venerdì 12 luglio 2024

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

L'ISTINTO DI NARRARE 

La prima storia che abbiamo raccontato, Rafael Yockyeng, Jairo Buitrago 
(trad. Sara Ragusa) 
Terre di mezzo 2024 


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 5 anni) 

"Trattenne nella memoria gli animali che avvistava fugacemente lungo il cammino. Si macchiò le mani, prima con il carbone, quindi con minerali, rossi, ocra; approfittava della superficie liscia o ruvida delle pareti. Usò minerali triturati, petali, pollini e bacche. 
Lasciò trasudare la roccia, trasformò la caverna in una cattedrale. Osservò la luce, si perse nella luce, disegnò la luce. Con il passare del tempo, quando il freddo crebbe e poi si calmò di nuovo, loro, i sopravvissuti di ogni notte, cercavano rifugio lì per riconoscersi, per cantare, per raccontarsi storie, per tornare a essere sé stessi." 

Lei è una bambina preistorica, del Pleistocene. Con la sua famiglia e con il suo piccolo clan e qualche animale che lungo il percorso si aggiunge allo sparuto gruppo, attraversa luoghi e tempi di un mondo nuovo nuovo. Per tutti loro, ma soprattutto per lei, è pieno di scoperte.
 

Per gli altri anche di incognite e di pericoli. La lotta per poter sopravvivere in condizioni così primordiali è davvero dura. Alcuni di loro non ce la fanno a sopravvivere, ma per quelli che restano, la scoperta di quella grotta, segna davvero un punto di svolta. 
E per lei diventa il primo grande spazio naturale per narrare tutto quello che il suo sguardo (al pari di bambini e animali), ben più attento di quello degli adulti a cui mancano del tutto gli occhi, la sua immaginazione più fervida, il suo pensiero più acuto di quello degli altri, nell'atto di farsi memoria, diventa immagine. 
Tutto si trasforma in figura che, a sua volta, dà l'avvio al primo racconto dell'umanità. 
 
Un libro senza parole per raccontare di come le prime storie che l'uomo ha raccontato a se stesso e ai suoi simili siano state quelle per immagini. 
Il grande silenzio del testo - fatta eccezione per la nota conclusiva - trova nelle grandi tavole a doppia pagina, in bianco e nero, il segno della grafite, un suo preciso significato. 
Il fatto che il libro sia senza parole non significa affatto che la storia che contiene possa variare di molto da lettore a lettore. Ciascun lettore, piccolo a grande che sia, avrà agio di mettere secondo una personale e quindi diversa sequenza i dettagli, i particolari, potrà seguire i singoli rametti narrativi, ma il nocciolo di senso intorno a cui ruotare, la radice da cui tutto si sviluppa, non cambierà di molto. 


Qui si sta dicendo una cosa molto ben chiara: il nostro essere umanità ci distingue dagli altri viventi per la capacità che abbiamo di narrare storie. Capacità che - in accordo con Jonathan Gottschall - ha tutte le caratteristiche dell'istinto (L'istinto di narrare, Bollati Boringhieri 2014). E come tale è necessario al pari di respirare. Capacità che ci dovrebbe rendere comunità: vedi la penultima e l'ultima immagine, per capire cosa si intende. 
Il secondo grande nodo intorno a cui tutto ruota ha appunto a che fare con la lingua delle immagini. Che detto da due che di mestiere fanno libri illustrati per bambini, sembra piuttosto prevedibile e comprensibile. 
Calvino, nella sua lezione sulla Visibilità, metteva in guardia dal pericolo di non saper più mettere a fuoco visioni a occhi chiusi, perdere la capacità di raccontare per immagini. La questione è anche un po' questa. 
Lui, che è stato maestro assoluto del racconto fantastico, ha dichiarato che ogni racconto partiva da una immagine visuale: un uomo tagliato in due, un'armatura vuota, un ragazzino che sale su un albero e continua viverci sopra per sempre, fino al decollo definitivo in mongolfiera verso chissà dove: a proposito di immaginazione... 


In qualche modo anche Rafael Yockyeng e Jairo Buitrago ci stanno dicendo la stessa cosa: se voglio raccontare una storia, sarà una figura il mio primo punto di partenza. Come dargli torto? 
La parola arriverà dopo. Non è forse questo il processo della nascita del mito? Un'immagine con della storia intorno. 
E la storia senza parole che abbiamo davanti non ricalca in qualche modo il senso del mito che - ci hanno raccontato - è all'origine di chi siamo? 
A mio avviso si può fare qui anche un ulteriore passo nella direzione del ragionamento di Calvino. Alludo al punto in cui lui dà dell'immaginazione la definizione seguente: essa è il 'repertorio del potenziale, del possibile'.


Se è pur vero che quella bambina fa il primo passo mettendo in connessione la memoria, anche quella collettiva, la memoria del reale appunto (la caccia, la morte, le fughe sugli alberi, gli incontri con animali feroci e con animali che invece sono in cerca di domesticazione in cambio di cibo e protezione) con le sue mani e i pigmenti che si inventa, e sulle pareti di roccia rappresenta ciò che ha visto, è altrettanto vero che su quelle stesse pareti di fatto il racconto che lei fa, o meglio decide di fare, è solo una delle tante storie possibili che avrebbe potuto raccontare. 

Nessuna illusione: in questo gran bel libro ci sono comunque almeno tre cose che non mi convincono. 
La prima riguarda il titolo che, a quel che vedo, ha mandato in confusione tutti gli editori non ispanici che di Ugh! Un relato del Pleistoceno, ossia Uff! una storia del pleistocene, hanno dato versioni diverse. TdM, come è tradizione, ci ha tenuto a spiegare tutto in anticipo, gli anglosassoni hanno puntato invece sul fattore tempo: Afterward, Everything was Different
La seconda riguarda la spiega finale che pecca di retorica oltre che essere ridondante rispetto alle figure. Più apprezzabile sarebbe stato invece sottolineare che, non è solo per un fatto di parità di genere l'aver messo una ragazzina ai pigmenti, ma dipenderebbe -stando a quanto si legge negli studi per esempio di Dean Snow- da una nuova acquisizione scientifica: spetterebbe effettivamente soprattutto alle donne la gran parte delle pitture rupestri. 
La terza. Un verbo che si sarebbe potuto tradurre con più estro: "Lei aveva capito come approcciarsi alla roccia..." 

Carla

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