AVA NON E’ WONDER
E’ stato spesso accostato al romanzo
della Palacio, ‘Wonder’ appunto, il testo di esordio di Erin
Stewart: ‘Io sono Ava’, pubblicato recentemente da Garzanti, che
inaugura così la nuova collana di narrativa per ragazzi, Libri
Ribelli. Ha in comune con il fortunato romanzo pubblicato da Giunti
l’avere come protagonista una ragazza dall’aspetto fisico
devastato non da una malattia, in questo caso, ma dalle ustioni.
Come in ‘Wonder’ il romanzo
descrive il percorso, ovviamente difficile e pieno di ostacoli, della
giovane protagonista, Ava, una sedicenne sopravvissuta all’incendio
in cui sono morti i genitori e la cugina Sara. Il tono, quindi, è
quello del dramma, ammantato da sensi di colpa e dalla difficoltà ad
entrare nella nuova vita, in cui non c’è una ragazzina di
successo, ma un corpo martoriato che in ogni suo centimetro dichiara
la propria storia.
Incontriamo la protagonista, che parla
in prima persona, dopo un anno dall’incidente, che le ha lasciato
un corpo irriconoscibile, pieno di cicatrici, con una mano deforme e
senza un orecchio.
E’ il momento di ricominciare a
vivere insieme ai nuovi genitori, gli zii rimasti senza la figlia, e
a improbabili nuovi amici. Ava è in una nuova città e deve provare
a tornare a scuola, un liceo con tutte le caratteristiche di una
scuola superiore: gruppetti di amiche, giovanotti super sportivi e
via discorrendo. Ava riesce a legare con due sole persone: Piper,
anche lei reduce da un incidente automobilistico e ridotta su una
sedia a rotelle, e Asan, un ragazzo di origini orientali.
Il romanzo è in sostanza la
descrizione del difficile percorso che con grande dolore porta Ava ad
accettare la sua nuova se stessa; nello stesso tempo è la
descrizione delle relazioni familiari e amicali che la circondano,
fatte di alti e bassi, di comprensione e di tradimenti, di segreti
difficili da raccontare. Questa è sicuramente la parte del romanzo
che funziona meglio, rendendo ragione alla inevitabile fragilità di
ciascuno. Non è facile per gli zii superare il lutto, non è facile
per gli amici continuare ad esserci.
Qui la svolta viene data dalla
partecipazione della protagonista allo spettacolo del liceo, un
musical ispirato al Mago di Oz, che costringe Ava a misurarsi con il
giudizio degli altri, tutt’altro che impietoso.
Come dicevo, Ava non è Wonder: in
questo romanzo non c’è l’esasperato, e inverosimile, ottimismo,
semmai la registrazione delle difficoltà e del dolore di chi vive
una situazione così estrema. Il romanzo della Stewart si muove
costantemente in bilico fra l’esigenza di trasmettere un messaggio
positivo, incoraggiante, e la descrizione delle difficoltà reali.
Non cade negli eccessi della retorica, ma ha il grande difetto di di
voler insegnare a tutti che la vita può essere bella per chiunque,
qualunque sia la sua storia e il suo dolore.
Sicuramente è una storia coinvolgente
e forse qualcuna delle lettrici e dei lettori vorrà fare una qualche
riflessione sulla nostra subcultura legata all’immagine, che tanto
condiziona il comportamento degli e delle adolescenti. Ma è
essenzialmente una storia a tema, scritta con il supporto delle
associazioni americane che aiutano i grandi ustionati.
Pur essendo uno spaccato di vita reale,
in quanto tale interessante, temo verrà letto per i sentimenti che
smuove, esattamente come è stato per ‘Wonder’.
Lettura molto emotiva per ragazze e
ragazzi sopra i tredici anni.
Eleonora
“Io sono Ava”, E. Stewart, Garzanti
2020
Nessun commento:
Posta un commento