giovedì 9 gennaio 2014

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


IL SENSO CHE ABBRACCIA

La prima volta che sono nata, Vincent Cuvellier, Charles Dutetre
Sinnos 2013


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 5 anni)

"La prima volta che ho aperto gli occhi, li ho subito richiusi. Ho pianto. Poi delle mani mi hanno sollevata al cielo e mi hanno posata fra due montagne di latte. Ho smesso di piangere e ho aperto gli occhi per la seconda volta nella mia vita.
Ho visto la luce più dolce del mondo: erano gli occhi di mia madre."


Le prime volte nella vita di un bambino, anzi di una bambina.
La prima volta che ha visto sua madre, la prima volta che ha visto suo padre. Il primo bagno, la prima pipì. La prima volta che ha mangiato i piselli. Il primo autobus. Il primo incontro con il mare, con una stella. La prima festa con troppa gente. La prima volta che lo ha visto e se n'è innamorata. La prima volta che ha cucinato 'troppo ben cotto' per lui. 


La prima volta che ha sentito 'qualcuno' nella pancia...e in ultimo la prima volta che è nata la sua bambina, cioè quando la bambina di un tempo è nata per la seconda volta.

Circolare, o per meglio dire, a spirale è il senso in cui si muove questo libro. Laddove il cerchio più grande contiene e -è proprio il caso di dirlo - abbraccia il più piccolo.


Per quel che può valere, lo considero il più bel libro del 2013!
Ne scrivo solo ora perché è un altro di quei casi di libro 'covato'. Non volevo farmi sfuggire nulla nel leggerlo e nel ragionarci su. Se l'averlo covato, non ha aiutato la tempestività, spero abbia quanto meno favorito la sintesi.
Questo è un libro intelligente, attento e sapiente, poetico, spiritoso, commovente, autentico, evocativo, utile. È un albo illustrato perfetto, in cui il dialogo tra testo è immagine è così serrato, da diventare imprescindibile.
Ma andiamo con ordine.
È intelligente e lo è fin dal titolo: ci mette subito sull'avviso che sta per essere detto qualcosa di 'insolito' e così drizziamo le orecchie e ci sintonizziamo all'attenzione. E nello scorrere della narrazione ci racconta il senso della vita, si avvolge appunto in quella spirale che è la nostra esistenza, il nostro passaggio sulla terra, il nostro tempo.
È attento e sapiente perché concentra l'attenzione su nodi fondamentali di un'esistenza e lo fa con grande cognizione di causa. E, per di più lo fa con una sensibilità e in una chiave di lettura piuttosto 'femminile', sebbene sia stato scritto e illustrato da maschi.
È poetico nel suo concetto di fondo, ovvero quello di partire da una nascita per arrivare ad un'altra, in un percorso 'amoroso' che si disvela solo alla fine. E lo è altrettanto in alcuni momenti, ma forse dovrei dire molti...
La prima volta che ho camminato, sono caduta. La prima volta che sono caduta mi sono rialzata, la prima volta che mi sono rialzata, ho camminato...


La prima volta che un ragazzo mi ha baciata, è stato dietro un albero. Mi ha preso tra le sue braccia e mi ha avvolto fra i suoi rami...


È spiritoso nel suo leggere il mondo con quella leggera ironia, quasi inconsapevole, che hanno spesso i bambini e solo talvolta gli adulti.
La prima volta che ho ballato con un ragazzo, gli ho pestato i piedi. D'altronde aveva i piedi grandi.


È commovente e lo è per tutti quelli che lo leggono, ma ognuno prova in punti diversi del libro la sensazione delle lacrime che serrano la gola. Ognuno pesca, leggendolo, nel proprio passato, nel proprio vissuto e riconosce in un episodio il proprio punto di massima emozione, sia essa nostalgia, o struggimento, o felicità o tenerezza.
E da questa considerazione si può facilmente stabilire che se il libro sa essere commovente, sarà anche autentico, in grado di toccare le nostre corde più segrete e nell'aver colto quelle che sono le svolte importanti nella crescita di un individuo.
È evocativo perché ad ogni pagina solletica in noi il ricordo delle nostre prime volte. Ci chiama dentro a riflettere sul significato che hanno 'le prime' esperienze, sull'impronta che hanno lasciato e lasciano nel nostro percorso di formazione.
E in questo senso è utile perché, per i suddetti motivi, può aprire numerosi percorsi di riflessione e di confronto con i bambini cui lo si legge. Ma non solo. È un libro ideale per creare un terreno di scambio tra persone: da una discussione in classe con bambini di prima elementare fino a leggerlo con un gruppo di amici adulti in una serata in cui si è in vena di ricordi...
Tutto quello che ne verrà fuori non potrà che essere bello!

Carla

Noterella la margine. Vanno ringraziate in modo puntuale Della Passarelli, che lo ha pubblicato e Teresa Porcella, che lo ha curato. Delle loro scelte editoriali, io mi fido sempre. Raramente sbagliano il tiro.


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