IL SENSO CHE ABBRACCIA
La prima volta
che sono nata, Vincent Cuvellier, Charles Dutetre
Sinnos 2013
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 5 anni)
"La prima volta
che ho aperto gli occhi, li ho subito richiusi. Ho pianto. Poi delle
mani mi hanno sollevata al cielo e mi hanno posata fra due montagne
di latte. Ho smesso di piangere e ho aperto gli occhi per la seconda
volta nella mia vita.
Ho visto la luce più
dolce del mondo: erano gli occhi di mia madre."
Le prime volte nella
vita di un bambino, anzi di una bambina.
La prima volta che ha
visto sua madre, la prima volta che ha visto suo padre. Il primo
bagno, la prima pipì. La prima volta che ha mangiato i piselli. Il
primo autobus. Il primo incontro con il mare, con una stella. La
prima festa con troppa gente. La prima volta che lo ha visto e se n'è
innamorata. La prima volta che ha cucinato 'troppo ben cotto' per
lui.
La prima volta che ha sentito 'qualcuno' nella pancia...e in
ultimo la prima volta che è nata la sua bambina, cioè quando la
bambina di un tempo è nata per la seconda volta.
Circolare, o per meglio
dire, a spirale è il senso in cui si muove questo libro. Laddove il
cerchio più grande contiene e -è proprio il caso di dirlo -
abbraccia il più piccolo.
Per quel che può
valere, lo considero il più bel libro del 2013!
Ne scrivo solo ora
perché è un altro di quei casi di libro 'covato'. Non volevo farmi
sfuggire nulla nel leggerlo e nel ragionarci su. Se l'averlo covato,
non ha aiutato la tempestività, spero abbia quanto meno favorito la
sintesi.
Questo è un libro
intelligente, attento e sapiente, poetico, spiritoso, commovente,
autentico, evocativo, utile. È un albo illustrato perfetto, in cui
il dialogo tra testo è immagine è così serrato, da diventare
imprescindibile.
Ma andiamo con ordine.
È intelligente e lo è
fin dal titolo: ci mette subito sull'avviso che sta per essere detto
qualcosa di 'insolito' e così drizziamo le orecchie e ci
sintonizziamo all'attenzione. E nello scorrere della narrazione ci
racconta il senso della vita, si avvolge appunto in quella spirale
che è la nostra esistenza, il nostro passaggio sulla terra, il
nostro tempo.
È attento e sapiente
perché concentra l'attenzione su nodi fondamentali di un'esistenza e
lo fa con grande cognizione di causa. E, per di più lo fa con una
sensibilità e in una chiave di lettura piuttosto 'femminile',
sebbene sia stato scritto e illustrato da maschi.
È poetico nel suo
concetto di fondo, ovvero quello di partire da una nascita per
arrivare ad un'altra, in un percorso 'amoroso' che si disvela solo
alla fine. E lo è altrettanto in alcuni momenti, ma forse dovrei
dire molti...
La prima volta che
ho camminato, sono caduta. La prima volta che sono caduta mi sono
rialzata, la prima volta che mi sono rialzata, ho camminato...
La prima volta che
un ragazzo mi ha baciata, è stato dietro un albero. Mi ha preso tra
le sue braccia e mi ha avvolto fra i suoi rami...
È
spiritoso nel suo leggere il mondo con quella leggera ironia, quasi
inconsapevole, che hanno spesso i bambini e solo talvolta gli adulti.
La prima volta che
ho ballato con un ragazzo, gli ho pestato i piedi. D'altronde aveva i
piedi grandi.
È
commovente e lo è per tutti quelli che lo leggono, ma ognuno prova
in punti diversi del libro la sensazione delle lacrime che serrano la
gola. Ognuno pesca, leggendolo, nel proprio passato, nel proprio
vissuto e riconosce in un episodio il proprio punto di massima
emozione, sia essa nostalgia, o struggimento, o felicità o
tenerezza.
E
da questa considerazione si può facilmente stabilire che se il libro
sa essere commovente, sarà anche autentico, in grado di toccare le
nostre corde più segrete e nell'aver colto quelle che sono le svolte
importanti nella crescita di un individuo.
È
evocativo perché ad ogni pagina solletica in noi il ricordo delle
nostre prime volte. Ci chiama dentro a riflettere sul significato che
hanno 'le prime' esperienze, sull'impronta che hanno lasciato e
lasciano nel nostro percorso di formazione.
E
in questo senso è utile perché, per i suddetti motivi, può aprire
numerosi percorsi di riflessione e di confronto con i bambini cui lo
si legge. Ma non solo. È un libro ideale per creare un terreno di
scambio tra persone: da una discussione in classe con bambini di
prima elementare fino a leggerlo con un gruppo di amici adulti in una
serata in cui si è in vena di ricordi...
Tutto
quello che ne verrà fuori non potrà che essere bello!
Carla
Noterella
la margine. Vanno ringraziate in modo puntuale Della Passarelli, che
lo ha pubblicato e Teresa Porcella, che lo ha curato. Delle loro
scelte editoriali, io mi fido sempre. Raramente sbagliano il tiro.
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