lunedì 4 novembre 2013

CORTESIE PER GLI OSPITI (libri preferiti da altri)


UN PREZIOSO DISTILLATO FIABESCO
Grimms Märchen, Philip Pullman, Shaun Tan, 
Aladin Verlag 2013


Klaus Humann, uno degli editor più in gamba della Germania, ha fondato l’anno scorso una sua piccola casa editrice votata all’editoria per bambini di qualità: Aladin. 
Quest’anno alla Fiera di Francoforte ha presentato i suo primi titoli, fra cui un volume prezioso, frutto di una straordinaria collaborazione tra due grandi nomi, reso possibile proprio dall’entusiasmo e dalla voglia di sperimentare dell’editore tedesco.
L’anno scorso si sono festeggiati con molte pubblicazioni, mostre ed eventi i duecento anni dalla prima pubblicazione delle Kinder- und Hausmärchen der Gebrüder Grimm e in Inghilterra è uscita per i tipi di Penguin una raccolta di fiabe dei Grimm curata da Philip Pullman. Human ha deciso di pubblicare la traduzione tedesca di questa riscrittura inglese di un classico tedesco (operazione davvero ardita, a pensarci bene), ma ha voluto farne un’edizione illustrata (quella originale infatti non lo era). Ha affidato così l’incarico al grande artista australiano Shaun Tan, di cui in passato aveva già acquistato i diritti di tutti i libri quando era ancora editor di Carlsen Verlag. 


Che l’accoppiata fosse vincente era abbastanza scontato, ma il risultato finale supera ogni aspettativa. Credo che si tratti di uno dei libri più affascinanti che abbia mai avuto tra le mani.
Vediamo allora quali sono le caratteristiche precipue sia della scrittura di Pullman che della creazione artistica di Tan e come testo e illustrazioni siano perfettamente complementari fra loro in una simbiosi rara a trovarsi tra autore e illustratore, specie se le illustrazioni sono create successivamente al testo.


Delle 50 fiabe dei Grimm scelte per questa raccolta Pullman offre una riscrittura tesa a coglierne l’essenza. Per ottenere questo risultato ambizioso egli ha cercato di raggiungere lo stesso tono “chiaro e anonimo” di cui parla il poeta americano James Merrill quando disquisisce in una sua poesia del narrar storie. Molto spesso le fiabe dei Grimm sono state edulcorate e l’apice è stato toccato nei film di Disney, ma - ci ricorda Pullman - le fiabe nascono come racconti orali che vivono in primo luogo della propria trama. I loro personaggi sono più delle maschere che non degli individui. Non vi è in esse alcuna descrizione particolareggiata di luoghi o persone, non vi è introspezione psicologica, non vi sono commenti autoriali. Naturalmente è lecito ricamare sopra qualsiasi storia, ma nella sua raccolta Pullman vuole regalarci per così dire un prezioso distillato fiabesco. La sua erudita introduzione alla raccolta è una vera e propria miniera di spunti, e interessanti sono pure le note finali poste in calce ad ogni fiaba, in cui troviamo commenti personali oppure paralleli con patrimoni fiabeschi di altri paesi. 




Shaun Tan ha accettato come una sfida l’incarico di illustrare questo libro. Lo racconta nella postfazione. Già prima avrebbe voluto illustrare fiabe, ma non riusciva a liberarsi dall’influenza iconica del passato. Egli si riferisce a quelle illustrazioni caratterizzate da foreste, neve, montagne, castelli e corti sontuose che tanto esotiche gli apparivano quand’era bambino e abitava le lande semideserte della costa dell’Australia occidentale. Ma proprio la riscrittura di Pullman l’ha aiutato a capire appieno l’essenza di queste fiabe, il loro valore universale, e ad accorgersi di come siano sempre in bilico tra logica e irrazionalità, realtà e sogno. L’oscillare tra questi due ambiti è proprio di tutte le fiabe e mitologie che non hanno tempo e che sono per questo ancor oggi capaci d’incantare lettori grandi e piccini. In cerca d’ispirazione ha iniziato a sfogliare la sua collezione di libri sull’arte dei maya e degli inuit. Osservando le piccole sculture precolombiane e degli antichi popoli indigeni canadesi è riuscito a pensare alle fiabe dei Grimm come a una “parte di un’antica tradizione creativa”. Ha preso così argilla e carta pesta e ha iniziato a fare delle figure lavorandole con lo scalpello e colorandole con colori acrilici, polvere di metallo ossidato, cera e lucido da scarpe. Il risultato sono figure molto stilizzate, non più grandi di un’arancia, che non ritraggono un personaggio e non illustrano la storia, ma esprimono un concetto fondamentale, un’ “idea platonica” si potrebbe quasi dire.


 L’effetto che egli ha voluto creare poi nel fotografarle è di far credere che si tratti di reperti archeologici trovati durante immaginari scavi ed esposti in un museo sotto una luce diretta: “Come se una torcia illuminasse per un istante degli oggetti singolari, custoditi nelle buie gallerie del nostro subconscio collettivo”. Tan conclude i suoi pensieri augurandosi che la nostra fantasia sappia gettare maggior luce su questi oggetti e sulle fiabe, senza far perdere loro tuttavia nulla della propria enigmaticità.



La traduzione della raccolta di Pullman è uscita anche da noi in questi giorni per Salani, ma purtroppo senza le magiche illustrazioni di Shaun Tan. Ci auguriamo tuttavia di poter vedere presto una seconda edizione con queste tavole straordinarie. Intanto il volume è disponibile per ora soltanto in tedesco.



Anna (Becchi)




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