mercoledì 2 febbraio 2022

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

LE COSE BELLE

L'isola dell'orso, Matthew Cordell (trad. Maria Pia Secciani) 
Edizioni Clichy 2022
 


 ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)
 
"Louise pensò a Charlie. A quanto gli piaceva l'acqua, la brezza leggera sul muso. A quanto amava esplorare l'isola. Louise legò bene la barca. Sull'isola era tutto tranquillo. Si guardò intorno. Dopo aver trascorso un bel po' di tempo da sola, prese un bastone e colpì un albero. 'Me ne vado!' urlò. Quando all'improvviso, tutto intorno, si sollevò un nugolo di farfalle... che giravano, fluttuavano, svolazzavano. Uno scoiattolo arrivò di corsa a controllare..." 

Poi, sull'isola di fronte alla casetta di quella bambina, arrivano anche due cervi e dopo si sente un rumore di foglie e rami che crepitano. Sta arrivando qualcosa di grosso: un orso le si para davanti e la terrorizza con il suo urlo potente. 
Louise si arrabbia per la paura avuta e perché il suo cane Charlie è morto e quindi riurla in faccia all'orso che a quel punto si ferma e si sdraia. 
Da quel giorno in poi, le visite all'isola diventano regolari e tra orso e bambina nasce una strana intesa; alle volte a essere triste è solo lei, altre volte malinconico è solo l'orso. Così il tempo scorre fino a che le loro due solitudini si fanno compagnia. 
Tutto, anche a casa, torna a essere un po' più lieve, ma una separazione si affaccia di nuovo: gli orsi d'inverno vanno in letargo... 
Perché, si chiede Louise, le cose belle, le cose che amiamo, prima o poi finiscono? Perché? 

I libri con gli orsi, in particolare quelli con gli orsi disegnati come orsi veri, esercitano un fascino irresistibile perché di solito sono cose belle.. E ancora di più se si nota che il testone dell'orso è lì che guarda proprio te, dalla copertina e che la sua testa è così grande che si confonde con il profilo di un'isola. 
Questo libro condivide con il libro che ha fatto vincere a Cordell la Caldecott Medal nel 2018, Wolf in the Snow (Un lupo nella neve, Edizioni Clichy 2018), una serie di caratteri che sono peculiari di questo autore, così tanto amato dal suo pubblico di bambini statunitensi. 
In primo luogo: il contesto. In entrambi i casi c'è una bambina che si allontana dal proprio habitat naturale e va incontro all'ignoto. 
Da una parte c'è una bufera di neve, qui invece c'è dell'acqua da attraversare. In entrambi c'è un incontro importante che segna uno scarto nella sequenza degli eventi. 
Analogo è anche il modo di mettere su pagina la storia: in entrambi i libri Cordell crea visivamente una sorta di antefatto che si materializza nei disegni prima della pagina con il titolo. 


Una scelta che ha molto a che fare con il linguaggio visuale, filmico, che sembra essere un ulteriore suo modo di raccontare con le immagini: spesso e volentieri, lo vediamo che utilizza la cornice circolare per racchiudere al centro della pagina bianca una scena che vuol far percepire, come rapido 'fuoco di attenzione'. 
Ricorda - anche visivamente - il taglio che ha una immagine zoomata, un improvviso stringersi del campo visivo, questo per cambiare il ritmo nel racconto, ma soprattutto per concentrare l'attenzione dello sguardo di chi sta leggendo. 
Ogni volta questi 'zoom' hanno il compito di rendere gli spettatori unici osservatori, un po' come se quella cornice bianca avesse la funzione di dirigere lo sguardo verso un punto preciso. Quello e nessun altro. 
Essi di fatto impediscono agli occhi di gironzolare liberamente, come invece sono soliti fare sulla doppia pagina illustrata. E come se non bastasse creano una necessaria pausa. 


Per ragioni totalmente inverse, ovvero per accelerare il racconto, utilizza invece, come fanno ormai in molti, le sequenze di immagini. Ma questa è cosa nota. 
Altra sua peculiarità sta nell'uso del colore: qui come nel libro Un lupo nella neve, le scelte cromatiche sono portatrici di senso e di emozioni. 
Qui il seppia che segna le prime pagine del racconto malinconico per la perdita del cane Charlie lasciano il posto a un colore che si fa sempre più potente perché allusivo di un lento ma costante ritorno alla normalità e quindi alla gioia. 


Ultima sigla che caratterizza i due libri è certa sfiducia nel potere di comunicazione dell'immagine in favore della parola. Qui come lì, nonostante fosse dichiaratamente un libro senza parole, Cordell ha sentito la necessità di ribadire ciò che gli occhi vedono e possono interpretare qui con un testo lì con una ininterrotta sequenza di suoni, che nonostante il giusto valore conferitogli dalla Caldecott, ha sempre suonato alle mie orecchie come sovrabbondante. 
Se da una parte sente il bisogno di ribadire con le parole Louise legò bene la barca, ciò che è sotto gli occhi di tutti, ossia che la barca è in secca e ben legata, o ancora che le farfalle giravano, fluttuavano, svolazzavano mentre le vediamo diffondersi sulla doppia pagina, dall'altra è molto abile a tacere sulle malinconie dell'orso e a lasciare alla libera interpretazione per quel che si nasconde dietro il verbo 'cambiare', quando le cose cambiano e sull'isola e a casa, o ancora mantiene il giusto riserbo riguardo alla domanda che si pone la bambina - e dietro di lei tutti i lettori. 


Lascio ad altri le riflessioni sui contenuti che mi paiono fin troppo condivisibili, perché di questo grande autore la cosa che mi colpisce sempre di più è la sua abilità con il pennino (più di quella con la penna).

Carla

Nessun commento:

Posta un commento