lunedì 4 aprile 2022

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

LA VERTIGINE DELLA LISTA

Unico nel suo genere. Una storia sul raggruppare e classificare, Neil Packer
(trad. Sara Saorin) 
Camelozampa 2022 


ILLUSTRATI 

"Questo è Arvo. E questa è la famiglia di Arvo. Questo è il gatto di Arvo, Malcom. E questa è la famiglia di Malcom. Arvo e il suo gatto, però, appartengono a un gruppo ancora più grande... il regno animale. Se sei umano, sei uno degli oltre sette miliardi di esseri umani, ma siamo solo una piccolissima parte del regno animale. Tutto può essere raggruppato!" 

Arvo è un ragazzino che sta correndo, con due custodie di strumento a tracolla: quella di un violino e quella di una chitarra. Probabilmente la chitarra la studia a scuola, mentre a lezione di violino è il padre che lo deve accompagnare con la macchina. Poi Arvo lo si ritrova nel suo capanno degli attrezzi dove rimette in sesto la sua bici che ha forato una gomma. Poi con la bici corre in città ma deve accelerare perché il tempo sembra instabile. Lo vediamo che sta per entrare nel centro cittadino e per più pagine riconosciamo mentre pedala, avanti e indietro, tra edifici diversi. Il suo obiettivo è arrivare dal fruttivendolo, perché ha una commissione da fare per suo padre: comprare delle mele. Le compra anche se la scelta non è facile, viste le tante diverse qualità. Resta un mistero dove abbia lasciato la bici, ma non importa perché adesso lo seguiamo mentre fa un salto in biblioteca per prendere in prestito un libro d'arte. 


La biblioteca sembra essere un posto adatto a questo ragazzino curioso, infatti Arvo decide di fermarsi per dare anche un'occhiata ad altri libri: uno in particolare attira la sua attenzione perché è sul cibo preferito, il formaggio. Ma Arvo è un ragazzino pieno di interessi e quindi il suo tempo in biblioteca si dilata... Preoccupato di fare tardi, è di nuovo in giro per le strade della sua città. E mentre è lì, un pensiero lo attraversa nel momento in cui il suo sguardo ne incrocia un altro familiare, quello del padre. Come è possibile che tra tante persone siano riusciti a riconoscersi e a trovarsi? La risposta che gli dà il padre ha molto a che fare con l'essere unici nel proprio genere... umano. 

Se questo fosse l'unico filo narrativo che attraversa il libro, saremmo di fronte a poca cosa. Mentre invece Unico nel suo genere, quanto meno per dimostrarsi coerente con il titolo che porta, è qualcosa di molto più ricco, qualcosa di molto particolare. Qualcosa di molto insolito, che difficilmente può permettersi di passare inosservato e che, una volta aperto, dimostra tutte le sue potenzialità, tutta la sua forza catalizzante. La prima cosa che salta agli occhi è il formato (38x28 cm) e subito dopo il tipo di disegno, che già dalla copertina divisa in 12 riquadri  rettangolari denuncia molteplici direzioni che il tipo di illustrazione prende. Dalla fotografia, al Costruttivismo, dal disegno scientifico a quello 'prospettico'. 
E' confermato: mai visto niente di simile. 


Ancora prima di arrivare al grande frontespizio di un bel bianco e nero, leggiamo qualche riga di N.P. in cui racconta cosa lo abbia spinto a progettare, come suo primo libro da autore completo, un oggetto così particolare. 
Sembra di capire che la passione per la catalogazione, per organizzare le cose secondo categorie sia nel suo DNA. Come ogni buon catalogatore, anche N.P. ha molto chiaro che non esiste un unico criterio e che non esiste soprattutto un unico livello di precisione. Ci si può muovere dall'assoluto rigore della scienza alla casualità di un pasticcione, accumulatore seriale. Lui si pone nel mezzo e laddove gli è stato possibile, ha applicato criteri recenti e condivisi, ma in molti altri casi ha scelto quello suo personale, quello che gli è più congeniale. 
Su una cosa non si può che dargli ragione nell'aver perseguito il suo intento di creare un libro bello e divertente. Unico nel suo genere è prima di tutto un libro bello e divertente e quando prima è stato definito catalizzante lo si è fatto a ragion veduta: una volta aperto non puoi fare a meno di guardarlo e di sfogliarlo e di attraversarlo con lentezza, dal centro alla periferia della pagina e viceversa. Questo effetto ammaliante, quasi ipnotico lo si percepisce fin dalla prima illustrazione in cui conosciamo Arvo, il suo abbigliamento, la sua premura di andare, ed è lì messo al centro del grande foglio e al centro di un sistema di raggi che lo rendono a dir poco magnetico. 


La pagina successiva è di tutt'altro genere: un ordinato reticolo di piccoli ritratti umani connessi tra loro da una serie di connessioni che poi scopriamo essere il grande albero genealogico di Arvo. Lui è seduto - si prende una pausa - in basso al centro. La sua testa è connessa con le due figurine dei genitori che a loro volta sono connessi con i loro, con fratelli, cugini, zii con quelli consanguinei e quelli acquisiti. Quarantatré da parte di madre e ben quarantasei da parte di padre, che ad evidenza viene da una famiglia più numerosa... 
Ciascuno di loro ha caratteri somatici diversi, capelli differenti e soprattutto per ognuno di loro N.P. ci tiene a far sapere la percentuale di DNA che i singoli membri della famiglia condividono. Per capirci, sotto madre e padre la percentuale riportata nel tondino giallo è di 50%. Con lo zio, ossia il fratello di mamma, del 25% con la moglie dello zio invece è 0. Ci si può trascorrere del tempo a cogliere le somiglianze, a studiare i tratti caratteristici, quelli regressivi e quelli dominanti... 
Altra pagina, altro cambio di stile: un gattone - Malcom - impera a sinistra, mentre a destra si allineano 37 felini, la famiglia dei felidae, anche questi tenuti assieme da una rete, che ovviamente non è di parentela, ma che sta insieme in base al criterio del tempo, della discendenza, ovverosia l'evoluzione della famiglia dei gatti, attraverso le diverse ere geologiche. 


Terza pagina, terza ulteriore scelta: qualcosa di simile a un grande gioco dell'oca concentrico in cui attraverso la scansione data da specie, genere, famiglia, ordine, classe, phylum e infine regno, è possibile ricostruire quanto Arvo debba condividere con i sapiens, con gli ominidi, con i primati, con i mammiferi, con i vertebrati e infine con il grande regno animale, ovvero con tutto ciò che è organico e in grado di muoversi autonomamente. In ciascuna delle spirali di caselle N.P. ripete più volte i singoli elementi che necessariamente devono ritornare: per intenderci Arvo con i primati è in compagnia dei gorilla (con i quali era in compagnia anche nella linea degli Ominidi) ma anche dei macachi e di sua bisnonna, da parte di padre. 
Ulteriore cambio, quando si arriva alla pagina in cui gli strumenti musicali vengono organizzati, voce umana compresa, in macro categorie. Il criterio sembra essere quello più diffuso e conosciuto. Poi si passa ai mezzi di trasporto... e via andare. 
A questo punto il gioco di N.P. è molto più dichiarato: a seconda di quali siano le macro categorie da ordinare: dall'edilizia, ai felini, dagli strumenti ai cultivar di mele esistenti, costruisce un esile filo di un racconto di cose che Arvo fa nel corso della sua giornata. Noi lettori ci teniamo attaccati a esso e per ciascuna doppia pagina che qui non è poca cosa, ci prendiamo il tempo necessario per dare forma e spessore al catalogo degli oggetti e del pensiero. Ogni categoria, ogni pagina ha un suo criterio di organizzazione nello spazio e ha una sua particolare e diversa scelta stilistica che la rende 'unica nel suo genere'. 


Si passano interi quarti d'ora a leggere i singoli nomi degli utensili ordinatamente disposti sulle colorate pareti del capanno degli attrezzi. Si va a cercare in rete se effettivamente quello possa essere definito seghetto a copiare o non sia piuttosto il seghetto da traforo, si riconosce il saracco, il martello da carpentiere, si nota purtroppo l'assenza del ben noto maleppeggio. Dei cacciaviti quello a stella qui ha un altisonante nome esotico Pozidriv, mentre quello a croce è il Phillips e nello stesso tempo ti interroghi di come si possa vivere bene pur non avendo in casa un set di punte Torx. Insomma ci si perde, si impara ma soprattutto si passa in assoluta piacevolezza per gli occhi e per la testa un gran bel tempo, un tempo intelligente e pieno di sollecitazioni. Però. 


Però, visto che tra catalogatori esiste una rispettosa ma latente rivalità a chi fa meglio e a chi fa di più, a me è venuto in mente che N.P. avrebbe potuto 'intrecciare' ancora di più le cose, ovvero avrebbe potuto creare ancora più connessioni tra i vari cataloghi e non solo mettere qui e lì una bisnonna o un obelisco. In tal modo non solo avrebbe solo fatto un libro bello e divertente sul concetto di catalogare, e lo ha fatto, non solo avrebbe dimostrato la tesi sull'unicità di ciascuno, e lo ha fatto, ma anche quella secondo cui in fisica -e non solo- tutto si tiene...
Insaziabili! 

Carla

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