CON TUTTO SE STESSO
Mike,
Andrew Norriss (trad. Sante Bandirali)
Uovonero 2020
NARRATIVA PER GRANDI
(dai 12 anni)
Era stato mentre
regolava la macchina lanciapalle per fare alcuni tiri in diagonale
che Floyd si era accorto di essere osservato. Lungo un'estremità
della palestra c'era una balconata in vetro e quando Floyd aveva
alzato lo sguardo in quella direzione aveva visto Mike che lo
fissava. Non ne era stato particolarmente infastidito, ma aveva
trovato strano che qualcuno fosse lì la mattina così presto e si
era chiesto come avesse fatto a entrare nell'edificio.
Così
Floyd racconta al dottor Pinner, uno psicologo che lo sta aiutando,
il suo primo incontro con la sua 'visione'. Va tre volte a settimana
nel suo studio perché la presenza di Mike, un giovane
dall'impermeabile nero che ha il vizio di comparirgli davanti in modo
improvviso e inaspettato, ha cominciato a turbare la sua esistenza di
grande promessa del tennis britannico.
Floyd
ha quindici anni e da quando ne aveva tre passa quasi tutto il suo
tempo con una racchetta e una pallina da tennis in mano. Suo padre,
il suo allenatore, e sua madre, la più convinta delle sue
sostenitrici, vedono la stoffa di questo ragazzino e stanno facendo
di tutto perché Floyd diventi un fuoriclasse.
Ogni
tappa della sua crescita sportiva è segnata e il suo calendario
verso il successo è scandito con grande precisione. Roehampton, poi
Wimbledon e poi gli Stati Uniti.
Fino
al momento in cui un granello fa inceppare il meccanismo perfetto: la
comparsa di Mike, qualcosa di familiare in lui, ma a tutti gli effetti uno
sconosciuto...
La
sua presenza, sempre più ingombrante e assidua, lo turba. Quando
poi, durante un torneo, Mike entra addirittura in campo accanto a
lui, Floyd esplode e soprattutto capisce che a vedere e sentire Mike
sono solo i suoi occhi e le sue orecchie. I suoi genitori decidono
che non si tratta più di una sua fantasticheria innocua, ma che è
necessario e urgente intervenire. Se non altro per mettere in
sicurezza il suo prossimo traguardo agonistico.
E
così arriva il dottor Pinner: attraverso le chiacchierate con lui,
Floyd piano piano scopre la ragione profonda di questa 'presenza'
scomoda. Riesce a mettere meglio a fuoco se stesso e coloro che gli
sono accanto e a capire che forse la comparsa di Mike non è un
'disturbo', ma un'opportunità.
Per
un curioso gioco del destino, il libro Mike, come il suo protagonista misterioso, mi è comparso davanti e poi è
sparito. Come Mike, anche il libro -senza preavviso- ha deciso di
manifestarsi nuovamente.
E
meno male che lo ha fatto.
Un
romanzo che se non riesci a leggerlo d'un fiato, te ne dispiaci.
E
non vedi l'ora che arrivi un'ulteriore sessione di lettura per andare
avanti.
Le
ragioni di questo valore risiedono, come di norma, nel 'come' e nel
'cosa' che lo compongono.
Il
come. Il primo elemento visibile è la facilità e leggerezza di
scrittura (e di lettura), magari anche aiutata da una buona
traduzione e da un buon font.
Poi
seguono la scorrevolezza, la costruzione di un'aspettativa nel
lettore, la chiarezza nel raccontare la complessità, la varietà di
scenari, i molti registri narrativi utilizzati, la credibilità dei
contesti e di molti dei personaggi in azione. A chiudere, un finale
rassicurante che di tanto in tanto, in tempi di incertezza estrema,
dà anche lui il suo contributo alla piacevolezza.
Riguardo
al 'cosa' c'è molto da notare perché la storia mette sul piatto una
questione piuttosto complessa e nodale per ragazzi e ragazze in
crescita. Sgusciando tra le tre parti che lo compongono, in uno
slalom per non raccontare troppo, sarà sufficiente dire che sulle scelte di una persona gli altri, e in particolare i membri della
famiglia, contano assai. Dietro questo potere degli adulti però si
nasconde una forte probabilità di fare errori, seppure
nell'inconsapevolezza o nella buona fede. Questo accade molto più di
frequente di quanto si possa pensare.
Il
merito di Mike sta nel
fatto che mette nero su bianco il pericolo che spesso rappresentano
le altrui aspettative, il rischio che si può correre nel diventare
oggetto delle proiezioni dei propri genitori i quali, per superare le
proprie sconfitte o delusioni, scommettono sulle vittorie dei figli,
come riscatto personale. Con pari chiarezza mette sull'altro piatto
della bilancia la possibilità concreta di dire no a tutta questa
pressione, anche a rischio di ferire gli affetti.
Si
- può - fare: è nel diritto di un figlio o una figlia opporsi.
Anche
se non è per niente facile farlo. Anche in questo senso, Norriss non
si nasconde e racconta con molta lucidità la confusione,
l'insicurezza, la paura di sbagliare, di far male a qualcuno che si
genera in chiunque viva la crescita verso l'età adulta, ovvero verso
la ricerca del proprio posto nel mondo, ovvero l'esercizio della
scelta, come un percorso consapevole, ma tutto da
inventare e costruire.
Il
fatto che qualcuno ti indichi, gratuitamente, la strada da prendere,
potrebbe rappresentare un bell'aiuto. Una buona soluzione al
problema. E questo è
in sostanza il ruolo di Mike.
In
una sorta di controcanto con il gran libro di Agassi, Open,
anche Mike offre,
magari a un pubblico di poco più piccolo e con qualche ingenuità in
più, la sua storia vera.
E,
per il puro gusto del paradosso, il vero che Norriss annuncia fin
dalla prima pagina, è proprio lui, Mike: quanto di più immaginario
ci sia. Eppure.
Carla
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