lunedì 7 ottobre 2024

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

ARRIVARE E POI PARTIRE...

Canti dell'inizio canti della fine
, Bruno Tognolini, Silvia Vecchini, Giulia Orecchia 
Topipittori 2024 



POESIA 

INIZIO DELLA STORIA 

C'era una volta un re 
seduto sul sofà 
che disse alla sua serva 
raccontami una storia 

La storia incominciò 

C'era una volta il sole 
toccò col dito il mare 
nacquero le parole 
presero a raccontare 

La storia incominciò... 

Il secondo inizio parte da un'alga che diventa pesce e per raccontare esce fuori dal mare. E così quel pesce racconta la storia al serpente che la racconta a sua volta al sauro. Il sauro racconta la sua alla scimmia che poi la conta all'uomo. E quell'uomo ora diventa re e si siede sul sofà. Poi chiede alla sua serva di raccontare a lui una storia. 
E così la storia continuò... 
E questo che è un cerchio perfetto di un racconto che passa di bocca in bocca e sembra non finire mai non contiene la sua fine. 
 Quella arriva dopo. E la voce che la dice è un'altra. 

Questo libro nasce in un posto dove le cose crescono meglio che altrove: al festival Tuttestorie di Cagliari. Nel 2023. 
Elencare le cose belle e interessanti che accadono lì non ha senso: c'è un apposito programma da leggere. Ma ce n'è una che nel programma (online o di carta) non c'è: un fitto fitto parlare tra autori, illustratori editori, promotori, danzatori, attori, performatori, giocatori, bibliotecori (è solo per far rima).
 

E durante questo fitto fitto scambio di parole, di storie, sentimenti, risate, lacrime scappate, piccole monellerie e grandi affetti, consigli e riflessioni sui massimi e minimi sistemi che dura per i giorni del festival, nascono dei bei pensieri. 
Uno di questi, sulla malinconia degli addii struggenti dopo i campi scout (e dopo i festival aggiungerei), ha generato questo libro. 
Ipotizzata la parola chiave di Tuttestorie dell'anno successivo - la fine... e il nuovo inizio - Tognolini scrive a Vecchini e Vecchini risponde a Tognolini. Comincia così un titubante scambio di mail per vedere se il gioco tra loro poteva funzionare e se sarebbero stati in grado di farlo diventare qualcosa al di là dell'esercizio di stile. 
Datisi una serie di regole interne, Vecchini e Tognolini partono non certissimi di finire, però: decidono con matematica esattezza (questo è il sistema Tognolini) di scambiarsi parole chiave e versi sull'inizio o sulla fine di molte cose: dal gelato, al teatro, dal confine alla vacanza, dalla matita al litigio, dal sonno al giorno. Tognolini decide per 32 che è il suo numero perfetto, ma Vecchini, sull'entusiasmo di altre cose da dire, suggerisce di arrivare fino a quaranta. E così è. 


Scrivono su questa grande questione, che è doppia - atterrisce e intenerisce - ed è alla base di ogni essere, esserci. Enorme e sempre dentro ciascuno di noi è la grande domanda. Eppure ci provano, a parlare di inizi e di fini. Mettendoli sui due piatti della pagina, come fossero quelli di una bilancia, cercano di trovare l'equilibrio. 
Ci riescono e sono soddisfatti del loro scrivere versi a due voci, passano queste magnifiche quaranta poesie a Topipittori che spiana il percorso del futuro libro per farlo arrivare in tempo utile per il successivo Tuttestorie. Un soffio, se paragonato alle consuete ere editoriali. Lo danno da illustrare a Giulia Orecchia, che è sorella di Tognolini nel mettere figure laddove lui mette parole in rima. Lei fa un lavoro magistrale. A partire dalla copertina. Si muove per segni, per profondità. Toglie tutto quello di narrativo che potrebbe mettere per lasciare il giusto respiro ai testi, già molto pieni. Si "limita" a essere simbolica, quindi non sempre immediatamente esplicita. Segni, colori trasparenze sono la sua sigla. Tante formiche, due rari bimbetti, qualche uccellino, molti alberi e nuvole, case e pesci. Un bel rosso sipario, gocce di colore, carte, collage. E due colori guida, il blu e il giallo, per capire chi ha scritto cosa. Come se ce ne fosse bisogno. 
Il verso libero di Silvia Vecchini crea un'onda possente e irregolare alla quale Bruno Tognolini risponde con il suo passo molto più cadenzato e ri(t)mato. Ma insieme sono armonici a tal punto che capita che una sconfini nella risacca dell'altro. E viceversa. Così, tanto per provare. 


Detto questo, forse uno degli esempi più significativi della diversità di suono e anche un po' di sguardo di quei due pare di vederlo in INIZIO di ME e FINE di ME.  Silvia indaga il mistero di cosa c'è prima di essere se stessi. Qual è la strada che ha fatto quel bambino per essere quello che è adesso? Ha risposto alla voce dell'amore e adesso è qui. Lei scrive i suoi versi fluidi, pieni di suggestioni aeree, accenni, ipotesi poetiche che si connotano tutti per una diffusa ricerca di rarefazione. Le risponde Tognolini circostanziato, battente, concreto con una capriola finale che è un piccolo capolavoro dei sensi e del senso! Capolavoro che ha avuto anche il merito di aver fatto tirare un grande sospiro di sollievo a quel bambino che si era detto preoccupato, all'incontro con gli autori, temendo il peggio per la parola fine così vicino alla parola me! 

FINE DELLA STORIA
 
E vissero tutti felici e contenti 
ma più leggi 
più scopri 
che non tutto finisce 
come vorresti 
nemmeno nei libri alle volte 
si fanno miracoli 
e allora? 
A che serve una storia? 
A farti le ossa 
tra cento pericoli... 

Carla 

Noterella al margine. Tante cose si possono dire di Bruno Tognolini. Qui credo che vada messo in luce il suo gusto per la sfida - che è insito in ogni gioco che si rispetti - che non lo abbandona mai, nonostante i suoi tanti riccioli bianchi.




1 commento:

  1. Grazie, Carla. Anche se le nuove sfide i riccioli bianchi ora le stanno cercando altrove, non forse là dove ero solito, fra i libri. E dove? Non so. Come diceva ieri sera Giusi Quarenghi nel suo stupendo Discorso del Congedo, a Tuttestorie (l oabbiamo registrato, potrai fartelo mandare). Non so. C'è qualcosa di nuovo che aspetta, per noi vecchi, laggiù, da qualche parte. Di certo un tesoro, ma dove?
    Inizi e fini, vedi? Grazie, Carla.

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