venerdì 31 gennaio 2025

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

IL GIOCO DI VISIONE

Tutto è meraviglia, Micha Archer (trad. Loredana Baldinucci) 
Il Castoro 2024 

ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 5 anni) 

"Il sole è la lampadina del cielo? 
La nebbia è la coperta del fiume? 
Le montagne hanno le ossa? 
Le foreste sono la pelliccia delle montagne?" 

Una grande finestra incornicia i visi di una ragazzina e di un ragazzino - sorellona e fratellino. Davanti a quella vetrata che li separa dal fuori prendono lei ha una grande proposta e lui non può non accettare: andare ad esplorare quel fuori! 
E così, una volta in piena aria, guardando il cielo col sole lei si chiede se quella sfera luminosa non possa essere la lampadina del pianeta. Oppure, passeggiando sulle rive del fiume, vedendo la nebbiolina a pelo d'acqua il fratellino si interroghi se non possa essere quella la copertina del fiume. E davanti alla corona di monti che li circondano viene spontaneo chiedersi se anche loro stiano in piedi perché hanno uno scheletro che le sostiene. E se fosse davvero così non potrebbero essere le foreste, la pelliccia delle montagne stesse? 
Sono quindici domande che quei due si pongono a turno. E lo fanno passeggiando nei dintorni di casa: in un bosco e poi sulla spiaggia. Attraversano quegli spazi aperti e attraversano anche le ore della giornata e quando è l'imbrunire e il sole è appena tramontato all'orizzonte, loro dalla veranda di casa, in pigiama e camicia da notte hanno una ultima domanda per quel giorno...


Il titolo di questo albo orizzontale, Caldecott Honor nel 2022, potrebbe insospettire: se la parola meraviglia arriva fin in copertina... Magari dalla prima pagina fino all'ultima si potrebbe innalzare un inno alla bellezza del mondo, un ripetuto sospirare di fronte "alla meraviglia" della natura: animali, alberi, uccellini. Banalità del genere. Le braccia rivolte al cielo in atto di osanna della sorella parrebbe confermarlo. 
E invece no. 


Quello che succede qui - pagina dopo pagina - è un interessante gioco di visione. 
Spesso i bambini, soprattutto se piccoli, lo fanno con assoluta naturalezza.
Si intuisce fin da subito: per ciascun elemento della natura - dal sole alla luna, passando per fiumi e laghi - ne viene ipotizzata non tanto una funzione diversa da quella che obiettivamente ha (il sole davvero illumina il pianeta e lo scalda, per quanto possa scaldare una lampadina e la nebbia ricopre il pelo dell'acqua mantenendone la temperatura protetta), quanto piuttosto viene assimilato a un oggetto della vita quotidiana di quei due, oppure ben più spesso a una parte del corpo di umani o animali... 
Insomma per ogni elemento naturale se ne coglie la forma, talvolta la funzione e la si ribalta in un immaginario tutto personale, piuttosto corporeo: piedi, ossa, pellicce, gambe, braccia, bocca, vene. 
Però però. La bellezza, e mi verrebbe da azzardare anche la poesia, sta proprio in questo scatto che nella testa accende l'immagine inaspettata. 
Penso ai tronchi d'albero - calzoni di legno con le tane nelle tasche qui uno scoiattolo con una spanna di coda... - nella poesia Se fossi albero dentro E sulle case il cielo di Giusi Quarenghi. Ma se ne potrebbero citare migliaia. 
La poesia fa questo, di mestiere.


Dunque è la prospettiva, il punto di osservazione che i due ragazzini hanno che mi pare interessante e molto condivisibile e che da una parte apre scenari e visioni suggestive e dall'altro offre un metodo di lettura del mondo che si può appunto replicare all'infinito. 
E sarebbe bello farlo con dei ragazzini per vedere l'effetto che produce. 
Ecco. Il metodo, ossia la regola del loro gioco, può moltiplicarsi e da quelle che sono le 15 domande iniziali se ne possono produrre centinaia, migliaia. 
I prati sono i capelli della terra? (ogni tanto vanno tagliati, per dare loro forza...). Tanto per aggiungere la sedicesima. 
Il gioco di vedere una cosa in un'altra sembra guidare anche l'arte di chi questo libro lo ha illustrato, oltre che scritto: Micha Archer. 


Il suo punto di partenza è la carta, che colleziona e conserva e che rilavora ogni volta in modo differente per costruire i suoi magnifici disegni a collage. 
Lei stessa dichiara in un video che è davvero molto raro che usi nelle sue composizioni carte che non abbia rilavorato secondo texture diverse, con pattern ottenuti in modo originale, passando i pastelli a cera sulla retina delle arance, per esempio. 
Questa continua rielaborazione ha lo scopo di arrivare a dare la necessaria profondità e l'illusione di un volume (che sul foglio non esiste) ai suoi magnifici paesaggi. Nel suo studio, come accadeva anche in quello di Eric Carle inarrivabile costruttore di immagini a collage, stazionano enormi cassettiere dove, colore per colore, Micha Archer conserva migliaia di pezzettini di carta, tutti diversi: timbrati, dipinti, con mille pattern differenti. E lungo una barra magnetica in alto, sono 'incollate' almeno una ventina di forbici. Per non parlare dei tantissimi timbri. Anche quelli self made, naturalmente. 
Nella sua testa, nei suoi paesaggi disegnati, in quei cassetti pieni di carte, nel suo studio invaso dai tubetti di acrilico e dalle chine di ogni sfumatura, dalle centinaia di pennelli sparsi, lì dentro - facile pensarlo - è tutto meraviglia, davvero! 

Carla

Nessun commento:

Posta un commento