mercoledì 18 marzo 2020

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


AVA NON E’ WONDER


E’ stato spesso accostato al romanzo della Palacio, ‘Wonder’ appunto, il testo di esordio di Erin Stewart: ‘Io sono Ava’, pubblicato recentemente da Garzanti, che inaugura così la nuova collana di narrativa per ragazzi, Libri Ribelli. Ha in comune con il fortunato romanzo pubblicato da Giunti l’avere come protagonista una ragazza dall’aspetto fisico devastato non da una malattia, in questo caso, ma dalle ustioni.
Come in ‘Wonder’ il romanzo descrive il percorso, ovviamente difficile e pieno di ostacoli, della giovane protagonista, Ava, una sedicenne sopravvissuta all’incendio in cui sono morti i genitori e la cugina Sara. Il tono, quindi, è quello del dramma, ammantato da sensi di colpa e dalla difficoltà ad entrare nella nuova vita, in cui non c’è una ragazzina di successo, ma un corpo martoriato che in ogni suo centimetro dichiara la propria storia.
Incontriamo la protagonista, che parla in prima persona, dopo un anno dall’incidente, che le ha lasciato un corpo irriconoscibile, pieno di cicatrici, con una mano deforme e senza un orecchio.
E’ il momento di ricominciare a vivere insieme ai nuovi genitori, gli zii rimasti senza la figlia, e a improbabili nuovi amici. Ava è in una nuova città e deve provare a tornare a scuola, un liceo con tutte le caratteristiche di una scuola superiore: gruppetti di amiche, giovanotti super sportivi e via discorrendo. Ava riesce a legare con due sole persone: Piper, anche lei reduce da un incidente automobilistico e ridotta su una sedia a rotelle, e Asan, un ragazzo di origini orientali.
Il romanzo è in sostanza la descrizione del difficile percorso che con grande dolore porta Ava ad accettare la sua nuova se stessa; nello stesso tempo è la descrizione delle relazioni familiari e amicali che la circondano, fatte di alti e bassi, di comprensione e di tradimenti, di segreti difficili da raccontare. Questa è sicuramente la parte del romanzo che funziona meglio, rendendo ragione alla inevitabile fragilità di ciascuno. Non è facile per gli zii superare il lutto, non è facile per gli amici continuare ad esserci.
Qui la svolta viene data dalla partecipazione della protagonista allo spettacolo del liceo, un musical ispirato al Mago di Oz, che costringe Ava a misurarsi con il giudizio degli altri, tutt’altro che impietoso.
Come dicevo, Ava non è Wonder: in questo romanzo non c’è l’esasperato, e inverosimile, ottimismo, semmai la registrazione delle difficoltà e del dolore di chi vive una situazione così estrema. Il romanzo della Stewart si muove costantemente in bilico fra l’esigenza di trasmettere un messaggio positivo, incoraggiante, e la descrizione delle difficoltà reali. Non cade negli eccessi della retorica, ma ha il grande difetto di di voler insegnare a tutti che la vita può essere bella per chiunque, qualunque sia la sua storia e il suo dolore.
Sicuramente è una storia coinvolgente e forse qualcuna delle lettrici e dei lettori vorrà fare una qualche riflessione sulla nostra subcultura legata all’immagine, che tanto condiziona il comportamento degli e delle adolescenti. Ma è essenzialmente una storia a tema, scritta con il supporto delle associazioni americane che aiutano i grandi ustionati.
Pur essendo uno spaccato di vita reale, in quanto tale interessante, temo verrà letto per i sentimenti che smuove, esattamente come è stato per ‘Wonder’.
Lettura molto emotiva per ragazze e ragazzi sopra i tredici anni.

Eleonora

“Io sono Ava”, E. Stewart, Garzanti 2020



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