lunedì 26 agosto 2024

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

LE VIE DELLA RISCRITTURA

Il lupo cattolico e altre storie, Alex Pardi 
Marcos y Marcos 2024 


NARRATIVA PER MEDI (dai 9 anni) 

"'Ciao' disse 'E tu chi sei?' 
Il lupo che era ancora sovrappensiero e comunque non era abituato a tanta disinvoltura, fu colto di sorpresa. 
'Io? Io sono il lupo catt...' iniziò a dire, ma riuscì a mordersi la lingua, proprio all'ultimo, tossì un paio di volte, e continuò: 'Cattolico. Sì sono il lupo cattolico'. E fece un bel sorriso. 
'Oh!' disse Cappuccio. 'Un lupo religioso! Forte!' 
'Già!' disse il lupo." 

Come vuole la consuetudine, fu poi il lupo a chiedere alla bambina chi fosse e lei con assoluta sicurezza e anche un po' di fierezza, rispose che il suo nome era Cappuccio e non era più una bambina. Stava andando da Nonna Lea a portare due focaccette e soprattutto a fare rifornimento di marmellata di cipolle di cui era ghiottissima. Tutto questa storia che Cappuccio raccontò in poche parole prima di andarsene per la sua strada, fece venire in mente al lupo la ben più nota fiaba e quindi indicò a Cappuccio una scorciatoia, ma lei non lo ascoltò nemmeno. Fu lui a decidere di seguirla e poi di superarla al momento opportuno per arrivare prima di lei e fare pranzo con la nonna e poi merenda con Cappuccio in persona. E mentre - faticosamente, molto faticosamente - cercava di arrivare a destinazione (ma dov'era mai questa casa della nonna?), elaborava il suo piano e si esercitava a imitare la voce della ragazzina per prendere in castagna la nonna e farsi aprire. Non servì perché quando arrivò, la nonna gli aprì la porta e Cappuccio - che nel frattempo era già arrivata e l'aveva aiutata a spaccare un po' di legna - nel vederlo lo riconobbe  - Ciao! Nonna, lui è il lupo cattolico!
E lui, nel suo nuovo ruolo, cosa avrebbe potuto rispondere se non un classicissimo Sempre sia lodato

Ecco. Quando qualcuno ha una bella idea, è sempre cosa buona e giusta segnalarla. 
A me pare che Alex Pardi, dietro al suo lupo, qui abbia avuto un bel guizzo, trasformando, con una arguta capriola di senso, il catt di catt-ivo in un molto meno pericoloso (?!) catt-olico. E poi, giustamente, gli è andato dietro. Quindi il lupo che lui racconta, già un po' in disarmo di suo, è ancora furbetto, ma deve adattarsi alla circostanza e da feroce predatore si trasforma un mite pastore di anime, nonché in un valente giocatore di carte. Contento di avere finalmente compagnia e buone amicizie, ogni settimana si ripresenta tutto azzimato e con qualche regaletto per nonna e nipote per giocare con loro a grattanaso, strozza e coppino. 
Le vie del signore e della scrittura sono infinite. 
Come infinite - o quasi - sono le riscritture delle fiabe. 
In questo tipo di storie, tuttavia, la differenza tra il buon artigianato e il bel libro la fa l'originalità del punto di vista e naturalmente la qualità dello stile. 
Direi che Alex Pardi qui ha dimostrato, almeno nella maggioranza dei casi, di saper essere all'altezza. 
Nelle sei fiabe rivisitate (in verità alcune sono costruite non su fiabe precise ma su archetipi che a quel mondo appartengono, i draghi, per esempio) lui ha fatto una scelta di campo e di sguardo: divertirsi e divertire.
Gioca con le parole - dal cattolico del lupo ad Anselmo e Greta con la loro pasticciera strega, nonché ufficialmente zia ricca - e, più in generale, con la nomenclatura di personaggi e luoghi che spesso e volentieri fa davvero ridere. 
Ma gioca e si diverte anche con il senso più profondo che a ogni racconto vuole dare. E anche in questo l'ironia continua a essere la sua cifra. 
Sebbene non sempre con lo stesso risultato, Pardi nella maggioranza delle storie ha saputo trovare un suo originale nodo di senso, rielaborando quello di partenza, e ribaltandolo per dire qualcosa di più denso. 
In sostanza, ne Il lupo cattolico e altre storie, come in ogni buona fiaba, pur con quella cercata vena ironica che le attraversa, continuano a fare luce sulle pochezze e sui vizi dell'umano genere. Necessariamente, tutto intorno, Pardi ha dovuto costruire anche molto altro, allontanandosi di fatto dal canone originario, ma sapendo comunque mantenere della fiaba il linguaggio, nonostante lunghezza e complessità delle sue trame.Tutti i suoi personaggi, diciamo così, originali hanno un loro senso di esistere nel plot, ma sono capaci anche di mantenere un loro habitus tipico, ovvero quel loro essere simboli, icone fuori dal tempo: penso ai vari re e regine, conti e contesse, alla sindacalista Bianca, al coraggioso Arturo o ai naturalisti Camillo e Nasturzia o al generoso e balbuziente Saverio. 
Così di fiaba in fiaba, di archetipo in archetipo, chi legge riconosce, tra un sorriso e una risata, quel che c'è da riconoscere. E, nel frattempo, può decidere di andare anche oltre. 
Ed è proprio in questo oltre mi pare di cogliere un'altra scelta di Pardi: una voluta attenzione e stima nei confronti di una categoria umana che più di altre nelle sue storie brilla. I bambini che, come in ogni fiaba classica, stanno lì a cimentarsi e soprattutto a sfidare e superare gli ostacoli (qui anche le convenzioni e certi stereotipi) del mondo degli adulti, in particolare di quelli che decidono per loro e che comandano, cioè quasi tutti. 

Carla

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