Non C'è posto per tutti, Kate&Jol Temple, Terri Rose Baynton
(trad. Susanna Mattiangeli)
Il Castoro 2020
POSTICIPATA L'USCITA AL 2 APRILE
(giorno in cui da qui ve lo ricorderemo)
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)
"Un posto per tutti non c'è
Ed è sciocco ripetere che
C'è spazio, si entra, ci stiamo
Sciò! Non ti vogliamo!
Non potremo dirti mai
Benvenuta tu e i tuoi cari.."
C'è uno scoglio in
mezzo all'acqua e due foche e un gabbiano lo occupano. A destra c'è
un frammento di roccia su cui si riposa una foca con il cucciolo,
stremati. Il loro viaggio probabilmente è stato lungo, e anche
pericoloso. Magari sono fuggiti da un mare in tempesta. Ma lo scoglio
è già occupato e le foche, ora sono addirittura tre, e anche i
gabbiani sono aumentati, non sembrerebbero lì per dare loro il
benvenuto. Le loro parole sono molto chiare e perentorie: la foca e
il piccolo devono riprendere la via verso il luogo da cui stanno
arrivando. Dunque sembra chiaro per tutti che l'unica cosa da fare
sia tornare indietro.
Ecco. Tornare indietro, questa è la chiave.
Nel senso più letterale possibile, ovvero rileggendo tutto quanto letto finora e sfogliando il libro dalla fine verso il principio.
Due sole accortezze, farlo con uno sguardo e un ritmo di lettura 'vergine' rispetto a quelli della lettura precedente.
Se lo si fa, per esempio, con le righe che aprono, suona esattamente così:
"Benvenuta tu e i tuoi cari
Non potremo dirti mai
Sciò! Non ti vogliamo!
C'è spazio, si entra, ci stiamo
Ed è sciocco ripetere che
Un posto per tutti non c'è."
Ecco. Tornare indietro, questa è la chiave.
Nel senso più letterale possibile, ovvero rileggendo tutto quanto letto finora e sfogliando il libro dalla fine verso il principio.
Due sole accortezze, farlo con uno sguardo e un ritmo di lettura 'vergine' rispetto a quelli della lettura precedente.
Se lo si fa, per esempio, con le righe che aprono, suona esattamente così:
"Benvenuta tu e i tuoi cari
Non potremo dirti mai
Sciò! Non ti vogliamo!
C'è spazio, si entra, ci stiamo
Ed è sciocco ripetere che
Un posto per tutti non c'è."
Una storia-palindromo che funziona come un meccanismo di precisione, complici due circostanze: la prima la si deve alla scansione di ritmo che impone necessariamente il giro pagina e la seconda si sviluppa nelle sacche di ambiguità che l'inglese in originale, ma anche l'italiano in traduzione dimostrano di possedere.
Certo è che tanto nella lingua originale, quanto nella traduzione si vedono all'opera talenti e sensibilità sviluppate.
A partire da quelli che dimostrano di avere Kate&Jol Temple che impostano tutto, a partire già dal titolo, sul doppio significato che la parola room possiede: può oscillare tra due significati che solo apparentemente sono lontani - spazio e possibilità - che qui concretamente dimostrano la loro prossimità. La stessa ambiguità esiste anche in italiano, d'altronde.
Un testo così perfettamente calibrato rende necessaria una traduzione illuminata, quella di Susanna Mattiangeli, che dimostra di avere la stoffa per mantenere in piedi la stessa vivacità di pensiero e di lessico, dell'esilarante coppia di autori australiani (se anche Parrott Carrott potesse essere tradotto, saremmo tutti molto contenti).
Dunque, andando da sinistra a destra nella lettura la storia è quella di una esclusione, di un respingimento verso un mare pieno di insidie. Se invece ripartiamo dal fondo e risaliamo, per così dire, la corrente si tratta di un viaggio effettivamente pericoloso verso un luogo dove potersi fermare e sentirsi accetti e a casa. Protagoniste le foche che anche nella realtà fanno lunghi tragitti in mare per riprodursi, un po' come i salmoni e le balene. Naturalmente mettere una madre con il cucciolo migrante al posto di una madre con il bambino migrante, alleggerisce l'impatto, ma non toglie nulla al senso più profondo del racconto.
Se per il testo le opportunità sono state messe in luce, per quel che riguarda il disegno, la situazione si presenta più insidiosa. Essere respinti o essere accettati ha per forza dei risvolti nell'espressione dei personaggi. Terri Rose Baynton fa quasi sempre un buon lavoro, nel mettere nei loro sguardi la paura, la speranza e l'incertezza. Anche il disegno non è sempre all'altezza, ma bisogna ammettere che il compito non era semplice. Rispettare la struttura del testo che è sospesa in piccoli versi che si troncano con esattezza millimetrica, laddove è necessario farlo, fa sì che lei debba muoversi in un 'mare' incerto.
E poi, fortunatamente, ci sono loro, i gabbiani. Non sono solo lì a fare da testimoni. Hanno il compito di dare la direzione giusta alla storia, quella stessa direzione che Amnesty International ha voluto sostenere.
E che è decisamente l'unica umanamente possibile.
Carla
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