lunedì 15 settembre 2025

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

CUCÙ. Con le storie nascono i fiori

La scuola degli animali
, María José Ferrada, Issa Watanabe 
(trad. Marta Rota Núñez) 
Topipittori 2025 


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni) 

"Per una settimana, la bambina ha fatto quel che si fa con i semi appena comprati: piantarli, annaffiarli, raccontargli qualche storia. Ed è successo che dalla terra sono spuntati dei germogli da cui, dopo un'altra settimana di acqua e di storie, sono spuntati dei fiori. 
La cosa normale sarebbe stata che, a quel punto, dalla casa in cui abita la bambina uscisse la nonna e dicesse: 'Che bei fiori, li metterò in un vaso'. Ma non è andata così, ed è giunta la notte." 

Sotto il castagno sono riuniti la farfalla, il colibrì e il coniglio. 
Sono lì per discutere assieme di un fatto strano: quello della semina della bambina. Con loro c'è pure il gallo che è arrivato al castagno con un altro intento, ovvero discutere del fatto che la volpe il giovedì arrivi a scuola volando. In verità spetterebbe a lui volare, perché dotato di piume e alette. Ma questa è un'altra storia che a coniglio, colibrì e farfalla non interessa al momento. Loro sono lì per capire cosa sia veramente accaduto con i semi piantati dalla bambina. Lei li ha presi al negozio del signor González pagandoli cento soldi immaginari, poi è tornata a casa e poi ancora è andata nell'orto e li ha piantati. Fin qui tutti concordano. Su quello che è successo dopo, invece, non c'è chiarezza: c'è chi dice - il coniglio - che i germogli siano diventati così alti che quando hanno toccato il cielo sono spuntati dei frutti luminosi, che lassù sono restati. C'è chi sostiene invece - il gallo - che siano stati i fiori a staccarsi e, una volta in cielo, siano rimasti splendenti e immobili. Farfalla e colibrì non concordano con nessuno dei due. Loro pensano che, per la sua proverbiale distrazione, il signor González non abbia dato alla bambina veri semi, ma bei bottoni bianchi. 
Il tempo passa e tra loro non c'è accordo, ma poi quando arriva l'ora di rincasare, ognuno di loro torna sui propri passi. 
La bambina, che ha sentito tutto, guarda dalla finestra e nel cielo blu scuro vede le stelle, una dopo l'altra accendersi. Lei sa che succede da sempre, però ogni volta sembra incredibile... ve'? 

A me di Ferrada incantano le poesie. E di Watanabe, i colori. 
Bene: qui Ferrada scrive brevi racconti e Watanabe disegna in un bianco e nero che farebbe venir voglia a chiunque di prendere in mano le proprie matitine per colorare i suoi animaletti. E non è detto che non accada.


In questi racconti, sette e brevi, mi pare si ritrovi tanto della poesia che mi aveva incantato: lì erano cose e mobili di una casa, qui una piccola comunità di animali che abitano tutti vicino in un paese, il loro (due umani, almeno: la bambina, forse una nonna, e il signor González) dove ci sono alcune case, un sentiero, un fiume, un grande tiglio (ma anche altri alberi) e degli orti. 
Situazione ideale per far partire qualsiasi storia. E infatti. 
Tutto nasce da un dato di realtà, ben riconoscibile da ogni bambino lettore, e mentre lui è lì che si adagia tra le cose conosciute, María José Ferrada lo prende per mano e se lo porta in giro e gli fa vedere l'incredibile come se nulla fosse. 
Nella Scuola degli animali, per esempio, si studia matematica (2 fiori + 3 fiori = 5 fiori), oppure scienze e si impara che alberi, trifogli o fiori - non fa differenza - tutti sono sostenuti dalle loro radici... Nella scuola degli animali tutti i giorni, si esce alle 10 per fare ricreazione e mangiare la merenda, ma poi un giorno a settimana - è il giovedì - accade l'imponderabile: la volpe arriva in classe volando. Nella stessa scuola si studia Futuro e ognuno degli animali che la frequenta ha il suo momento per raccontare alla classe cosa farà da grande... il gatto farà l'autobus, quello delle sette del mattino, mentre il gufo sarà una torcia, per salutare come si deve la notte. 
Questa è la piccola meraviglia che accade a ogni nuova frase: non poter prevedere neanche un po' la direzione che le sue piccole storie prenderanno. 
Bello così, farsi portare un po' qui un po' là: celebrare la Festa della Grande Cipolla, andar dietro alle oche che hanno scoperto un sentiero che comincia alla fine del ponte e si inerpica su fino alla luna, un sentiero di aria pieno di stelle. Necessaria sarà la scala.


Cucù! Lo stupore per l'inaspettato è la molla che ha messo in moto tutto; in ognuno dei piccoli racconti trova forme diverse: dal cilindro, o forse dovrei dire dal cerchio in fondo all'armadio, non escono solo conigli... e dai cavolfiori di cartone escono invece agnellini, ma fanno cucù anche oche, galli, volpi e bambine con questo passo saltellante e incerto attraversano il libro per intero. 


E noi lì a guardare, imbambolati! 
Non riesco a pensare ad altro scopo nello scriverlo, che far sgranare gli occhi e spalancar bocca e orecchie di chi lo legge (o se lo fa leggere). Che poi è cosa buona e giusta che una storia dovrebbe fare, oltre a far nascere i fiori.

Carla

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