GIOCARE PER IMPARARE O VICEVERSA
Ho già avuto modo di sottolineare
quanto velocemente si stia espandendo quel settore dell’editoria
per ragazzi che potremmo chiamare libri-gioco, termine inclusivo che
comprende produzioni in realtà molto diverse. Da una parte, infatti,
i cosiddetti libri-game recuperano una tradizione lontana ma
fertilissima, dall’altra si affacciano sperimentazioni che
declinano in varie combinazioni i due termini dell’apprendimento e
del gioco. Quest’ultimo, poi, può avere aspetti molto diversi:
dall’aspetto più squisitamente narrativo al gioco vero e proprio,
fatto magari di rompicapo e indovinelli.
Ecco qui degli esempi delle due
tipologie: al genere che utilizza la narrazione per veicolare
informazioni e contenuti didattici appartengono i due libri, da poco
pubblicati da Giunti, e firmati da Joe Todd-Stanton, giovane autore
britannico che ha dato vita alla serie de ‘I Brownstone’. Il
primo di questa serie è ‘Arthur e la fune d’oro’. Il piccolo
protagonista, Arthur appunto, è alle prese con un grave problema
creatosi in Islanda ai tempi delle antiche divinità: nella sua
cittadina il feroce e gigantesco lupo nero dal nome Fenrir ha
rovesciato il braciere il cui fuoco impediva al paese di congelare;
per riattivarlo serve l’aiuto del dio Thor, che però chiede la
collaborazione del piccolo eroe per catturare il malvagio Fenrir. Ed
ecco quindi una carrellata di miti e personaggi presi dalla mitologia
norrena, da Thor a Odino passando per Baldr, il potente dio della
giustizia. Analogamente, il libro successivo, intitolato ‘Marcy e
l’enigma della Sfinge’ si nutre della mitologia egizia.
Abbiamo di fronte qualcosa di simile ai
classici libri illustrati sulle storie mitologiche, ma con alcune
significative differenze: intanto la rinuncia a una trattazione
sistematica; in secondo luogo un ruolo preminente dato
all’illustrazione, che costituisce parte integrante del discorso,
anzi componente essenziale dell’esplicazione; infine la specificità
del tratto dell’autore, improntato alla giocosità e all’ironia.
L’aspetto più rilevante, dunque, non è tanto il filo del
discorso, la traccia narrativa che attraversa il libro, quanto le
numerose informazioni che sbucano da ogni angolo, stuzzicando la
curiosità di lettrici e lettori, cui la lettura è suggerita a
partire dai sette, otto anni.
Alla categoria dei libri gioco
appartiene di diritto ‘Molly e i misteri matematici’, di Eugenia
Cheng e Aleksandra Artymowska, pubblicato da Editoriale Scienza. Qui
la traccia narrativa è esilissima ed è rappresentata da una bambina
curiosa che passa di pagina in pagina guidata da lettere misteriose a
lei indirizzate. L’oggetto del libro? Quanto di più astruso si
possa immaginare in campo matematico: dagli oggetti impossibili alle
tassellature, dai quadrati latini ai frattali. Eppure tutta questa
astrazione è resa intuitivamente chiara attraverso giochi,
finestrelle, rompicapo impossibili che mettono alla prova i genitori
più disponibili. E’ un libro di grandi dimensioni dalle
illustrazioni spesso a doppia pagina, dai colori sgargianti che non
possono non incuriosire le giovani menti alla ricerca di stimoli
divertenti. Le pagine cartonate consentono l’uso di finestrelle
robuste che nascondono altre domande, altri paradossi. Questo libro,
molto più di altri che hanno tentato la via più diretta ai concetti
astratti della matematica e della fisica, mi convince della
possibilità di parlare con grande semplicità e precisione di
concetti difficili attraverso il gioco, l’indovinello, l’intensa
interattività che necessita per essere utilizzato. Ci si diverte
molto, probabilmente, nel tentare di risolvere le diverse prove, si
procede soprattutto per tentativi, ma questo è, in fondo, un aspetto
non secondario del metodo scientifico. Ovviamente richiede lettrici e
lettori dagli otto anni in su, con la partecipazione di adulti
complici e compagni di scoperte.
Questa categoria di libri è spesso
sottovalutata, mentre rappresenta una delle frontiere della
sperimentazione nell’editoria dedicata ai più giovani, alla
ricerca di nuove strade per ampliare gli orizzonti di bambine e
bambini. Consiglio quanto meno di provare a sperimentarli, di
portarli a scuola, quando si potrà, di utilizzarli come mezzo di
svago e di apprendimento.
Eleonora
“Arthur e la fune d’oro”, J.
Todd-Stanton, Giunti 2021
“Marcy e l’enigma della sfinge”,
J. Todd-Stanton, Giunti 2021
“Molly e i misteri matematici”, E.
Cheng e A. Artymowska, Editoriale Scienza 2021
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