lunedì 3 febbraio 2025

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

UNA VOCE FUORI CAMPO

Non ho fame! Violette Vaїsse (trad. Federico Appel) 
Sinnos 2024 


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni) 

"Va tutto bene Léon? 
'Non ho fame!' 
Ma quel piatto sembra proprio delizioso! 
'Blerk! La minestra non è buona per niente!' 
Ma ti fa diventare grande! 
'No! La minestra di carote va bene per i conigli!' 
La mamma dice che la minestra fa diventare simpatici... 
'Allora, in questo caso, io non ne ho bisogno di sicuro!'
Ah! Ah! Ma senti questa! Ma dov'è la mamma?" 

Interno cucina. Camera fissa sul tavolo da pranzo apparecchiato. Léon, una volpetta, sta dialogando con qualcuno. 
Voce fuori campo? 
L'argomento è il passato di carote che sua madre vuole lui mangi, anzi finisca, nel tempo in cui lei è al telefono con la vicina. Lui non ci pensa neanche e, con la scusa di non aver fame, fa di tutto per liberarsi della suddetta zuppa. Addirittura mette il piatto sul bordo del tavolo in modo che inavvertitamente con una gomitatina cada, ma il piatto resiste, purtroppo. 


E allora prende la decisione: riversa il contenuto della sua scodella nel pentolone. E, nonostante avesse dichiarato di non aver fame, si allestisce un super panino con tutto quello che il frigorifero contiene. Cocomero, formaggio, una fetta di torta alle pere, ketchup, marmellata, cetriolini, cioccolato e via andare. Il panino, una baguette naturalmente, riesce miracolosamente a contenere tutto. 


E Léon lo mangia di gusto. Ora è sazio e sua madre ha finito la sua telefonata. 
In men che non si dica, deve sbaraccare tutto quello che ora è sul tavolo e stiparlo altrove prima dell'arrivo di sua madre. E sperare che lei non si accorga anche che la baguette ora sul tavolo non c'è più. 
Miracolosamente Léon ci riesce: tutto in un sacco dell'immondizia dietro al frigo, ma a una madre volpe non puoi chiedere di essere stupida come una gallina... 

Non ho fame! arriva a circa un anno di distanza da Mi annoio! e con questo condivide l'autrice, Violette Vaїsse, una giovane e gagliarda fumettista francese, e il traduttore, altrettanto gagliardo, Federico Appel. Condivide l'impostazione generale, compreso lo stampato maiuscolo e il fumetto (!) per la voce di Léon. 
Gagliarda anche la casa editrice.


Qui e lì il titolo è una dichiarazione di intenti da parte del medesimo protagonista. 
Qui e lì al protagonista piace esagerare. 
Qui e lì c'è una voce fuori campo, pacata e ragionevole, con cui dialoga, cercando di essergli d'aiuto o di supporto. Il testo è di fatto solo un serrato botta e risposta a due voci.
Qui e lì c'è la camera fissa che tutt'al più si permette delle zoomate. 
Qui e lì c'è una madre da far fessa... 
Questo e quello avevano attirato la mia attenzione. 
Le ragioni. 
La prima è il disegno: colori piatti linea di contorno grossa, data a pennello. Buon gusto nella composizione, grande espressività dei corpi. Mancinismo del protagonista. 
La seconda è la comicità in crescendo, che attraversa le storie. Pur nella loro semplicità, colgono nel segno entrambe le volte e mi è parsa davvero divertente la capacità e la velocità del protagonista nel mettersi nei guai da solo, nella rapida sequenza di scemenze che mette in atto. 
In entrambi, il ritmo è quello del comico: a passo svelto.
Trovo sottilmente ironico il fatto che lui dichiari una cosa, salvo poi smentirsi nei fatti. Non ho fame! urla il titolo di un libro in cui il protagonista sbrana una baguette con tutto dentro, Mi annoio! è il titolo di una storia in cui il protagonista battaglia nella sua stanza come Napoleone contro eserciti interi di nemici inesistenti. 


La terza è la sua irresistibile la faccia tosta. 
La quarta è la voce fuori campo. Onestamente non so dire se ho sovrainterpretato, ma mi viene da pensare che nel caso di Non ho fame! a parlare con Léon sia il frigorifero in persona. Mi piacerebbe fosse davvero così, la considererei proprio una bella idea. Per cui, per trovare conferma plausibile mi sono detta che se, almeno per metà libro, il blocchetto di testo è fisicamente vicino al frigo qualcosa vorrà pur dire... 
Se davvero così fosse in Mi annoio! sarebbe la scansia dei libri a dialogare con Léon. E prova ne sarebbe il fatto che a un certo punto proponga all'annoiata volpetta un dei libri che contiene. 
Il suo ruolo, quello della voce fuori campo, frigorifero o no, è quello di essere contemporaneamente voce della coscienza, compagna di gioco, ma anche di farsi 'paracadute' a un niente dall'impatto con la madre. 


La quinta ha un po' a che fare con la terza. Dietro la faccia tosta di Léon si nasconde un modello di infanzia un po' ingenua, un bel po' bugiarda, un tantino monella, piuttosto coraggiosa nello sfidare le regole adulte. 
Insomma, un'infanzia resistente. 

Carla

Nessun commento:

Posta un commento