroppo però quella strada sembrava
non arrivare da nessuna parte e così la abbandonò per andare verso
una foresta che non c'era e che andava disegnata. Una grande foresta
sarebbe stata pericolosa, quindi la fece con un unico albero di melo,
carico di mele. A guardia disegnò un drago che però lo spaventò al
punto di fargli tremare la matita che inavvertitamente disegnò le
ondine di un mare dentro cui il povero Harold stava per affogare se
non avesse disegnato in tempo una barchina con anche la vela. la
navigazione procedeva tranquilla fino ad arrivare a una spiaggia dove
fare merenda. Disegnò quindi le sue nove torte, ma non le mangiò
tutte. Anche questa volta ebbe una grande idea per non sprecare
nulla....Con la matita in mano il viaggio proseguì su montagne
ripide e attraverso città fitte di palazzi e quando la stanchezza e
la voglia di casa lo prese non gli restò altro che disegnare la
propria finestra di camera, il proprio letto, infilarcisi dentro,
tirandosi sul naso la coperta soffice.
Disegnata anche quella.
In
un tiepido giorno di agosto del 1950 Crockett Johnson, conosciuto
fumettista - la sua striscia è Barnaby, un fratello di Harold -
apre la porta della sua casa e si trova davanti due agenti dell'FBI. E' un venerdì.
Crockett Johnson, Barnaby |
Crockett
Johnson è sposato da 7 anni con Ruth Krauss. In quel momento lui sta
per scrivere il libro che lo ha reso famoso nel mondo Harold
e la matita viola e
lei sta per scrivere il suo undicesimo libro, A
Hole is to dig, che poi
illustrerà Maurice Sendak, al suo quasi esordio.
Ma
perché l'FBI alla loro porta? Il loro successo non è ancora così
consolidato, ma le loro persone si trovano all'incrocio di tre strade
importanti, ovvero arte-politica-commercio.
Nell'era della Maccartismo molti artisti che avevano dichiarato la
loro appartenenza ideologica alla sinistra - tra questi Krauss e
Johnson - venivano 'bruciati' nell'ambito della loro attività, ma
trovavano un certo seguito in quello dell'editoria per l'infanzia. La
Huac (commissione per le attività antiamericane) aveva il potere di
escludere i libri dai circuiti commerciali. Ma l'editoria per
l'infanzia non era considerato ancora un terreno pericoloso e così
molti, per necessità, vi approdarono.
Insomma, se da un lato gli Stati Uniti rappresentò la terra delle
seconde opportunità per molti autori europei fuggiti dal disastro
della II guerra mondiale, dall'altro fu la terra più fertile per
diffondere una delle più capillari 'cacce alle streghe' di sempre.
Fortunatamente per noi, Krauss e Johnson nonostante l'attenzione
dell'FBI in realtà poterono continuare felicemente a lavorare perché
scelsero l'ambito espressivo considerato dal sistema di controllo come il meno pericoloso: i libri per bambini.
Gli anni Cinquanta, Maccartismo a parte, furono anni di grande
fermento nel campo dell'editoria: il baby boom fece esplodere i
fatturati che tra il 1950 e il 1960 triplicarono.
Furono davvero anni d'oro per l'editoria. Furono gli anni delle
Cronache di Narnia di Lewis (1950), della Tela di Carlotta di White
(1952), dell'approdo di Pippi, oltreoceano (1950 Viking Books
pubblicò la prima traduzione in USA).
Dunque, molti scrittori e illustratori fuggiti dall'Europa a causa
del conflitto, erano arrivati in USA già da qualche anno ed erano
attivi come grafici, designer o fumettisti di fama e proprio negli
anni Cinquanta, per il Maccartismo e per il baby boom, un gran numero
tra loro si indirizzò con successo verso il mondo dell'illustrazione per
l'infanzia.
E
questa è anche la storia di Johnson, il cui vero nome era David Johnson Leisk.
Fumettista
già affermato, arrivò solo in seconda battuta all'illustrazione per
l'infanzia, ovvero nel 1943 con un libro sul denaro, The
Rich World: The Story of Money e
anche Ruth Krauss, all'epoca, si occupava più di antropologia che di
infanzia.
Eppure
entrambi da lì a un anno, nel 1945, scrissero uno dei libri più
belli che siano mai stati pubblicati.
Libro
che segnerà il destino di entrambi: The
Carrot Seed.
A
contribuire alla perfezione di quel libro di poche pagine, con un
testo che non supera le 110 parole, e con un disegno a dir poco
cristallino, fu Ursula Nordstrom la leggendaria editor di Harper in
quegli anni. Per intenderci, quella che scoprì Sendak, la Wise
Brown, Ungerer, Silverstein, Lobel.
The Carrot Seed, quando fu pubblicato (dal 1945 senza interruzione), alcuni lo
considerarono eversivo nei confronti degli adulti, altri un manifesto
dell'autonomia di pensiero dei bambini, alcuni lo definirono una bella narrazione sulla fede che anima i
piccoli.
A
little book with a big idea! Ebbe
un successo immediato, diventando subito un fenomeno editoriale.
Questo incoraggiò entrambi a proseguire in quella direzione.
E meno
male.
Questa lunga premessa è, se non necessaria, quanto meno propedeutica
per poter capire a fondo la temperie culturale in cui nasce Harold
e la poetica del suo autore, purtroppo misconosciuto al di qua
dell'Oceano, che andrebbe invece considerato una delle colonne
dell'illustrazione di sempre.
Senza di lui e senza Ruth Krauss, molto probabilmente non esisterebbe
neanche Sendak. Tanto per dirne una.
Crockett Johnson, che si era
formato alla Cooper Union e poi alla New York Universtity School of Fine Arts, facoltà
di Thipography and Graphic Design, è molto riconoscibile per il suo stile
semplice, quanto inconfondibile.
Attento agli elementi essenziali
della scena, è solito eliminare tratti e cose che non siano
necessari alla narrazione. Uno stile semplificato quasi
diagrammatico per raccontare con chiarezza, evitando ogni
superfetazione arbitraria.
La
purezza della linea dei suoi disegni è diventata leggendaria, a tal
punto che un suo collaboratore la definì al di là del
perfezionismo.
Nello
stesso tempo, Johnson è ossessionato dall'idea di disegnare sempre
allo stesso modo: effettivamente i bambini Harold, Barnaby e quello
che coltiva la carota sembrano fratelli.
Questa
però non è una debolezza, al contrario un punto di forza.
La semplicità, la pulizia e il rigore del tratto è un atto di
rispetto nei confronti dell'osservatore. Di fatto non si offre nulla
di ulteriore e superfluo per la comprensione, nulla di meno perché
l'occhio capisca. Quello che sembra un modo semplice di disegnare è
in realtà il frutto di una pulizia e di un perfezionismo estremo.
'Mai perdere di vista l'arte del sembrare semplice.'
Ciò nonostante, Johnson non è mai stato apprezzato quanto avrebbe
meritato, neanche in patria, dove venne ignorato dalla Caldecott,
forse in ragione del suo passato di 'fumettista': una sorta di
peccato originale, macchia indelebile nella carriera di un
illustratore.
Harold
e la matita viola Johnson
lo propose alla Nordstrom che si dimostrò interessata e
che lo pubblicò nel 1955.
Il libro divenne subito un grande successo non solo perché dava
espressione al senso dell'immaginazione, ma anche perché è una
rappresentazione del fatto che con le idee si può cambiare il mondo:
quando il sogno diventa realtà.
Niente non può diventare qualcosa.
Sebbene non sia il primo a mettere viola su bianco il concetto di
immaginazione (precedenti illustri in Saul Steinberg, McCay con
Little Nemo), Johnson ha la capacità di distillare l'idea nel modo
più semplice possibile e attraverso la forma più profonda.
Harold vive sulla pagina bianca, non esiste mondo se non quello che
lui crea.
Harold è un piccolo dio in pigiamino.
La maggiore studiosa di Jackson Pollock, parlando di Harold lo
definisce la miglior lezione di storia dell'arte possibile: nella
matita di quel bambino c'è il mondo.
Fu un successo pazzesco 10.000 copie vendute e poi 75.000.
Carla
[continua]
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